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del movimento che vengono poste a base del modello, attraverso l’uso di grandezze
(ad es., la velocità di un elettrone sull’orbita attorno al nucleo) che non possono in
alcun modo essere misurate. Proprio dall’esigenza che nella teoria non intervengano
quantità non osservabili, ma solo quelle su cui si può avere qualche informazione
sperimentale (quali la frequenza e l’intensità della luce emessa da un atomo),
Heisenberg giunse alla formulazione della sua meccanica delle matrici, che — pur
differendone totalmente nella forma — apparve poi avere un contenuto identico a
quello della meccanica ondulatoria, elaborata negli stessi anni soprattutto ad opera
di E. Schrödinger (1926). Una delle conseguenze più importanti che Heisenberg
trasse dalla teoria fu la deduzione del principio di indeterminazione (1927) [v.
INDETERMINISMO]. Grande importanza ebbero poi le ricerche di Heisenberg nel
campo della fisica nucleare. Tra le opere: I principi fisici della teoria quantistica
(1930), Fisica dei nuclei atomici (1943), Mutamenti nelle basi della scienza
(1945), Natura e fisica moderna (1955).
HELVÉTIUS (Claude Adrien), filosofo francese (Parigi 1715 - Versailles 1771).
Figlio di un medico di corte, fu un precoce e appassionato lettore dei classici del
pensiero inglese. A ventitré anni, con l’appoggio della regina Maria, moglie di Luigi
XV, ottenne la carica molto lucrosa di appaltatore generale. Usò le sue cospicue
rendite per aiutare gli ingegni più ammirati del tempo e per tentare iniziative
filantropiche. Fu fra i collaboratori dell’Enciclopedia*. Nel 1758 pubblicò il suo
trattato sullo Spirito* (De l’esprit), che ebbe grande successo, ma fu condannato,
nonostante le alte protezioni di cui godeva l’autore, dal Consiglio del re, dal
parlamento di Parigi e dall’Inquisizione romana. L’edizione delle Opere complete
vide la luce nel 1795. Dalle premesse materialistiche e sensistiche Helvétius ricava
la conseguenza che l’unico movente della condotta umana è l’interesse. Come per
l’individuo è buono ciò che soddisfa i suoi bisogni, così per la società è buono tutto
ciò che torna a suo vantaggio. La sapienza politica sta nel far coincidere l’utile
individuale con quello collettivo. Sono degni di ammirazione quegli Stati in cui la
legislazione e il costume riescono a convogliare le spinte divergenti dell’amor
proprio individuale nell’inconsapevole perseguimento del bene comune. Queste tesi,
che traevano origine dalle teorie di Mandeville, ispirarono alcuni gruppi politici nel
corso della Rivoluzione francese e furono usate in particolare nella polemica contro
il rigorismo di Robespierre.
Bibliogr.: Oeuvres, 14 voll., Parigi 1795; in italiano: Dello spirito, a cura di A.
Postigliola, Roma 1970; su H.: L. Limentani, Le teorie psicologiche di C. A.
Helvétius, Verona 1902; R. Mondolfo, Saggi per la storia della morale utilitaria.
II, le teorie morali e politiche di C. A. Helvétius, Torino 1904; I. L. Horowitz,
Claude Helvétius: philosopher of democracy and enlightenment, Nuova York
1954.
HEMPEL (Carl Gustav), filosofo della scienza americano di origine tedesca
(Oranienburg, 1905). Compiuti gli studi in Germania, dal 1937 si trasferì negli Stati
Uniti, dove ha insegnato in varie università; dal 1955 è professore a Princeton. Si è
occupato di logica, ma soprattutto della base teorica dell’empirismo, cercando di