Page 475 - Dizionario di Filosofia
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politica gli fece subire due processi per propaganda eversiva e una condanna a sei
mesi di carcere; in occasione della guerra tra l’Austria e i Franco-Piemontesi,
scrisse l’opuscolo La guerra dell’Italia e la missione della Prussia, in cui sostenne
la causa italiana e propugnò un ideale nazionale molto vicino a quello dei « Piccoli
Tedeschi »; contemporaneamente attese alla stesura di un ponderoso trattato di
filosofia del diritto, Il sistema dei diritti acquisiti (1861), che riprendeva la
concezione hegeliana del diritto come fenomeno storico estendendone gli aspetti
critici anche al presente e traendone spunti rivoluzionari.
Nel 1862 elaborò un programma politico che lo portò alla rottura con Karl Marx che
imputò al filosofo di sostenere un socialismo utopistico non fondato sui reali rapporti
di classe; di fronte all’inettitudine dei progressisti prussiani Lassalle si appoggiò
alle organizzazioni operaie socialisteggianti, nell’intento di fondare un partito
operaio indipendente, del quale redasse un programma noto col nome di Lettera
aperta in risposta al Comitato centrale di Lipsia (1863), che proponeva come
obiettivi immediati il suffragio universale e un sistema di cooperative operaie di
produzione e consumo, finanziate dallo Stato. Il progetto fu realizzato nel maggio
1863 con la costituzione dell’Associazione nazionale degli operai tedeschi, di cui
egli fu il primo presidente, e che rappresentò l’embrione del partito
socialdemocratico tedesco. Da allora Lassalle perseguì una politica di
avvicinamento con Bismarck e il partito conservatore. La preoccupazione
fondamentale di Lassalle fu di spezzare la « legge ferrea (o bronzea) dei salari »,
secondo la quale, nel sistema di produzione borghese, il lavoratore non sarebbe mai
riuscito a superare il salario minimo di sostentamento. Lassalle perdette la vita in un
duello con il principe Ianco de Racowitza, fidanzato della donna che avrebbe voluto
sposare.
Bibliogr.: Gesammelte Reden und Schriften, a cura di E. Bernstein, 12 voll., Berlino
1919-1920; in italiano: Il signor Bastiat-Schulze di Delitzsch – Giuliano
economieo, ossia capitale e lavoro, Torino 1882; Marx, Engels, Lassalle, Opere, 8
voll., Milano 1922 (in questa edizione sono compresi molti scritti di L.); su L.: G.
Brandes, Ferdinand Lassalle, Copenaghen 1881; W. H. Dawson, German socialism
and Ferdinand Lassalle, Londra 1888; E. Bernstein, Ferdinand Lassalle in der
Geschichte der Sozialdemokratie, Berlino 1919.
LAVELLE (Louis), filosofo francese (Saint-Martin-de-Villeréal, Lot e Garonna,
1883-Parranquet, Lot e Garonna, 1951). Fu professore alla Sorbona (1932-1934) e
al Collegio di Francia (dal 1941). La sua filosofia rientra, insieme con quella del suo
contemporaneo Le Senne, nel movimento della « filosofia dello spirito », che
inquadra i problemi dell’esistenza nelle strutture di un’ontologia razionale, e può
essere definita come un « esistenzialismo ontologico », nel quale la metafisica
dell’essere come totalità cerca di lasciare uno spazio sufficiente alle esigenze
dell’esistenza, intesa come tempo, possibilità e libertà. Opere principali: La
dialettica del mondo sensibile (1922), tesi di dottorato, Dell’essere (1928), La
coscienza di sé (1933), La presenza totale (1934), L’io e il suo destino (1936),
Dell’atto (1937), L’errore di Narciso (1939), Il male e la sofferenza (1940), La