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difendere il soggetto dall’autodistruzione (masochismo primario). Talvolta invece
questo istinto aggressivo si riflette sul soggetto dando luogo al masochismo
secondario.
ISTRUZIONE. Il concetto di istruzione, intesa sia come procedimento metodico di
comunicazione e di acquisizione del sapere sia come l’insieme delle conoscenze
acquisite, non può essere approfondito se non nell’ambito di una più generale
problematica educativa. Anzitutto si pone il problema del rapporto tra istruzione ed
educazione, ossia del valore del fattore intellettuale nella formazione della
personalità: secondo le tendenze della psicologia intellettualistica, che attribuiva ai
fattori intellettivi una prevalenza sulla volontà e sull’affettività in genere (illuministi,
Herbart), l’istruzione è di per se stessa educativa, in quanto compito fondamentale
dell’educazione deve essere la formazione delle idee e del retto giudizio; per altri
invece la formazione del carattere e della volontà, l’autodisciplina, l’equilibrio
fisico, ecc. hanno prevalente, importanza e valore rispetto allo sviluppo
dell’intelligenza e all’acquisizione del sapere.
Ma, anche nell’ambito esclusivo della formazione intellettuale, si distingue
l’istruzione materiale, o informativa, che si preoccupa di erudire, di arricchire la
mente di conoscenze, dall’istruzione formale, che tende a sviluppare le capacità
intellettuali, a potenziare la facoltà di apprendere piuttosto che ad aumentare il
numero delle cognizioni. Sostenitore della prima può considerarsi il Comenio,
secondo il quale « nella scuola si deve insegnare tutto a tutti »; mentre Montaigne e
Rousseau sono stati, nella storia della pedagogia, i teorici dell’istruzione formale.
Circa la scelta dei mezzi per ottenere un tale potenziamento delle capacità
intellettive, sorge il contrasto tra i sostenitori del valore formativo della cultura
umanistico-letteraria e filosofica (Gentile), i sostenitori della cultura scientifica (di
cui alcuni sono per una prevalenza delle discipline logico-matematiche, altri, come
lo Spencer, preferiscono le scienze sperimentali, per le quali si acquista l’abito
all’osservazione e all’induzione) e infine i sostenitori di un insegnamento di tipo
tecnico e pratico, che accusano la scuola di cultura di astrattezza e insistono invece
sul valore educativo del lavoro (Kerschensteiner, Dewey, i fautori della « scuola
attiva »).
Occorre rilevare che il problema dell’istruzione non si pone soltanto in vista di una
formazione generale della personalità, ma anche in relazione a scopi utilitari più
immediati: onde nasce la distinzione tra istruzione generale e istruzione
specializzata, intesa a una preparazione professionale. Le esigenze della società
contemporanea, determinate dal progresso tecnico, dall’industrialismo, dalla
divisione del lavoro, hanno accentuato l’importanza dell’istruzione di tipo tecnico e
professionale. In tutti i paesi civili, accanto alle scuole tradizionali, si sono venuti
diffondendo sempre più scuole e corsi di preparazione a funzioni ben precise da
svolgere, a tutti i livelli, nel mondo del lavoro. Ora, proprio nell’ambito di queste
scuole si ripresenta, forse in termini più concreti, il problema della distinzione tra
istruzione materiale e istruzione formale: infatti una tecnica particolare di lavoro può
essere appresa facilmente, mediante un breve corso di specializzazione da seguire