Page 398 - Dizionario di Filosofia
P. 398
specifici, ma non meno importanti, come la teoria delle funzioni e la teoria delle
forme a infinite variabili (in cui tra l’altro viene introdotto il primo spazio di
funzioni, detto poi spazio hilbertiano), e, in collaborazione con J. von Neumann,
sviluppò una formulazione matematicamente corretta della meccanica quantistica.
Bibliogr.: Gesammelte Abhandlungen, 3 voll., Berlino 1932-1935; in italiano: I
fondamenti della geometria, con i supplementi di P. Bernays, Milano 1970; su H.:
G. Kreysel, Hilbert’s programme , « Dialectica », 1958; A. Carugo, Ciò che resta
vivo del « programma hilbertiano » nell’attuale situazione degli studi sui
fondamenti della matematica, « Atti del convegno nazionale di logica », Torino
1961.
HINRICHS (Hermann Friedrich Wilhelm), filosofo tedesco (Karlseck, Oldenburgo,
1794-Friedrichroda, Erfurt, 1861). Professore a Breslavia (1822) e a Halle (1824),
è annoverato fra le personalità più tipiche della « destra » hegeliana, per la sua
preoccupazione di conciliare il pensiero del maestro sia con la tradizione religiosa
(La religione nei suoi intimi rapporti con la filosofia, 1822) sia con le istituzioni
politiche dello Stato prussiano (I re, storia dell’evoluzione della regalità, 1852).
L’opera sua maggiore è considerata la Storia dei principi del diritto e della politica
dalla Riforma a oggi (1848-1852).
HOBBES (Thomas), filosofo inglese (Westport, Malmesbury, 1588 - Hardwick Hall,
Derbyshire, 1679). Finiti gli studi a Oxford si impiegò come precettore di un
gentiluomo suo coetaneo, appartenente alla famiglia dei Cavendish. A Parigi ebbe
rapporti con Cartesio e con Gassendi e divenne amico del padre Mersenne. Durante
un viaggio in Italia fece visita a Galileo. Nel 1640 pubblicò in inglese gli Elementi
della legge naturale e politica, nel 1642 il De cive*, nel 1651 il Leviathan*, che
alcuni giudicarono composto con intenti adulatori verso Cromwell. Il De corpore
(1655) e il De homine (1658) completarono il De cive, fornendo le necessarie
premesse fisiche e psicologiche alle dottrine in esso sostenute. Nel 1667 la camera
dei comuni, in un bill che aveva di mira il Leviathan, reclamò misure contro gli atei.
Il re Carlo II prese il filosofo sotto la propria protezione, a condizione che egli non
pubblicasse più nessuno scritto. Verso il 1670 Hobbes compose, ma naturalmente
non pubblicò, Behemot o Il « parlamento lungo », storia dei precedenti della guerra
civile inglese, una Storia ecclesiastica e nel 1672 la Autobiografia in distici latini.
In questo periodo egli ruppe il silenzio solo per partecipare a discussioni su
questioni matematiche. Per Hobbes esistono solo sostanze materiali e tutti i fenomeni
si riducono a movimenti di corpi legati dal nesso causale (materialismo
meccanicistico). L’anima umana è anch’essa un ente corporeo. Tutte le conoscenze
derivano dalle sensazioni, che sono a loro volta modificazioni prodotte dall’oggetto
corporeo sui nostri organi di senso. I concetti sono solo segni o nomi (nominalismo)
usati per padroneggiare più agevolmente la molteplicità dei dati sensibili. Il
ragionamento è una combinazione o calcolo di tali segni. Bene e male si identificano
con i concetti di piacevole e doloroso. L’uomo agisce condizionato dalle forze
materiali che convergono su di lui e non è più libero di un sasso che cade. È appunto
questa assoluta determinazione dei comportamenti umani che rende possibile la