Page 472 - Dizionario di Filosofia
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ereditaria delle risposte di adattamento toglieva, quindi, loro ogni valore evolutivo.
Tuttavia, nonostante le critiche, le negazioni e gli insuccessi sperimentali, il
lamarckismo non scomparve del tutto. (V. NEOLAMARCKISMO.)
LAMBERT (Jean Henri), matematico francese (Mulhouse 1728 - Berlino 1777). Nel
1759 fu professore ad Augusta e nel 1764 fu nominato da Federico II all’Accademia
di Berlino. Scrisse sui soggetti più disparati: è autore di due opere sulla teoria della
conoscenza, Nuovo organo (1763) e Fondamenti di architettonica, che preludono a
Kant. Dimostrò l’irrazionalità di π e fondò la trigonometria sferica. È noto soprattutto
come uno dei fondatori della geometria non euclidea.
LAMBRUSCHINI (Raffaello), pedagogista italiano (Genova 1788 - San Cerbone,
Figline Valdarno, 1873). Figlio di agiati commercianti, fu avviato alla carriera
ecclesiastica. In seguito si ritirò nella sua tenuta di San Cerbone, tenendosi in
contatto con amici quali Vieusseux, Capponi, Ridolfi, Tommaseo, Ricasoli e
dedicandosi alle iniziative tipiche degli spiriti liberali del tempo, dalla fondazione
delle casse di risparmio ai miglioramenti della tecnica agraria, alla istituzione di
scuole. Dal 1830 al 1847 diresse nella sua casa di San Cerbone un istituto di
educazione destinato a figli di famiglie signorili, ispirandosi a una analoga iniziativa
del suo amico Navilie. In quello stesso periodo pubblicò la Guida dell’educatore, la
prima rivista pedagogica uscita in Italia, e curò varie pubblicazioni per la gioventù.
Il Lambruschini sostenne la necessità della soppressione del dominio temporale e
insistette in modo particolare sul fondamento interiore della credenza religiosa: i
dogmi, i riti e l’autorità della Chiesa vanno visti in funzione di quello, e non
viceversa. Questa stessa esigenza, trasferita sul piano pedagogico, fa assumere un
rilievo particolare al problema del rapporto fra la libertà dell’educando e l’autorità
dell’educatore. La voce di quest’ultimo diventa veramente efficace solo quando si
identifica con quella della coscienza dell’alunno. Opere principali: Difesa della
scuola infantile (1836), Dell’educazione* (1850), Dell’istruzione (1871),
Dell’autorità e della libertà. Pensieri di un solitario (postuma, 1932).
Bibliogr.: Su L.: G. Tarozzi, La fede di R. Lambruschini, Trani 1887; L. Tonini,
Saggio di una storia della « Guida dell’educatore » (1836-1845), Firenze 1913; M.
Casotti, La pedagogia di R. Lambruschini, Milano 1929; A. Agazzi, R.
Lambruschini, Brescia 1942; R. Gentili, Lambruschini: un liberale cattolico
dell’Ottocento, Firenze 1967.
LA METTRIE (Julien Offroy DE), filosofo francese (Saint-Malo 1709 - Berlino
1751). Alla filosofia pervenne dalla medicina, dopo aver osservato l’indebolimento
delle sue facoltà psichiche in seguito a una malattia organica e averne dedotto la
materialità di queste e dello stesso pensiero. La pubblicazione delle sue opere gli
procurò tali ostilità che dovette abbandonare prima la Francia e poi l’Olanda,
riparando presso Federico II di Prussia.
La Mettrie negò l’esistenza dell’anima come sostanza immateriale e ridusse ogni
attività psichica (sensibilità, conoscenza, pensiero) alla materia, da lui intesa
aufosufficientemente animata da un principio attivo. Estese all’uomo il meccanicismo