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(emozioni, bisogni primitivi), l’altra può esprimersi soltanto mediante allucinazioni,
nevrosi, psicosi, visioni.
INCONVERTIBILE. Nella logica aristotelico-scolastica, la proposizione della quale si
ricava una proposizione non significante o falsa, se si opera la conversione* dei
termini.
INDEFINITO. Secondo l’uso proposto da Cartesio e poi universalmente seguito,
ciò che non ha limite e che può essere quindi sempre maggiore di qualunque quantità
data: per es. il numero degli individui di una specie. (L’ambito di significato del
termine coincide più o meno con quello di indeterminato e di illimitato, ma non con
quello di infinito*.) In ambito cosmologico, fu Cusano a dichiarare l’universo
indefinito, sulla base dell’impossibilità di affermarne con certezza la finitezza o Ia
reale infinità, come farà invece più tardi Giordano Bruno.
• Proposizione indefinita, nella logica tradizionale, una proposizione generale, che
conviene a tutti gli enti della stessa specie.
INDETERMINISMO. Dottrina filosofica che nega la necessità del condizionamento
causale sia delle azioni umane sia dei fenomeni naturali. Il termine fu introdotto nel
XVIII sec. per designare quella dottrina morale secondo cui la libertà è concepibile
solo nel caso che si ponga la volontà come non condizionata da alcun motivo nelle
sue scelte. L’indeterminismo coincideva perciò, nell’uso originario della parola,
con la nozione di libero arbitrio di indifferenza. Il significato si ampliò più tardi
fino a comprendere tutte quelle concezioni che respingono la causalità come legge
fondamentale del mondo e norma dell’interpretazione scientifica di esso. Tale crisi
della causalità è evidente nelle metafisiche vitalistiche e spiritualistiche, che nella
seconda metà del XIX sec. accompagnarono il tramonto del positivismo. Secondo
Max Planck l’indeterminazione riguarda i simboli espressivi dei fenomeni, non i
fenomeni stessi. L’indeterminazione postula l’indipendenza del linguaggio dai
fenomeni, in opposizione all’interdipendenza affermata dal determinismo. Se
potessimo tener conto di tutti i parametri, avremmo in mano tutti i mezzi di
determinazione. Questo però è impossibile, e noi abbiamo a disposizione di volta in
volta solo alcuni assi di determinazione. In fisica il principio di indeterminazione
venne enunciato da W. Heisenberg: in base ad esso, nel quadro della meccanica
quantistica, è impossibile la determinazione precisa e simultanea di particolari
coppie di variabili fisiche che descrivono il comportamento di un sistema
microscopico. Secondo tale principio determinate coppie di variabili dinamiche
(quali la posizione di una particella e la corrispondente quantità di moto, l’energia e
il tempo nel quale questa energia è misurata, l’angolo e il momento angolare, ecc.)
soddisfano a relazioni matematiche che limitano la loro determinazione simultanea:
ad es., quanto più esattamente si cerca di determinare la posizione di un corpuscolo
in un dato istante, tanto più approssimativa sarà la precisione raggiungibile nella
misura della sua quantità di moto e, similmente, una sempre più precisa
determinazione dell’energia di un sistema microscopico richiede una misura eseguita
in un intervallo di tempo notevolmente grande.
L’indeterminazione è dovuta al meccanismo col quale viene eseguita ogni misura