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          KAMES  (Henry  HOME,  lord),  filosofo  inglese  (Karnes,  Berwickshire,  1696  -
          Edimburgo  1782).  Ha  un  posto  di  qualche  rilievo  nella  storia  dell’estetica  per  il
          breve  scritto Elementi di critica (1762), nel quale viene abbozzata una teoria del
          gusto sulla base dell’analisi psicologica e fisiologica dell’esperienza estetica, con

          accenti molto simili a quelli di Hume. Esponente della filosofia del « senso comune
          »,  è  una  delle  più  caratteristiche  figure  dell’Illuminismo  scozzese,  per  la  sua
          versatilità  e  l’ampiezza  dei  suoi  interessi.  Altri  scritti: Saggi  sui  principi  della
          morale e della religione naturale (1751), Introduzione all’arte di pensare (1761).
          Bibliogr.: Su K.: A. E. Mc Guinness, Henry Home, Lord Kames, Nuova York 1970;

          W. C. Lehmann, Henry Home, Lord Kames, and the Scottish enlightenment, l’Aja
          1971; I. S. Ross, Lord Kames and the Scotland of his day, Oxford 1972.
          KANT  (Immanuel),  filosofo  tedesco  (Königsberg,  od.  Kaliningrad,  1724-1804).
          Trascorse  tutta  la  vita  a  Königsberg,  dove  era  nato  da  una  famiglia  di  modesta

          condizione  (il  padre  era  sellaio).  A  otto  anni  entrò  nel  Collegium  fridericianum,
          diretto da Albert Schieltz, seguace del movimento pietista: il piccolo Kant era stato
          del  resto  avviato  già  dalla  madre  alla  devozione  pietistica,  caratterizzata
          dall’atteggiamento,  sopraconfessionale  e  dalla  fede  nel  valore  salvifico  del
          sentimento e dell’azione pratica. A sedici anni entrò nell’università di Königsberg,
          dove seguì i corsi di  Martin  Knutzen, wolffiano e pietista anche lui.  Dal 1746 al
          1755 continuò gli studi e approfondì fra l’altro particolarmente la conoscenza della
          fisica  di  Newton,  guadagnandosi  intanto  da  vivere  con  il  lavoro  di  precettore

          privato, finché nel 1755 conseguì il dottorato con una dissertazione dal titolo Del
          fuoco  (De  igne).  Nel  quindicennio  successivo  le  sue  meditazioni  e  la  lettura
          appassionata  di  Hume  e  di  Rousseau  lo  distaccarono  sempre  più  dagli  originari
          influssi wolffiani. Nel 1770 divenne professore ordinario di logica e di metafisica
          presso l’università di Königsberg. Sul carattere metodico e abitudinario della vita di

          Kant esiste una nota tradizione aneddotica, secondo la quale, fra l’altro, i cittadini di
          Königsberg avrebbero regolato gli orologi sull’ora della quotidiana passeggiata del
          filosofo.  Ma  l’uomo  non  viveva  affatto  fuori  del  mondo,  e  la  stessa  tradizione  ci
          avverte  che  egli  sconvolse  i  suoi  orari  quando  apprese  con  emozione  profonda  i
          primi successi della Rivoluzione francese. Gli ultimi anni della vita di Kant furono
          caratterizzati dal rapido declino delle sue facoltà mentali. Gli scritti pubblicati prima
          del 1770 rappresentano il periodo « precritico ». Si tratta di lavori convenzionali,

          talvolta anche confusi, nei quali l’autore si sforza di definire i concetti fondamentali
          della  nuova  meccanica,  cercando  di  risolvere  il  conflitto  fra  le  posizioni  dei
          cartesiani,  dei  leibniziani  e  dei  newtoniani,  come  nello  scritto  del  1746 Pensieri
          sulla  vera  interpretazione  delle  forze  vive.  Assai  più  interessante  è  l’opera  del
          1755 Storia  naturale  universale  e  teoria  del  cielo,  nella  quale  Kant  prospetta
          l’ipotesi  della  derivazione  del  sistema  solare  dal  moto  vorticoso  di  una  nebulosa

          staccatasi dal caos originario (V. voce seg.), e contesta comunque a Newton che sia
          indispensabile  far  intervenire  un  principio  soprannaturale  per  rendere  ragione
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