Page 417 - Dizionario di Filosofia
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individuali; idoli della piazza (idola fori), quelli che derivano dal linguaggio e dagli
          errori di prospettiva in esso cristallizzati; idoli del teatro (idola theatri), quelli che
          sono  impliciti  nei  vari  sistemi  filosofici,  paragonabili  a  macchinosi  e  fantastici
          spettacoli teatrali.

          IÈROCLE,  in  gr. Hieroklês,  filosofo  neoplatonico  di  Alessandria  (v  sec.  d.C.). È
          verosimile  che  in  Atene  abbia  avuto  come  maestro  Plutarco.  Succedette  nello
          scolarcato  della  scuola  di  Alessandria  ad  Olimpiodoro.  Ci  sono  pervenuti  ampi
          frammenti dei suoi scritti, e cioè del Commentario ai Versi aurei di Pitagora e del
          trattato Sulla provvidenza, sul fato e sulla nostra situazione rispetto alla potenza
          divina.  In  questa  seconda  opera  Ierocle,  evidentemente  influenzato  dal  pensiero
          cristiano,  corregge  le  dottrine  platoniche  e  stoiche  ammettendo  da  un  lato  la

          creazione  del  mondo  dal  nulla  e  dall’altro  la  libertà  umana,  che  egli  non  ritiene
          incompatibile con un fato inteso come provvidenza divina inflessibilmente giusta.
          ILLUMINAZIONE  (TEORIA  DELLA).  In  Sant’Agostino  e  nei  suoi  seguaci,  la  teoria
          secondo cui l’uomo, grazie all’azione della « Luce » divina, riesce a cogliere per
          intuizione l’intelligibile in sé, separato dal sensibile, ovvero la verità.

          ILLUMINISMO. Movimento culturale diffusosi in Europa nel XVIII sec. e caratterizzato
          dalla fede nel progresso della civiltà e nell’emancipazione dell’uomo sotto la guida
          dei « lumi » della ragione. Le sue origini sono da ricercare nella cultura filosofico-
          scientifica dal XVII SEC. in Inghilterra e nei Paesi Bassi, ma la sua diffusione europea
          si  verificò  nel XVIII  sec.,  prevalentemente  attraverso  la  mediazione  della  cultura
          francese, che poté contare su condizioni politico-sociali stimolanti, su personalità di

          rilievo eccezionale, come Voltaire, Diderot, d’Alembert, e su strumenti di diffusione
          di  efficacia  esemplare,  come  l’Enciclopedia*.  Nel  giudizio  degli  illuministi  il
          mondo interiore dell’umanità contemporanea offriva un impressionante panorama di
          assurdità, di superstizioni e pregiudizi, così come l’organizzazione politico-sociale
          rivelava  stridenti  incongruenze  e  intollerabili  ingiustizie.  Tuttavia  questo
          atteggiamento  critico  si  accompagnava  a  una  profonda  fede  nella  ragione  quale

          strumento  di  liberazione  dall’errore.  Perciò  il  filosofo  dell’età  dei  lumi  fu  un
          intellettuale  di  nuovo  tipo,  profondamente  consapevole  della  sua  responsabilità
          sociale  e  dei  suoi  doveri  verso  l’umanità.  Collocandosi  storicamente  fra  le  due
          rivoluzioni moderne che si è soliti qualificare come « borghesi », quella inglese del
          1688  e  quella  francese  del  1789,  l’illuminismo  voleva  instaurare  un  regno  della
          ragione dal quale fossero aboliti i privilegi nobiliari ed ecclesiastici e gli arbitri
          dell’assolutismo.  Elevando  a  ideali  la  ragione,  la  libertà  e  l’uguaglianza,  la

          borghesia operava una sorta di sublimazione dei concreti obiettivi della sua lotta per
          il  predominio  nella  società;  ma  al  di  là  della  considerazione  dei  limiti  delle
          istituzioni politico-sociali scaturite dal successo della nuova classe dominante, quei
          principi erano sentiti come valori universali ed eterni, insiti nella stessa immutabile
          natura  dell’uomo.  Ciò  non  toglie  che  lo  slancio  democratico  dell’illuminismo

          risultasse  solo  potenziale:  il  messaggio  dell’uguaglianza  non  riguardava  il  «
          popolaccio  »  o  la  «  canaglia  »  (Voltaire),  abbrutita  dall’assillo  dei  bisogni
          elementari, ma solo la gente di qualità, gli honnêtes hommes.
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