Page 460 - Dizionario di Filosofia
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Carabellese. Nello stesso senso indiretto possono essere considerate filiazioni del

          criticismo tanto l’empiriocriticismo (R. Avenarius ed E. Mach), quanto la « critica
          della scienza » che precede e accompagna il tramonto del positivismo classico (J.
          Lachelier,  E.  Boutroux,  H.  Bergson,  H.  Poincaré,  P.  Duhem).  L’antipsicologismo
          della gnoseologia kantiana è una delle componenti storicospeculative del pensiero di
          Husserl e della fenomenologia in genere. In questo solo senso si può forse parlare di
          una  presenza  di  Kant  nella  filosofia  contemporanea,  nella  quale  sembra  peraltro

          prevalente  la  tendenza  a  relativizzare  e  storicizzare  gli  assoluti,  ivi  compreso  l’a
          priori kantiano.
          KARMAN o KARMA. Termine sanscrito che indica l’azione e i suoi effetti. In epoca
          vedica, karman indica l’atto rituale; nel brahmanesimo indica l’atto che genera la
          trasmigrazione, e significato analogo ha anche nel buddhismo e nel giainismo. Una
          delle idee centrali della religione e della filosofia indiana, il karman è non solo ogni

          atto compiuto dall’individuo nel corso della sua vita presente, ma anche la somma, il
          risultato degli atti compiuti nelle sue esistenze precedenti, assumendo il carattere di
          una sorta di predestinazione che grava pesantemente sul suo avvenire escatologico.
          KAUFMANN (Felix), filosofo austriaco (Vienna 1895 - New York 1949). Laureatosi

          in filosofia e in legge a Vienna, vi tenne la cattedra di filosofia del diritto; dal 1938
          insegnò filosofia alla New School for Social Research di New York. Fu vicino al «
          circolo di Vienna », senza tuttavia condividerne appieno le posizioni, che cercò anzi
          di  mediare  con  la  fenomenologia  husserliana.  Fu  soprattutto  un  metodologo  della
          scienza.  Opere  principali: Logica  e  scienza  del  diritto  (1922), L’infinito  nella
          matematica e la sua eliminazione (1930), Metodologia delle scienze sociali (1936,
          ampiamente rifatta e ripubblicata in inglese nel 1944).

          KAUTSKY(Karl), filosofo e uomo politico tedesco (Praga 1854 - Amsterdam 1938).
          Collaboratore di Engels, fondò nel 1883 la rivista Die neue Zeit; in polemica con
          Bernstein, arrivò nel 1917 a fondare un partito socialdemocratico indipendente, su
          posizioni  di  rifiuto  della  guerra.  Nel  1917  prese  posizione  contro  Lenin  e  la

          rivoluzione  bolscevica.  A  lungo  considerato  l’erede  di  Marx  e  di  Engels,  e  il
          continuatore  della  tradizione  del  socialismo  scientifico,  in  effetti  Kautsky  ha
          impoverito  e  gravemente  distorto  la  tematica  marxiana,  riducendola  a  un
          determinismo materialista meccanico, che si è posto a sostegno di posizioni politiche
          antirivoluzionarie.

          Bibliogr.:  In  italiano: Le  dottrine  economiche  di  Carlo  Marx,  Milano  1945;
          Terrorismo  e  comunismo,  Milano  1946; La  questione  agraria,  Milano  1959; La
          dittatura del proletariato,  Milano 1963; L’origine del cristianesimo, Roma 1970;
          Etica e concezione materialistica della storia,  Milano  1975;  su  K.:  V.  Lenin, La
          rivoluzione proletaria e il rinnegato  Kautsky  (1918);  L.  Trotsky, The defense of
          terrorism: a replay to Kautsky, Nuova York 1921.

          KELLES-KRAUZ (Kasimir), scrittore polacco (Szczebrzeszyn, Lublino, 1872 - Vienna
          1906).  Fornì  le  basi  teoriche  al  partito  socialista  polacco,  conciliando  i  principi
          internazionali del socialismo con le aspirazioni all’indipendenza nazionale.
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