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psicologia moderna (1901).
HARTMANN (Nicolai), filosofo tedesco (Riga 1882 - Gottinga 1950). Insegnò a
Marburgo, Berlino e Gottinga. Dalla giovanile adesione al neokantismo giunse,
attraverso l’esperienza fenomenologica, alla fondazione di un « realismo critico » e
alla meditata accettazione del carattere necessariamente metafisico della filosofia.
La metafisica per Hartmann esclude tuttavia ogni rimando a conoscenze privilegiate
e a intuizioni geniali: essa è ricerca rigorosa e documentata delle categorie che
caratterizzano i vari « strati » dell’essere. Opere principali: Lineamenti di una
metafisica della conoscenza (1921), Etica (1926), Per la fondazione dell’ontologia
(1935), Possibilità e realtà (1938), La costruzione del mondo reale (1940),
Filosofia sistematica (1942), Filosofia della natura (1950).
HEGEL (Georg Wilhelm Friedrich), filosofo tedesco (Stoccarda 1770 - Berlino
1831). Seguì, a partire dal 1788, i corsi universitari di teologia del seminario
protestante di Tubinga. Qui ebbe come compagni Hölderlin e Schelling, già tutti
presi dagli entusiasmi romantici. L’amicizia fu feconda di reciproci influssi e i tre
seguirono con intensa partecipazione, nella quiete appartata di Tubinga, le vicende
della Rivoluzione francese. Dopo la laurea Hegel fu precettore privato per tre anni a
Berna (1793-1796) e altri tre a Francoforte (1797-1800). L’amicizia di Schelling gli
procurò nel 1805 un incarico all’università di Jena. A Jena pubblicò in difesa di
Schelling lo scritto Differenza fra il sistema filosofico di Fichte e quello di
Schelling (1801) e diresse in fraterna collabcrazione con l’amico il Kritisches
Journal der Philosophie (1802-1803). Nel 1807 pubblicò la prima delle sue opere
fondamentali: la Fenomenologia dello spirito* scritta tra il 1806 e il 1807, che
segna il distacco definitivo di Hegel dalle posizioni filosofiche di Schelling. Dopo la
vittoria di Napoleone a Jena (1806), Hegel dovette lasciare l’insegnamento
universitario e adattarsi (1807) all’occasionale lavoro di redattore capo di un
modesto foglio di provincia, la Bamberger Zeitung. Si liberò dalla meschina
incombenza accettando l’incarico di direttore e di insegnante di filosofia del
ginnasio di Norimberga (1808). In questa città Hegel visse anni tranquilli, compose
una sorta di manuale per l’insegnamento medio, la Propedeutica filosofica (1811),
sposò la giovane aristocratica Maria von Tucher e pubblicò in due volumi la Scienza
della logica* (1812-1816), detta anche Grande logica. Nel 1816 Hegel ottenne
finalmente a Heidelberg la cattedra universitaria e ivi pubblicò un’altra sua opera
fondamentale, l’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817). Nel
1818 fu chiamato a Berlino, dove insegnò con straordinario successo, ammirato da
allievi provenienti da ogni parte della Germania e dell’Europa, ricolmato di ofiori e
protetto dalle autorità politiche come pensatore ufficialé dello Stato prussiano. Nei
tredici anni berlinesi Hegel diede alla luce solo un lavoro fondamentale, i
Lineamenti della filosofia del diritto* (1821), accanto a pochi altri scritti di minore
rilievo. Dopo la sua morte gli scolari ne ordinarono e pubblicarono i corsi di
lezioni, mettendo insieme un complesso di opere variamente giudicate, ma in ogni
caso essenziali per intendere pienamente la sua personalità filosofica: La filosofia
della storia, La filosofia dell’arte, La filosofia della religione, La storia della