Page 463 - Dizionario di Filosofia
P. 463
Bibliogr.: Die Entwicklung der zeichnerischen Begabung, Monaco 1905; Der
Begriff der Arbeitsschule, Lipsia 1912 (trad. it.: Firenze 1935); Autorität und
Freiheit als Bildungsgrundsätze, Lipsia 1924; Theorie der Bildung, Lipsia 1926; su
K.: E. Bertrand, L’oeuvre scolaire du dr. Kerschensteiner à Munich, Parigi 1904;
R. Prantl, Kerschensteiner als Pädagog, Würzburg 1917; G. Calò, Dall’umanesimo
alla scuola del lavoro, Firenze 1940; G. Gaspari, Educazione e lavoro in
Kerschensteiner, Firenze 1940; L. Lumbelli, G. Kerschensteiner e il rinnovamento
pedagogico tedesco, Firenze 1967.
KEYSERLING (Hermann, conte), filosofo e scrittore tedesco (Könno, Livonia, 1880-
Innsbruck 1946). Laureatosi in geologia a Vienna nel 1902, abbandonò gli studi
scientifici per la filosofia accentuando sempre più i caratteri irrazionalistici e mistici
della propria concezione del mondo. Dopo la pubblicazione dei Prolegomeni alla
filosofia della natura (1910) compì un viaggio intorno al mondo, dedicando
un’attenzione particolare ai popoli dell’Estremo Oriente e verificando nel vivo della
sua esperienza la contrapposizione fra la civiltà orientale e quella occidentale, che
costituisce il motivo centrale dell’opera Relazioni interne dei problemi culturali
dell’Oriente e dell’Occidente (1913) e del suo libro più famoso, Il giornale di
viaggio di un filosofo (1919). Keyserling fu affascinato dalla mentalità orientale,
poiché gli parve che in uno spontaneo simbolismo essa cogliesse dietro la realtà
visibile oscuri e invisibili significati, in contrapposizione con l’anima
dell’Occidente, impoverita dal realismo e dalla preoccupazione fanatica
dell’esattezza e della misura. Nel 1920 fondò a Darmstadt la « Scuola della saggezza
», con l’intento di trasformare l’arido filosofo-scienziato dell’Occidente in un saggio
e in un mago. Le sue opere successive svilupparono variamente i temi della
decadenza dell’Occidente e del suo possibile riscatto, della necessità dell’ «
interiorizzazione » della filosofia, della rinascita dell’uomo moderno (Rinascita,
1925; La rivoluzione mondiale e la responsabilità dello spirito, 1934; Dalla
sofferenza alla pienezza, 1938).
KIERKEGAARD (Søren Aabye), filosofo e teologo danese (Copenaghen 1813-1855).
Trascorse tutta la vita nella città natale, a parte alcuni soggiorni a Berlino, durante il
più lungo dei quali (1841-1842) ascoltò le lezioni di Schelling, ormai giunto alla
fase cosiddetta « positiva » della sua evoluzione filosofica. Dopo una giovinezza
inquieta, caratterizzata dal tentativo di realizzare quella che egli chiamò la « vita
estetica », cioè l’esistenza impegnata a cogliere l’attimo sempre nuovo e a godere
sapientemente della piacevole varietà delle occasioni, Kierkegaard fu spinto dalla
morte del padre (1838) a scegliere un tipo di vita più responsabile e ordinato (la «
vita etica »). Si laureò in teologia (1840) con la dissertazione Sul concetto di ironia
con particolare riguardo a Socrate e si fidanzò nello stesso anno con Regina Olsen.
Ma non divenne né un pastore, secondo le speranze paterne, né un tranquillo e
metodico padre di famiglia. Il fidanzamento fu presto rotto e in Aut-Aut* (1843), al
di là della vita estetica e di quella etica, di cui è sottolineata l’insufficienza, viene
proposta la scelta religiosa, come incertezza angosciosa e sublime vissuta nel
rapporto contraddittorio del singolo con Dio. L’ultima parte della vita di