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Kierkegaard fu occupata prevalentemente dalla polemica contro la Chiesa danese e i
suoi capi, troppo arrendevoli, accomodanti e « ragionevoli » e troppo dimentichi
perciò del carattere « scandaloso » del messaggio cristiano. Dopo aver pubblicato
dieci numeri della rivista Oejeblikket (Il Momento, il decimo uscì postumo), nei
quali il processo al protestantesimo mondano e « liberale » è condotto con grande
virulenza, Kierkegaard morì, in qualche misura pacificato dal convincimento di aver
compiuto la sua missione di risvegliatore della coscienza cristiana assopita.
La filosofia di Kierkegaard è considerata come il punto d’origine del cosiddetto
esistenzialismo*. La cultura filosofica europea del XX sec. infatti scoprì il sapore «
aspro e forte » del pensiero di Kierkegaard e ne fu affascinata. Si ebbe così la
rinascita kierkegaardiana, il ritrovamento di un tesoro speculativo quasi ignorato dai
contemporanei e dalle generazioni immediatamente successive. La tematica proposta
da Kierkegaard è variamente presente in Heidegger, in Jaspers, nel teologo K. Barth,
in Sartre. Essa comprende alla sua base alcuni concetti-chiave: l’esistenza come
singolarità, con la connessa polemica contro la filosofia hegeliana, che scioglie il
singolo nel genere e quindi si illude di conciliare in una dialettica accomodante i
paradossi e le contraddizioni dell’esistenza; la filosofia come riflessione soggettiva,
cioè come esperienza vissuta dal singolo di un processo drammatico di
autochiarificazione; l’esistenza come possibilità, vale a dire come rischio (reale, e
non solo pensato) del fallimento e dell’insignificanza totale, cioè del nulla; la
funzione dell’angoscia di sentimento rivelatore di questa struttura dell’esistenza; la
disperazione come manifestazione necessaria della finitudine dell’uomo e come
condizione di un suo possibile rapporto con Dio; la paradossalità della scelta
religiosa, parallela all’incomprensibile inserzione dell’eternità nel tempo, cioè alla
venuta di Dio nel mondo. Opere principali, oltre ad Aut-Aut: Il diario del seduttore,
pubblicato nel 1843 come parte di Aut-Aut, Timore e tremore (1843), La ripetizione
(1843), Briciole filosofiche (1844), Il concetto dell’angoscia (1844), Stadi del
cammino della vita (1845), Postilla alle « Briciole filosofiche » (1846), La
malattia mortale (1849), La scuola del cristianesimo (1850).
Bibliogr.: Samlede Vaerker, a cura di A. B. Drachmann, J. L. Heiberg e H. O. Lange,
20 voll., Copenaghen 1962-1964; in italiano: L’ora, a cura di A. Banfi, Milano
1951; Il concetto dell’angoscia e La malattia mortale, a cura di C. Fabro, Firenze
1953; La ripetizione, a cura di E. Valenziani, Milano 1945; Briciole di filosofia e
Postilla non filosofica, a cura di C. Fabro, 2 voll., Bologna 1962; Diario, a cura di
C. Fabro, 3 voll., Brescia 1948-1951; su K.: F. Lombardi, Kierkegaard, Firenze
1936; P. Mesnard, Le vrai visage de Kierkegaard, Parigi 1948; R. Cantoni, La
coscienza inquieta: Kierkegaard, Milano 1949; C. Fabro, Tra Kierkegaard e Marx,
1952; Aa. Vv., Kierkegaard e Nietzsche, Milano 1953; Aa. Vv., Studi
kierkegaardiani, Brescia 1957; G. Price, The narrow pass. A study of
Kierkegaard’s concept of man, Londra 1963; Aa. Vv., Kierkegaard vivant, Parigi
1966; T. Periini, Che cosa ha veramente detto Kierkegaard, Roma 1968; K.
Hamilton, The promise of Kierkegaard, Filadelfia 1969.
KILPATRICK (William Heard), pedagogista americano (White Plains, Georgia, 1871