Page 446 - Dizionario di Filosofia
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a imprevedibili mutamenti di rotta, a veri e propri « lampi di genio ». Per J. Stuart

          Mill  e  per  C.  Peirce  l’ipotesi  coincide  allora  col  momento  «  inventivo  »  della
          ricerca:  invece  di  ricavare  la  legge  da  un  interminabile  processo  induttivo,  lo
          scienziato  la  «  inventa  »  come  ipotesi,  e  si  rivolge  all’esperimento  solo  per  la
          necessaria  verifica.  La  riflessione  contemporanea  sulla  scienza  conserva
          sostanzialmente questa interpretazione della funzione dell’ipotesi, con l’aggiunta di
          una  più  acuta  consapevolezza  del  carattere  provvisorio  e  strumentale  di  essa.  Le

          ipotesi sono più o meno « utili » e più o meno « feconde », non più o meno vere;
          come  del  resto  le teorie,  dalle  quali  le  ipotesi  si  distinguono,  secondo  l’uso  più
          corrente dei termini, solo per il campo più ristretto di fenomeni che sono chiamate ad
          abbracciare e per la minore organicità. Il rapporto fra il momento dell’ipotesi e il
          momento  della  verifica  nella  ricerca  scientifica  è  stato  acutamente  analizzato  dal
          grande fisiologo francese Claude Bernard nella sua Introduzione allo studio della
          medicina  sperimentale*.  Quando  ha  organizzato  l’esperimento,  egli  scrive,  lo

          scienziato doveva avere « un’idea preconcetta », un’ipotesi di partenza. « Ma, dal
          momento  in  cui  si  manifesta  il  risultato  dell’esperimento,  lo  sperimentatore  deve
          trasformarsi in osservatore ». In verità, se egli rimanesse troppo affezionato alla sua
          ipotesi, rischierebbe, per la prepotenza dello spirito sistematico, di non saper più
          ascoltare la voce della natura.

          IPOTÈTICO.  Nella  logica  tradizionale  si  dice  di  un  giudizio  in  cui  resistenza  del
          soggetto, o il riferimento ad esso di un dato attributo, consegue all’esistenza di un
          altro soggetto o alla riferibilità a questo di un altro attributo. La forma del giudizio
          ipotetico è perciò la seguente: «  Se è A, è  B », oppure: «  Se A è  C,  B è  D ». •
          Sillogismo ipotetico, quello che ha come premessa maggiore un giudizio ipotetico.
          (Del sillogismo ipotetico, caratteristico della logica stoica,  Zenone di  Cizio dava
          questo esempio: « Se è giorno, c’è luce; ma è giorno: dunque c’è luce ».)

          IPOTETICO-DEDUTTIVO. Si dice di un metodo scientifico, come quello matematico,
          fondato  sull’assunzione  di  premesse  non  dimostrate  (ipotesi),  le  quali  sono
          riconosciute  valide  solo  in  funzione  dell’attestazione  fornita  dalle  conseguenze  da
          esse dedotte.

          ÌPPIA di Elide, in gr. Hippías, matematico e filosofo greco della seconda metà del V
          sec.  a.C.  Secondo  Platone  avrebbe  insegnato  aritmetica,  geometria,  astronomia  e
          musica.  Cercando  di  risolvere  il  problema  della  trisezione  dell’angolo,  scoprì  e
          utilizzò  a  questo  scopo  una  curva  la  quale,  usata  più  tardi  (335  a.C.  circa)  da
          Dinostrato nei suoi tentativi di quadratura del cerchio, prese per questo il nome di «

          quadratrice ». Fu autore di numerose opere erudite. Platone ne ha lasciato un ritratto
          satirico nel Protagora e nei due dialoghi intitolati col suo nome: l’Ippia maggiore e
          l’Ippia minore.
          IPPÒCRATE,  in  gr. Hippokrátēs,  uno  dei  maggiori  medici  dell’antichità  (Coo  460

          circa a.C. - Larissa 377 circa a.C.). Dedicatosi all’arte medica per lunga tradizione
          familiare, fondò nell’isola natia una scuola medica che tramandò i suoi insegnamenti
          in una collezione di oltre 60 libri. Fu l’iniziatore dell’osservazione clinica obiettiva,
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