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all’astronomia. Professore di matematica in un ginnasio protestante di Graz, ne fu
allontanato nel 1600 a causa delle persecuzioni religiose; si rifugiò a Praga dove
divenne allievo e assistente di Tycho Brahe, Divenuto astronomo dell’imperatore
Mattia II, fu nominato professore di matematica a Linz (1611). Dopo aver rifiutato
(1617) la cattedra offertagli dall’università di Bologna, si mise al seguito del
Wallenstein, il quale credeva nell’influsso degli astri, con l’incarico di compilare
oroscopi.
Il suo merito maggiore fu quello di avere dato un modello geometrico del sistema
solare che è rimasto immutato dopo più di tre secoli. Utilizzando e completando egli
stesso le numerose osservazioni del moto apparente del Sole eseguite da Tycho
Brahe, cercò la forma della curva che poteva spiegare i dati di osservazione relativi
al moto della Terra intorno al Sole. Provò dapprima con un cerchio in cui il Sole
fosse leggermente spostato dal centro lungo la linea degli apsidi, poi con un ovale e
infine con un’ellisse col Sole in uno dei fuochi, giungendo così alla prima delle sue
famose leggi. Tale scoperta si applicava anche agli altri pianeti, e i risultati così
ottenuti vennero pubblicati nel 1609 nell’opera Astronomia nova insieme con la
seconda legge. Proseguì quindi applicando tali leggi al moto dei satelliti di Giove;
non riuscì invece a spiegare il più complicato moto della Luna, spiegazione che
venne data nel 1638 da Horrocks. Le ellissi di Keplero segnarono la fine del
concetto di perfezione associato al moto circolare introdotto nell’astronomia due
millenni prima e conservato ancora da Copernico. Nel 1619, nell’opera Harmonices
mundi, espose infine la terza legge; le sue scoperte riguardo alla posizione del Sole
rispetto ai pianeti e al moto di questi costituirono, mezzo secolo dopo, il punto di
partenza di Newton per la scoperta della legge di gravitazione universale.
Bibliogr.: L’edizione delle opere complete di K. è in corso di stampa, a cura di W.
von Dyck, M. Caspar e F. Hammer, Monaco 1937 e segg.; su K.: M. Caspar,
Johannes Kepler, Stoccarda 1948; G. Abetti, Keplero, Brescia 1951; W. Pauli, The
influence of archetypal ideas on the scientific theories of Kepler, in C. G. Jung e
W. Pauli, The interpretation of nature and the psyche, Londra 1955.
KERSCHENSTEINER (Georg), pedagogista tedesco (Monaco di Baviera 1854-1932).
Dal 1895 diresse l’organizzazione scolastica di Monaco, da lui rinnovata
radicalmente nel settore delle scuole popolari e professionali; dal 1919 fino alla
morte fu professore di pedagogia nell’università locale. È celebre soprattutto come
creatore della « scuola del lavoro » e come teorico del valore educativo del lavoro.
In opposizione alla scuola libresca, accusata di astrattezza, egli sostenne che la
personalità del fanciullo si sviluppa compiutamente nel lavoro, inteso non come fine
(non si tratta infatti di istituire semplicemente scuole di preparazione professionale),
ma come strumento di formazione, anche dal punto di vista morale e sociale. Opere
principali: Problemi fondamentali circa l’organizzazione della scuola (1907), Il
concetto dell’educazione civile (1909), Il concetto dell’educazione del lavoro
(1912), L’anima dell’educatore e il problema della formazione degli insegnanti
(1921), Teoria della cultura (1926).