Page 451 - Dizionario di Filosofia
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nell’ambito di un complesso imprenditoriale, soltanto quando si sia acquisito l’abito

          allo studio e alla ricerca e la mente sia stata esercitata ad assimilare continuamente
          idee nuove.
          ITALICA (SCUOLA). Denominazione dell’antica scuola filosofica fondata da Pitagora
          a Crotone, nella Magna Grecia, e più nota come scuola pitagorica.

          JUNG  (Carl  Gustav),  psichiatra  svizzero  (Kesswil,  Turgovia,  1875  -  Küsnacht,
          Zurigo,  1961).  Figlio  di  un  pastore  evangelista,  studiò  medicina  a  Basilea  e  in
          seguito psichiatria a Zurigo. Fu assistente presso una clinica psichiatrica di Zurigo
          sotto la guida di Bleuler. Dal 1906 al 1910 collaborò con Freud. Per qualche tempo
          fu difensore della psicoanalisi negli ambienti accademici e diede un suo personale
          contributo,  avendo  studiato  il  fenomeno  della  demenza  precoce  alla  luce

          psicoanalitica. Un fondo di misticismo gli impedì di accettare i principi fondamentali
          della  psicoanalisi;  elaborò  quindi  una  teoria  psicologica  che  si  oppone  alla
          psicoanalisi  nei  punti  fondamentali.  Il  distacco  da Freud  fu  segnato  dalla
          pubblicazione, nel 1912, dell’opera La libido, simboli e trasformazioni, nella quale
          elaborò una teoria della libido che si oppone a quella di Freud. Per Jung la libido è
          una  sorta  di  energia  primaria  desessualizzata.  Il  concetto  di  inconscio  di  Jung  si

          oppone a quello di  Freud e non presenta una struttura dinamica.  Egli distingue un
          inconscio personale e un inconscio collettivo: l’inconscio personale coincide con il
          preconscio freudiano mentre l’inconscio collettivo è, come dice Jung stesso, « una
          poderosa  massa  ereditaria  spirituale  che  rinasce  in  ogni  struttura  cerebrale
          individuale  »,  composta  da archetipi,  cioè  immagini  antiche  appartenenti  al
          patrimonio comune dell’umanità, risultato di esperienze ricorrenti nella vita (nascita,
          morte,  maternità,  fuga  dal  pericolo,  ecc.).  Nella  tipologia  egli  distingue  un

          atteggiamento  introverso  da  un  atteggiamento  estroverso.  Nella  teoria  junghiana,
          inoltre,  ha  un  posto  importante  il  processo  di  individuazione,  che  consiste  nella
          realizzazione del significato individuale dell’esistenza. Jung denominò la sua teoria
          « psicologia analitica ».
          Riguardo  alla  genesi  delle  nevrosi,  mentre  per  Freud  il  fattore  scatenante  va

          ricercato  in  un  conflitto  tra  gli  istinti  individuali  e  le  coercizioni  imposte
          dall’ambiente,  per  Jung  le  nevrosi  si  instaurano  in  individui  predisposti
          somaticamente in cui si sia verificata una rottura del fragile equilibrio esistente tra
          conscio e inconscio.
          Bibliogr.: È in corso di pubblicazione l’edizione italiana delle opere presso la casa
          editrice Boringhieri, Torino.  Tra le altre edizioni: Tipi psicologici (1920), Torino

          1948; Psicologia e alchimia (1944), Roma 1950; Ricordi, sogni e riflessioni, a cura
          di G. Russo e A. Jaffé, Milano 1965; su J.: F. Fordham, An introduction to Jung’s
          psychology, Londra 1953 (trad. it.: Firenze 1961); Aa. Vv., Studien zur analitische
          Psychologie Carl Gustav Jungs, 2 voll., Zurigo 1955; E. Glover, Freud o Jung?, a
          cura di E. Facchinelli, Milano 1967.

          JUVALTA (Erminio), filosofo italiano (Chiavenna, Sondrio, 1863 -Torino 1934). Fu
          allievo del Cantoni a Pavia e, dopo un lungo periodo di insegnamento medio, ebbe
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