Page 482 - Dizionario di Filosofia
P. 482

marzo 1918).

          Trasferiti la capitale e il governo da Pietrogrado a Mosca (12 marzo 1918), inaugurò
          la politica del « comunismo di guerra », con l’obiettivo di riorganizzare e migliorare
          il rendimento delle industrie e di assicurare l’approvvigionamento sia alle città che
          all’esercito.  Lenin  dovette  quindi  far  fronte  a  un  doppio  pericolo:  la
          controrivoluzione  interna  dei  «  bianchi  »  e  l’intervento  straniero  a  sostegno  della
          prima (1918-1921).

          La crisi del 1920-1921 convinse allora Lenin della necessità di imporre una pausa al
          comunismo di guerra e di adottare una nuova politica economica (la NEP), basata su
          concessioni temporanee all’iniziativa privata.
          Nemico  dichiarato  dei  partiti  socialisti  della  seconda  Internazionale,  colpevoli
          d’aver  aderito  alla  «  guerra  imperialista  »  (nel  suo  libro La  dittatura  del
          proletariato e il rinnegato  Kautsky [1919] attaccò duramente i socialdemocratici
          tedeschi), Lenin riunì a congresso a Mosca, come capo del movimento rivoluzionario

          mondiale, i delegati dei nuovi partiti comunisti in via di formazione e costituì la terza
          Internazionale (marzo 1919). Contemporaneamente, però, combatté le deviazioni di
          sinistra,  anche  nel  suo  partito  (L’estremismo,  malattia  infantile  del  comunismo,
          1920).
          Il 30 dicembre 1922 si attuò la trasformazione dell’antico Impero russo in Unione
          delle  Repubbliche  Socialiste  Sovietiche (URSS).  Ma  Lenin, colpito da emiplegia,

          nel  1922  dovette  rinunciare  progressivamente  a  ogni  attività  politica.  Morì  il  21
          gennaio 1924.
          Bibliogr.: Opere, 45 voll., Roma 1955-1971; per la bibliografia: W. Gérard, Lenin,
          Parigi 1950. La bibliografia su L. è sterminata; ci limitiamo a elencare alcune opere
          che possono costituire un’introduzione alla comprensione dei vari aspetti della sua

          opera: C. Hill, Lenin e la rivoluzione russa, Torino 1954; G. Lukács, Lenin, Torino
          1970;  D.  Shub, Lenin,  a  biography,  Nuova  York  1948;  B.  Lazitch, Lenine  et  la
          troisième internationale, Ginevra 1950; H. Lefebvre, Pour connaître la pensée de
          Lenine,  Parigi  1957;  J.  Bruhat, Lenine,  Parigi  1960;  L.  Fisher, The life of  Lenin,
          Londra 1965 (trad. it.: 2 voll., Milano 1967); L. Gruppi, Il pensiero di Lenin, Roma
          1970.

          LENINISMO. Insieme delle teorie di Lenin, sviluppate sulla base del marxismo e del
          materialismo  storico.  Nell’opera I  principi  del  leninismo  (1924)  Stalin  diede
          diverse  caratterizzazioni  del  particolare  apporto  di  Lenin  al  marxismo,  le  quali
          contengono tutte una parte di verità. Così è giusta l’affermazione che « il leninismo è
          l’applicazione  del  marxismo  alle  condizioni  particolari  della  situazione  russa  »,
          come l’altra che « il leninismo è la rigenerazione degli elementi rivoluzionari del

          marxismo degli anni 1840-1850 », come pure quella che « il leninismo è il marxismo
          dell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria […], la teoria e la tattica
          di questa rivoluzione ». Come dottrina rivoluzionaria il leninismo ha un suo metodo,
          ed è la risultante del rifiuto di determinate « deviazioni » e dell’accettazione di certe
          altre  posizioni  teoriche.  Il  metodo  consiste  in  una  costante  verifica  dei  principi

          attraverso la pratica rivoluzionaria, in una riorganizzazione di questa pratica e in una
   477   478   479   480   481   482   483   484   485   486   487