Page 434 - Dizionario di Filosofia
P. 434

Al di là dell’ottimismo della linea idealistico-kantiana, tuttavia, il problema della

          giustificazione dell’induzione viene ereditato dalla filosofia e dalla scienza moderne
          nella forma datagli da Hume. La generalizzazione operata su un numero limitato di
          casi si traduce essenzialmente per la scienza, egli osservava, nella possibilità di fare
          previsioni. Il passato diventa regola per il futuro e l’uomo, attraverso alcuni eventi
          che fungono da segni, anticipa con sicurezza il verificarsi di altri. Ma tutto questo
          presuppone  che  le  cose  si  comportino  sempre  allo  stesso  modo,  che  si  abbiano

          sempre gli stessi ordini di successione e che insomma la natura sia uniforme.  Ma
          l’uniformità della natura, legge generalissima e condizione della validità di tutte le
          altre leggi, è un presupposto verificabile, o deve essere accettato acriticamente, con
          uno  di  quegli  atti  di  fede  con  cui  le  esigenze  pratiche  ci  impongono  talvolta  di
          tagliare corto nelle questioni insolubili? Hume aveva visto chiaramente che non ha
          senso chiedere all’esperienza di garantire l’uniformità della natura, e che un discorso
          siffatto  è  un  tipico  circolo  vizioso:  l’esperienza  si  appoggia  sull’uniformità  della

          natura, la quale a sua volta si fonda sull’esperienza. E tuttavia un indagatore acuto
          dei processi conoscitivi come J.  Stuart  Mill ritenne di poter dimostrare, nella sua
          Logica,  che  il  principio  dell’uniformità  della  natura  è  solo  la  generalizzazione
          induttiva  di  quelle  uniformità  particolari  che  sono  espresse  nelle  varie  leggi
          scientifiche.  Riassumendo,  la  storia  della  riflessione  filosofica  sul  concetto  di
          induzione autorizza a stabilire alcune conclusioni, che sono le seguenti: l’induzione

          completa è impossibile; all’induzione incompleta si può attribuire una validità che
          vada  oltre  i  casi  considerati  solo  se  si  ammettono  presenti  nella  natura  forme  e
          strutture permanenti, che si svelano nella loro autonoma verità al termine di ricerche
          parziali opportunamente condotte; la struttura che consente di ricavare dall’induzione
          anticipazioni sul futuro è quella dell’uniformità della natura.
          Lo schema metafisico entro cui quest’ultima nozione è stata di solito inquadrata è
          quello  deterministico:  ogni  evento  è  un  effetto  prodotto  da  una  causa;  alla  stessa

          causa seguono gli stessi effetti. Nella seconda metà del XIX sec. il determinismo entra
          in  crisi,  sia  per  raffermarsi,  oltre  il  positivismo,  di  filosofìe  di  ispirazione
          variamente vitalistica e spiritualistica, sia per la revisione sempre più rigorosa a cui
          la  scienza  viene  sottoponendo  i  suoi  fondamenti.  In  conseguenza  di  ciò  anche
          l’induzione  perde  la  sua  fisionomia  tradizionale  di  misteriosa  scorciatoia  per

          arrivare alla conquista di verità necessarie e viene prevalentemente intesa come una
          tecnica di ricerca di sperimentata funzionalità, che consente di fare generalizzazioni
          più o meno attendibili e previsioni dotate di un grado più o meno alto di probabilità.
          Particolarmente  il  neopositivismo  logico  ha  poi  insistito  sull’assenza  di  ogni
          significato nel problema della validità dell’induzione in generale e sulla necessità
          che la vecchia questione logico-metafisica si traduca nell’analisi concreta dei metodi
          di inferenza praticati dalle singole scienze.

          INERENZA. Rapporto per cui di una data sostanza si predicano determinati attributi.
          Aristotele distingueva l’inerenza semplice, che è quella di una determinazione non
          necessaria (per es., l’uomo è un animale « bellicoso »), dall’inerenza necessaria,
          che è quella propria delle determinazioni che appartengono all’essenza della cosa e
   429   430   431   432   433   434   435   436   437   438   439