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hegeliani », criticarono il nihilismo, l’intellettualismo e l’impotenza politica degli
antichi compagni nelle opere La sacra famiglia* e L’ideologia tedesca*.
3. Un neohegelismo di destra, assai meno fedele della destra originaria alla lettera e
alla struttura del sistema e caratterizzato in genere dall’accettazione dell’idealismo
(cioè della riduzione degli individui e della storia a manifestazioni dello spirito
assoluto), della dialettica, seppure variamente corretta e riformata, e, in alcuni suoi
rappresentanti, anche della dottrina dell’eticità dello Stato. Questo movimento si è
sviluppato prevalentemente in Italia e in Germania, ma ha avuto un certo peso anche
nella cultura filosofica anglosassone. Mentre però in Germania il ritorno a Hegel,
con R. Kroner, S. Mark e A. Liebert, non è stato molto più di un episodio
accademico, in Italia B. Spaventa e soprattutto B. Croce e G. Gentile sono stati in
diversa misura pensatori originali e hanno occupato (segnatamente il Croce)
posizioni di straordinario rilievo nella vita italiana della prima metà del nostro
secolo.
4. Il marxismo, che nacque filosoficamente come « capovolgimento » della dialettica
e sviluppò dalle premesse hegeliane un’originale concezione del mondo e della
storia e una dottrina rivoluzionaria destinata a eccezionale fortuna.
5. Infine quegli orientamenti della filosofia moderna e contemporanea, sui quali il
pensiero di Hegel ha agito in forma meno diretta e in modi più compositi, come la
fenomenologia* e l’esistenzialismo*.
Bibliogr.: Due testi introducono rispettivamente alla tematica della « sinistra » e
della « destra » hegeliane: La sinistra hegeliana, a cura di K. Lowith, Bari 1960;
Gli hegeliani liberali, a cura di G. Oldrini, Bari 1974.
HEIDEGGER (Martin), filosofo tedesco (Messkirch, Baden, 1889-1976). Frequentò
l’università di Friburgo in Brisgovia, seguì l’insegnamento di Rickert e si laureò nel
1914. Subito dopo entrò in rapporto con Husserl e conseguì nel 1916 la libera
docenza con La dottrina delle categorie e del significato di Duns Scoto, che risente
dell’influenza husserliana. Nel 1923 fu chiamato a insegnare a Marburgo, dove
pubblicò il primo volume di Essere e tempo*. L’anno seguente tornò a Friburgo,
occupando la cattedra che era stata di Husserl. Eletto rettore nel 1933, si dimise
l’anno seguente, ma continuò a manifestare in vari modi la sua adesione al nazismo.
Fu per questo sospeso nel 1945, ma poté poi riprendere l’insegnamento nel 1952.
Secondo Heidegger l’analisi porta alla luce le strutture fondamentali dell’« esistenza
»: la trascendenza, l’esserenelmondo, la cura (Sorge), il mondo come progetto, la
deiezione (Geworfenheit) come caduta dell’uomo nell’esistenza anonima, l’essere-
per-la-morte come esistenza autentica, l’angoscia come tonalità affettiva della
comprensione del nulla dell’esistenza, la temporalità, la storicità, il destino, ecc.
Lo scopo della ricerca filosofica è la costituzione di un’ontologia e l’analitica
esistenziale è solo un preludio necessario di quella. Interrogando l’esserci (Dasein),
cioè l’uomo come particolare modo dell’Essere, la filosofia ha di mira l’essere
stesso e la determinazione del suo senso fondamentale. Il metodo riflessivo, che
consiste nel mettere in evidenza il senso di tutte le esperienze e nel cogliere al fondo
di esse la presenza dell’essere, è chiamato « fenomenologico »: da Husserl