Page 419 - Dizionario di Filosofia
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Beccaria,  Carli,  padre  Soave,  Romagnosi  per  l’Italia  settentrionale,  e  Galiani,

          Genovesi, Filangieri, Pagano, Russo per l’illuminismo napoletano.
          Bibliogr.: Alcuni testi di carattere storico generale sul diciottesimo secolo sono: A.
          Gerbi, La  politica  del  Settecento,  Bari  1928;  E.  Sestan, Europa  settecentesca  e
          altri saggi, Milano-Napoli 1951; M. S. Anderson, L’Europa nel Settecento (1713-

          1783), Milano 1972; G. Rudé, L’Europa del settecento. Storia e cultura, Bari 1974;
          sulla cultura e la. filosofia: W. Dilthey, Il secolo XVIII e il mondo storico (1901),
          Milano  1967;  E.  Cassirer, La filosofia dell’illuminismo  (1932),  Firenze  1936;  P.
          Hazard, La  crisi  della  coscienza  europea  (1935),  Torino  1946;  B.  Willey, The
          eighteenth century background, London 1940, P. Hazard, La pensée européenne au
          XVIII  siècle,  Parigi  1946;  M.  Horkheimer  e  T.  W.  Adorno, Dialettica
          dell’Illuminismo (1947), Torino 1966; A. Cobban, In search of humanity: the role

          of enlightenment in modern history,  Londra 1960;  L.  I.  Bredvold, The brave new
          world  of  the  enlightenment,  Ann  Arbor  1961;  P.  Gay, The  enlightenment:  an
          interpretation,  2  voll.,  Nuova York  1966-1969;  L.  G.  Crocker, An  age  of  crisis.
          Man  and  world  in  eighteenth  century  french  thought,  Baltimora  1959;  L.
          Goldmann, L’illuminismo e la società moderna, Torino 1967; N. Hampson, Storia e
          cultura dell’illuminismo,  Bari  1967;  M. A.  Cattaneo, Illuminismo e legislazione,

          Milano 1966; C. Vereker, Eighteenth-century optimism, Liverpool 1967; F. Venturi,
          Utopia e riforma nell’illuminismo, Torino 1970.
          ILOMORFISMO. Dottrina metafisica che nega l’esistenza di forme separate e sostiene
          che ogni ente reale è composto di materia e di forma. La conseguenza più vistosa di
          tale concezione è la negazione della pura spiritualità dell’anima umana e di Dio.

          ILOZOISMO. Termine introdotto dal filosofo inglese Cudworth per designare quelle
          posizioni di pensiero che concepiscono tutta la materia come vivente e dotata di una
          psichicità almeno embrionale.
          Nella  storia  della  filosofia  greca  tale  atteggiamento  è  caratteristico  della  scuola
          ionica (Talete, Anassimandro, Anassimene) e più tardi dello stoicismo. Fu ripreso,

          con  singolare  vigore  speculativo  e  poetico,  dai  pensatori  del  tardo  Rinascimento
          italiano: Telesio, Bruno, Campanella. In quest’ultimo è particolarmente evidente la
          connessione necessaria fra quello che egli chiama il senso delle cose (la psichicità
          di tutta la natura) e la magia, che è, sempre nell’ambito dì tali metafisiche, la tecnica
          di dominio della realtà per eccellenza.
          IMITAZIONE.  Nella  filosofia  greca  l’arte  è  stata  interpretata  come  imitazione  (gr.

          mímēsis) della realtà. L’artista è presentato da Platone nella Repubblica come una
          sorta di passivo e irresponsabile contraffattore della natura e dei prodotti del lavoro
          umano.  Aristotele  ritiene  che  il  poeta  tragico,  una  volta  scelto  il  mito  da
          rappresentare, lo debba poi imitare nelle sue componenti immutabili, badando solo
          che la vicenda risulti verosimile e necessaria. Il concetto dell’arte-imitazione è stata
          una delle eredità più durevoli del pensiero classico ed è entrata in crisi solo con

          l’affermarsi dell’opposto concetto romantico dell’arte come creazione.
          Accanto all’imitazione della natura, gli antichi teorizzarono anche quella dei grandi
          modelli dell’arte e della poesia, fondando così una concezione che ebbe grandissima
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