Page 426 - Dizionario di Filosofia
P. 426

fisica, che è per definizione una perturbazione del sistema da misurare e, nel caso di

          sistemi  microscopici,  è  tale  da  rendere  impossibile  un’esatta  valutazione  della
          misura stessa.
          Per  fissare  correttamente  i  limiti  entro  cui  va  collocata  la  crisi  della  causalità
          tradizionale  e  per  intendere  il  senso  non  solo  negativo  della  nozione  di
          indeterminismo è necessario vedere quale valore venga attribuito dalla filosofia e
          dalla scienza contemporanee ai concetti abitualmente introdotti come sostitutivi del

          nesso  causale.  Essi  sono: a)  il  concetto  di caso,  cioè  dell’inesistenza  di  una
          qualunque uniformità rilevabile in un certo gruppo di eventi. È tuttavia da osservare
          che nella concezione probabilistica della scienza moderna il caso non costituisce più
          una prospettiva sconcertante e che esso viene ridotco correttamente al concetto di «
          equivalenza delle probabilità ». La differenza fra il prevedibile e il casuale non è
          qualitativa,  ma  quantitativa; b)  il  concetto  di finalità,  tipico  dell’aristotelismo  e
          utilizzato nell’età moderna particolarmente nelle scienze biologiche, a seguito della

          constatata  insufficienza  del  puro  determinismo  a  spiegare  i  fenomeni  e
          l’organizzazione della vita. A questo proposito è necessario rilevare che la biologia
          moderna, pur ferma nel riconoscere infondato il vecchio postulato scientistico della
          riducibilità  dei  fenomeni  vitali  a  fenomeni  fisicochimici,  non  ritiene  affatto
          necessario ricorrere al soccorso delle cause finali, di efficacia e di legittimità più
          che  dubbie, c)  il  concetto  della libertà  umana,  che  conferisce  al  mondo  storico

          costruito dall’uomo una struttura del tutto differente da quella della natura. Una linea
          filosofica,  che  va  da  Vico  all’idealismo  classico  tedesco,  a  Dilthey,  a  Croce,  ha
          posto  l’accento  sull’inapplicabilità  dei  metodi  delle  scienze  naturali  al  mondo
          storico costruito dall’uomo. È vero che si sono costituite anche scienze dell’uomo e
          della realtà storico-sociale, come la psicologia, l’economia politica e la sociologia,
          che sulla base di metodologie di tipo scientifico ricercano ed elaborano le loro leggi
          « tendenziali » e si mettono in condizione di formulare attendibili previsioni. Resta

          tuttavia il fatto che la storia umana è pur sempre il regno dell’individuale e che le
          scienze  dello  spirito  (Geisteswissenschaften,  secondo  un  termine  della  cultura
          tedesca) hanno problemi e metodi senza dubbio diversi da quelli delle scienze della
          natura.  Una  storia  dell’uomo  che  presenti  tutti  i  fatti  concatenati  secondo  il  nesso
          deterministico  sarebbe  indubbiamente  una  rappresentazione  tendenziosa  del  reale

          andamento  delle  cose,  alla  quale  si  può  giungere  solo  a  prezzo  di  gravi
          impoverimenti  e  di  pesanti  coartazioni.  Ma  l’irriducibilità  del  corso  storico  alle
          leggi della causalità fisica non deve far concludere che nel mondo uma no regni la
          pura  irrazionalità  del  caos. Anche  a  non  voler  far  propria  la  fede  idealistica  nel
          carattere provvidenziale della storia e a considerare un tale atteggiamento come una
          sorta  di  teologia  mascherata,  si  deve riconoscere  che  una  ricostruzione  degli
          avvenimenti volta a dimostrare la loro razionalità è lo scopo legittimo della scienza
          storica.  Si  ammetta  pure  che  tale  razionalità  si  riduce  alla  dimostrazione  che

          l’avvenimento esaminato era possibile, non rientrando nei limiti della scienza storica
          provare che fosse necessario: si dovrà comunque riconoscere che anche in questo
          caso  la  prospettiva  indeterministica  non  implica  necessariamente  una  resa  a
   421   422   423   424   425   426   427   428   429   430   431