Page 403 - Dizionario di Filosofia
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possibile  resistere  alle  scontrosità  bizzarre  dell’ospite  malato.  Poco  dopo  (1767)

          Hume fu nominato sottosegretario di Stato: tenne la carica per due anni e poi si ritirò
          definitivamente  nella  sua  Edimburgo.  La  filosofia  di  Hume  trae  spunto
          dall’empirismo gnoseologico di Locke e di Berkeley e lo sviluppa originalmente: i
          contenuti della mente umana si presentano o come idee o come impressioni; le idee
          sono solo impressioni illanguidite; le sostanze, materiali e spirituali, non esistono se
          non come associazioni mentali stabili di impressioni e di idee. La fonte dell’ordine e

          della relativa regolarità del mondo è solo nella natura umana e la stessa relazione
          causale non ha nessuna necessità oggettiva: l’attesa dell’effetto dopo la causa nasce
          solo dalla « credenza », un sentimento naturale che non ha altra garanzia oltre quella
          fornita dall’« abitudine » e dalla fiducia nell’uniformità della natura. La vita morale
          si  fonda  sull’inclinazione  naturale  dell’uomo  a  desiderare  anche  la  felicità  ed  il
          benessere dei propri simili. Della credenza in Dio, infine, non si può dare nessuna
          giustificazione razionale ed essa deriva solo da sentimenti, paure e speranze, radicati

          da sempre nella natura umana. Lo scetticismo di Hume non ha implicazioni eversive
          ed è tutt’altro che ostile al progresso del sapere: esso aspira solo ad introdurre la
          consapevolezza dei limiti e l’abito antidogmatico. La natura umana è un complesso
          sistema di inclinazioni e di istinti e la ragione, lungi dal pretendere di dominarli,
          deve riconoscersi solo come una labile proiezione di quelli.  Kant dichiarò il suo
          debito  con  Hume,  quando  affermò  che  era  stata  la  lettura  del  filosofo  scozzese  a

          svegliarlo dal suo « sonno dogmatico ». Hume esercitò una influenza determinante
          anche  sulla  formazione  del  pensiero  economico  classico,  sia  attraverso  la  sua
          amicizia  con  Adam  Smith,  sia  con  i  suoi  scritti  di  argomento  economico.  I  più
          importanti di questi ultimi trattano della moneta, del commercio internazionale e del
          tasso di interesse. A Hume va attribuita la prima formulazione della teoria classica
          della ripartizione dell’oro fra gli Stati. Altre opere: Storia naturale della religione*
          (1755), Quattro dissertazioni  (1757), Autobiografia  (1776)  e,  postumi, Dialoghi

          sulla  religione  naturale  (1779)  e Sul  suicidio  e  sull’immortalità  dell’anima
          (1783).
          Bibliogr.: The philosophical works of David Hume, a cura di T. H. Green e T. H.
          Grose, 4 voll., Aalen 1974 (rist. anastatica dell’edizione del 1874-1875); in italiano:

          Opere, a cura di E. Lecaldano e E. Mistretta, 2 voll., Bari 1971; Saggi e trattati, a
          cura di M. Dal Pra e E. Ronchetti, Torino 1974; su H. è fondamentale la biografia di
          E. C. Mossner, The life of David Hume, Oxford 1970; G. Della Volpe, La filosofia
          dell’esperienza di David Hume (1933-1935) ora in Opere complete, vol. II, Roma
          1972; N. Kemp Smith, The philosophy of David Hume, Londra 1949; A. L. Leroy,
          Hume, Parigi 1953; J. Noxon, Hume’s philosophical development, Oxford 1973; G.
          Carabelli, Hume  e  la  retorica  dell’ideologia,  Firenze  1972;  A.  Santucci,

          Introduzione  a  Hume,  Bari  1971;  M.  Dal  Pra, Hume  e  la  scienza  della  natura
          umana, Bari 1973.
          HUSSERL  (Edmund),  filosofo  tedesco  (Prossnitz,  Moravia,  1859  -  Friburgo  in
          Brisgovia 1938). Dopo aver studiato matematica ed astronomia a Berlino, seguì a

          Vienna  i  corsi  di  filosofia  di  F.  Brentano,  il  quale  ebbe  su  di  lui  una  influenza
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