Page 388 - Dizionario di Filosofia
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filosofia.

          Gli  scritti  giovanili  del  periodo  1793-1800,  rimasti  per  lungo  tempo  inediti  e
          pubblicati dal Nohl nel 1907, ci rivelano un Hegel dominato da interessi politico-
          religiosi. Il suo sforzo speculativo è diretto a elaborare le categorie interpretative
          capaci di afferrare la mobilità della vita storica dei popoli, lo spirito del giudaismo
          e  del  cristianesimo,  il  senso  dell’esistenza  individuale  nell’ambito  dei  grandi
          movimenti  collettivi.  L’entusiasmo  per  la  Rivoluzione  francese  lo  portò  in  questo

          periodo  a  progettare  riforme  che  avrebbero  dovuto  immettere  nuova  vita  in
          istituzioni antiquate e corrotte. Ma l’accento dei più significativi di tali scritti insiste
          su una comprensione totale e organica della vita, che corregga e integri le filosofie
          deformanti;  come  quella  giudaico-cristiana,  che  avvilisce  l’impegno  storico
          dell’uomo dandone per scontato il fallimento, o quella illuministica, che impoverisce
          l’uomo riducendolo a piatto e infecondo intelletto. Solo nel mondo greco l’umanità
          conobbe la pienezza dell’unità senza conflitto dello spirito e del corpo, dell’umano e

          del  divino,  della  ragione  e  del  sentimento,  dell’individuo  e  dello  Stato.  Quando
          giunse a Jena Hegel aveva già preso coscienza del compito della filosofia: essa deve
          realizzarsi come assunzione dell’esperienza vivente e immediata nel processo di una
          riflessione  rigorosa,  la  quale  ripeta  i  momenti  stessi  della  storia  percorsi  dalla
          coscienza per giungere alla comprensione di sé. La Fenomenologia descrive un tale
          processo,  dalla  forma  più  elementare  del  sapere,  che  è  la  sensazione,  al  sapere

          assoluto, cioè allo spirito che si conosce come concetto. La coscienza si fa prima
          autocoscienza,  perviene  attraverso  la  tensione  simboleggiata  dal  rapporto  «
          servopadrone  »  alla  conquista  dell’astratta  libertà  interiore,  proietta  fuori  di  sé
          l’assoluto e si realizza come « autocoscienza infelice », diviene ragione, cerca di
          possedere se stessa come oggetto, si ritrova nell’eticità, spontanea identità di norma
          e di costume, indistinzione di legge umana e divina. Ma già il mito di Antigone rivela
          la  frattura  di  quella  felice  armonia:  la  «  legge  non  scritta  »  si  oppone  alle  leggi

          dell’uomo. Lo spirito cerca allora di conquistarsi nella moralità e nella religione,
          ma  solo  nella filosofia l’autocoscienza si fa spirito assoluto e la realtà si risolve
          tutta in autoconcetto. Questo è lo schema della Fenomenologia, opera che si presenta
          al tempo stesso come teoria del processo della coscienza e come storia delle tappe
          fondamentali  percorse  concretamente  dall’umanità  nella  conquista  dell’integrale

          consapevolezza di sé. È una questione ormai classica nel campo degli studi hegeliani
          quella  della  determinazione  del  rapporto  fra  la Fenomenologia  e  le  opere
          sistematiche,  in  particolare  l’Enciclopedia.  L’esegesi  storica  giovanile  aveva
          insegnato a Hegel che l’unità complessa del reale non può essere raggiunta elevando
          con scelta arbitraria una parte alla dignità del tutto o imponendo dall’esterno una
          conciliazione forzata.  La vita è un processo nel corso del quale le opposizioni si
          risolvono in unità a livello più elevato. Dal fiore viene il frutto e questo presuppone
          la morte del fiore: la verità di ambedue è la produzione, in cui l’antitesi è placata e

          risolta.  Questa  conciliazione  dinamica,  attraverso  la  quale  il  reale  si  arricchisce
          conservando in sé tutta la varietà dei suoi momenti, viene da Hegel indicata come
          Aufhebung,  parolachiave  della  sua  filosofia,  tradotta  in  italiano  alquanto
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