Page 476 - Dizionario di Filosofia
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filosofia  francese  fra  le  due  guerre  (1942), Del  tempo  e  dell’eternità  (1945),

          Introduzione all’ontologia (1947), Trattato dei valori (1951).
          LAVROV  (Pëtr  Lavrovič),  filosofo  e  pensatore  politico  russo  (Melechovo,  Pskov,
          1823 - Parigi 1900). Compromesso per le sue idee politiche, nel 1868 fu deportato
          nel governatorato di Vologda, da cui riuscì a fuggire nel 1870, riparando a Parigi.

          Trasferitosi  a  Ginevra,  dal  1873  al  1876  vi  diresse  la  rivista  socialista  in  lingua
          russa Vperëd (Avanti!), dalle cui pagine si fece banditore del movimento populista.
          In seguito (1883-1886) fu anche condirettore del foglio populista Vestnik narodnoj
          voli (Il giornale della volontà del popolo).
          La  filosofia  di  Lavrov,  formatasi  all’insegna  del  positivismo  scientifico,  divenne
          presto, sotto l’influenza di Feuerbach e Kant, un « antropologismo critico », in cui
          l’uomo è centro e sorgente stessa della natura e della storia, le quali non esistono in

          sé,  ma  per  lui.  La  storia  si  compie  secondo  un  movimento  sempre  ascensionale,
          grazie  all’azione  di  quegli  individui  che,  in  possesso  di  un  maggior  grado  di
          coscienza morale e di responsabilità, pagano il loro debito alla società. È questo il «
          socialismo umanitario » di Lavrov, che egli cercò di seientificizzare, sotto l’influsso
          di  Marx,  ma  che  rimase  sempre  privo  delle  categorie  oggettivo-economiche
          marxiane. Fra le sue opere (Saggi sui problemi della filosofia pratica,  1860; Idea

          del  progresso  nell’antropologia,  in  francese,  1873; Saggio  sulla  storia  del
          pensiero  del  tempo  moderno,  1874)  ebbero  larga  diffusione  le Lettere  storiche
          (1870).
          Bibliogr.: su L.: F. Venturi, Il populismo russo, cap. 17, Torino 1952.

          LEFEBVRE  (Henri),  filosofo  francese  (Hagetmau,  Lande,  1905).  Dopo  una  prima
          giovinezza  anarchica,  ha  aderito  al  marxismo,  divenendo  uno  degli  studiosi  più
          originali e accreditati del materialismo storico. Egli ha contribuito a mettere in luce
          l’importanza degli scritti economico-filosofici giovanili di Marx, che contengono a
          suo giudizio le premesse mai rinnegate di tutte le opere posteriori.  Notevoli sono

          anche i suoi studi sull’estetica marxista. Opere principali: Il materialismo dialettico
          (1939); L’esistenzialismo (1946); Logica formale e logica dialettica (1947), primo
          volume  di  un’esegesi  completa  del  pensiero  di  Marx; Il  marxismo  (1948);
          Contributo all’estetica (1953); Problemi attuali del marxismo (1958); La somma e
          il resto (1959).

          LEGAZ  LACAMBRA  (Luis),  filosofo  spagnolo  del  diritto  (Saragozza  1906).  Dopo
          essere stato rettore dell’università di Santiago di Compostella, insegna attualmente
          filosofia del diritto all’università di Madrid. Discepolo di Kelsen, si è dedicato in
          modo  particolare  allo  studio  della  teoria  pura  del  diritto,  cercando  di  scindere  il
          rigore  del  metodo  nella  costruzione  dei  concetti  giuridici  dai  suoi  presupposti
          filosofici (neokantismo e relativismo). La filosofia del diritto deve essere coltivata,

          secondo  Legaz,  come  filosofia  e  come  teoria  della  scienza  giuridica.  Opere
          principali: Kelsen. Studio critico della teoria pura del diritto e dello Stato della
          scuola di Vienna (1933), Diritto e libertà (1952), Filosofia del diritto  (1953), La
          funzione  del  diritto  nella  società  contemporanea  (1955), Umanesimo.  Stato  e
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