Page 462 - Dizionario di Filosofia
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all’astronomia.  Professore di matematica in un ginnasio protestante di  Graz, ne fu
          allontanato nel 1600 a causa delle persecuzioni religiose; si rifugiò a  Praga dove
          divenne  allievo  e  assistente  di  Tycho  Brahe,  Divenuto  astronomo  dell’imperatore
          Mattia II, fu nominato professore di matematica a Linz (1611). Dopo aver rifiutato
          (1617)  la  cattedra  offertagli  dall’università  di  Bologna,  si  mise  al  seguito  del
          Wallenstein, il quale credeva nell’influsso degli astri, con l’incarico di compilare

          oroscopi.
          Il suo merito maggiore fu quello di avere dato un modello geometrico del sistema
          solare che è rimasto immutato dopo più di tre secoli. Utilizzando e completando egli
          stesso  le  numerose  osservazioni  del  moto  apparente  del  Sole  eseguite  da  Tycho
          Brahe, cercò la forma della curva che poteva spiegare i dati di osservazione relativi
          al moto della Terra intorno al Sole. Provò dapprima con un cerchio in cui il Sole
          fosse leggermente spostato dal centro lungo la linea degli apsidi, poi con un ovale e

          infine con un’ellisse col Sole in uno dei fuochi, giungendo così alla prima delle sue
          famose leggi.  Tale scoperta si applicava anche agli altri pianeti, e i risultati così
          ottenuti  vennero  pubblicati  nel  1609  nell’opera Astronomia  nova  insieme  con  la
          seconda legge. Proseguì quindi applicando tali leggi al moto dei satelliti di Giove;
          non  riuscì  invece  a  spiegare  il  più  complicato  moto  della  Luna,  spiegazione  che
          venne  data  nel  1638  da  Horrocks.  Le  ellissi  di  Keplero  segnarono  la  fine  del

          concetto  di  perfezione  associato  al  moto  circolare  introdotto  nell’astronomia  due
          millenni prima e conservato ancora da Copernico. Nel 1619, nell’opera Harmonices
          mundi, espose infine la terza legge; le sue scoperte riguardo alla posizione del Sole
          rispetto ai pianeti e al moto di questi costituirono, mezzo secolo dopo, il punto di
          partenza di Newton per la scoperta della legge di gravitazione universale.

          Bibliogr.: L’edizione delle opere complete di K. è in corso di stampa, a cura di W.
          von  Dyck,  M.  Caspar  e  F.  Hammer,  Monaco  1937  e  segg.;  su  K.:  M.  Caspar,
          Johannes Kepler, Stoccarda 1948; G. Abetti, Keplero, Brescia 1951; W. Pauli, The
          influence of archetypal ideas on the scientific theories of Kepler, in C. G. Jung e
          W. Pauli, The interpretation of nature and the psyche, Londra 1955.

          KERSCHENSTEINER (Georg), pedagogista tedesco (Monaco di Baviera 1854-1932).
          Dal  1895  diresse  l’organizzazione  scolastica  di  Monaco,  da  lui  rinnovata
          radicalmente  nel  settore  delle  scuole  popolari  e  professionali;  dal  1919  fino  alla
          morte fu professore di pedagogia nell’università locale. È celebre soprattutto come
          creatore della « scuola del lavoro » e come teorico del valore educativo del lavoro.
          In  opposizione  alla  scuola  libresca,  accusata  di  astrattezza,  egli  sostenne  che  la

          personalità del fanciullo si sviluppa compiutamente nel lavoro, inteso non come fine
          (non si tratta infatti di istituire semplicemente scuole di preparazione professionale),
          ma come strumento di formazione, anche dal punto di vista morale e sociale. Opere
          principali: Problemi fondamentali circa l’organizzazione della scuola  (1907), Il
          concetto  dell’educazione  civile  (1909), Il  concetto  dell’educazione  del  lavoro
          (1912), L’anima dell’educatore e il problema della formazione degli insegnanti

          (1921), Teoria della cultura (1926).
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