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INTENZIONALITÀ. Tensione della coscienza verso l’altro da sé. Il termine, derivato

          dalla scolastica (V.  INTENZIONE), fu introdotto nel linguaggio filosofico moderno da
          F. Brentano per designare la caratteristica dei fatti psichici, che hanno tutti in comune
          il riferimento a un oggetto, e ripreso poi da Husserl per indicare la forma essenziale
          di ciò che si chiama « coscienza », ovvero la sua relazione all’oggetto.

          INTENZIONE.  Nella  metafisica  scolastica,  intensità: Dio  è  l’essere  infinito  per
          intenzione significa che l’infinità di Dio è di ordine intensivo, non estensivo. • Nella
          gnoseologia  scolastica, intenzione  prima,  l’idea  diretta  e  obbiettiva; intenzione
          seconda, l’idea astratta e generale.
          Per  Guglielmo  di  Occam,  per  es.,  la  conoscenza  è  intenzione  in  quanto  diretto
          riferimento della mente alla cosa, senza interposizione di specie o di forme. Dopo la
          scolastica  per  molti  secoli  la  nozione  e  il  termine  relativo  non  ebbero  più
          cittadinanza  nel  pensiero  gnoseologico,  finché  nel XIX  sec.  non  furono  ripresi  dal

          filosofo tedesco F. Brentano. (V. INTENZIONALITÀ.)
          INTERAZIONE. La nozione di interazione, o di azione reciproca (come pure quella di
          interdipendenza),  è  una  delle  nozioni  fondamentali  delle  filosofie  dialettiche  e  in
          generale  di  tutte  le  concezioni  «  organiche  »  del  mondo,  ovvero  di  tutte  quelle

          filosofie che considerano i diversi fenomeni della natura e della società come legati
          fra loro e condizionantisi reciprocamente. Nell’ambito dei fenomeni naturali, per es.,
          l’essere yivente è modificato dall’ambiente e lo modifica a sua volta: la pianta fissa
          l’ossigeno  atmosferico  e  condiziona  l’atmosfera  cedendole  anidride  carbonica  e
          vapor acqueo; trae il nutrimento dal suolo e modifica al tempo stesso la struttura e la
          composizione  di  questo.  Nell’ambito  dei  fenomeni  sociali,  i  fatti  economici
          condizionano le decisioni politiche, ma la politica a sua volta modifica l’economia.

          Nessun fenomeno naturale o sociale può essere perciò adeguatamente compreso, se
          viene isolato dal contesto di cui fa parte, fungendo al tempo stesso da causa e da
          effetto.
          INTERESSE.  Poiché  la  partecipazione  attiva  dell’educando  al  processo  della  sua
          formazione è uno dei motivi fondamentali della riflessione pedagogica a partire da

          Rousseau, è naturale che la nozione di interesse abbia assunto un rilievo primario nel
          pensiero  educativo  moderno.  Herbart  pone  come  fine  dell’educazione  lo  sviluppo
          nel  discente  di  una  armonica plurilateralità  di  interessi,  in  modo  che  la  pur
          necessaria  specializzazione  emerga  da  una  base  di  amoroso  legame  con  il  tutto.
          L’interesse, secondo  Herbart, è un atteggiamento intermedio fra la contemplazione
          distaccata  e  l’intervento  attivo:  proprio  per  questa  sua  indeterminatezza  e
          disponibilità esso è la condizione preliminare di ogni genuino apprendimento. Anche

          per  Dewey  l’identificazione  tendenziale  dell’io  con  un  qualunque  oggetto  o  idea
          assunti  come  positivi  e  desiderabili  è  il  momento  fondamentale  del  processo  di
          formazione del fanciullo: l’educazione organizzata ha il compito di portare alla luce
          i  valori  scientifici  e  morali  che  sono  impliciti  negli  interessi  più  largamente
          condivisi (nutrirsi, vestirsi, difendersi dalle intemperie, ecc.). Per contro l’assenza
          di  ogni  legame  con  l’oggetto  o  la  idea  di  cui  l’io  si  deve  appropriare  riduce

          l’apprendimento  a  puro  sforzo  gratuito,  innaturale  e  deformante.  Questi  concetti
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