Page 469 - Dizionario di Filosofia
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furono  poi  figure  eminenti  Lenin  e  Gramsci.  Per  il  Labriola  il  marxismo  è

          essenzialmente conoscenza critica della realtà: esso è perciò la « negazione recisa e
          definitiva di ogni ideologia », vale a dire « del preconcetto che le cose nella loro
          esistenza ed esplicazione rispondano a una norma, a un ideale, a una stregua, a un
          fine ». Il socialismo è un’aspirazione pratica che trova nel materialismo storico la
          propria  verità.  Motore  della  storia  è  l’azione  dei  gruppi  umani  consapevoli  e
          organizzati: il materialismo storico non elimina la radice volontaristica della praxis

          cd esclude che la classe rivoluzionaria possa esistere come pura entità sociologica,
          indipendente  dal  grado  di  presa  di  coscienza  dei  singoli.  Opere  principali: La
          dottrina  di  Socrate  secondo  Senofonte,  Platone  e  Aristotele  (1871); Morale  e
          religione  (1873); In  memoria  del  manifesto  dei  comunisti  (1896),  pubblicato
          dapprima  in  francese  nella  rivista Le  devenir  social;  Del  materialismo  storico
          (1897); Discorrendo  di  socialismo  e  di  filosofia  (1898),  che  raccoglie  le  lettere
          critiche al  Sorel; Scritti vari di filosofia e politica (1906), pubblicati postumi dal

          Croce.
          Bibliogr.:  Opere  complete,  a  cura  di  L.  Dal  Pane,  3  voll.,  Milano  1959-1962;
          importante per l’introduzione di E, Garin: La concezione materialistica della storia,
          Bari  1965;  per  la  bibliografia:  V.  Gerratana  e A.  Guerra, Bibliografia di e su  A.

          Labriola,  in  appendice  a Saggi  sul  materialismo  storico,  Roma  1964; Scritti
          filosofici e politici, a cura di F. Sbarberi, 2 voll., Torino 1973; Lettere a Benedetto
          Croce, 1885-1904, a cura di L. Croce, Napoli 1975; su L.: M. Corsi, A. Labriola e
          l’interpretazione della storia, Napoli 1963; B. Widmar, Antonio Labriola, Napoli
          1964;  G.  Mastroianni, A. Labriola e la filosofia in Italia, Catanzaro 1968; L. Dal
          Pane, A. Labriola nella politica e nella cultura italiana, Torino 1975.

          LACAN  (Jacques),  psicoanalista  francese  (Parigi  1901-1981).  Interessatosi  ai
          problemi epistemologici della filosofia e soprattutto della psicanalisi, è emerso sin
          dagli  anni  trenta  come  uno  dei  più  autorevoli  analisti  della  scuola  francese.
          Insegnante  all’École  normale  superieure,  ha  dato  vita  ad  una  associazione  di
          psicanalisti  autonoma.  I  suoi  maggiori contributi  riguardano  il  rapporto  con

          l’insegnamento di Freud, la definizione dell’orizzonte della psicanalisi, il suo statuto
          scientifico  e  la  natura  logica  dei  suoi  concetti;  ha  prestato  inoltre  grandissima
          attenzione ai problemi relativi al rapporto psicanalisi e linguaggio.
          Bibliogr.: Écrits,  2  voll.,  Parigi  1966  (tr.  it.,  Torino  1974); La  cosa  freudiana  e
          altri scritti. Psicanalisi e linguaggio, a cura di G. Contri e S. Loaldi, Torino 1972;

          su L.: A. Riffet-Lemaire, Introduzione a Lacan, Roma 1972; J.-M. Palmier, Guida a
          Lacan, Milano 1975.
          LACHELIER (Jules), filosofo francese (Fontainebleau 1832-1918). Insegnò presso la
          Scuola  normale  superiore  (1864-1875),  rinnovando  l’atmosfera  resa  stantia  dal

          lungo  predominio  della  scuola  di  Cousin  ed  esercitando  con  le  sue  lezioni  una
          profonda  influenza,  anche  al  di  là  della  cerchia  ristretta  degli  allievi.  Nel  1871
          conseguì il dottorato in filosofia, presentando come tesi quella che restò l’opera sua
          più  importante  (Intorno  al  fondamento  dell’induzione).  Il  realismo  critico  di
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