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HAMANN  (Johann  Georg),  scrittore  e  filosofo  tedesco  (Königsberg  1730-Münster
          1788), detto il Mago del Nord (Magus des Nordens) dai contemporanei per il suo
          stile oscuro e immaginoso. Ebbe una vita molto varia e agitata, che lo portò a essere
          successivamente precettore, mercante, giornalista e impiegato di dogana. Fu amico di
          Kant, di Herder e di Jacobi ed ebbe rapporti con molti altri contemporanei illustri. I

          motivi che ricorrono più frequentemente nei suoi scritti sono la critica della ragione
          illuministica,  l’esaltazione  della  fede  come  rapporto  diretto  fra  l’uomo  e  Dio,  la
          concezione  del  linguaggio  come logos  o verbum,  e  cioè  come  autorivelazione
          dell’Essere,  la  nozione  del  «  genio  »  come  libera  forza  creatrice.  L’influsso  di
          Hamann è evidente in Goethe, nell’estetica romantica, in Kierkegaard, in Herder, in
          Hegel,  in  Croce,  il  quale  derive  fra  l’altro  da  un’opera  di  Hamann  il  titolo  di
          Aesthetica  in  nuce,  sotto  cui  pubblicò  un  saggio  redatto  per  1 ‘Encyclopaedia
          Britannica.  Opere  principali: Memorabili  di  Socrate  (1759), Crociate  di  un

          filologo (1762), Metacritica del purismo della ragione (1788).
          HAMELIN  (Octave),  filosofo  francese  (Le  Liond’Angers,  Maine  e  Loira,  1856-
          Hucket,  Lande,  1907).  Insegnò  storia  della  filosofia  antica  alla  Scuola  normale
          superiore  e  alla  Sorbona.  Il  suo Saggio  sugli  elementi  principali  della
          rappresentazione (1907), composto come tesi di dottorato e dedicato al suo maestro

          C.  Renouvier,  è  considerata  una  delle  opere  più  significative  del  movimento
          neokantiano.  Molti  dei  suoi  corsi  universitari  sono  stati  pubblicati  in  volumi
          postumi: fra essi Il sistema di Cartesio (1911) e Il sistema di Aristotele (1920).
          HAMILTON (sir William), filosofo scozzese (Glasgow 1788 - Edimburgo 1856). Fu
          inizialmente avvocato e giunse alla filosofia attraverso lo studio dei grandi pensatori

          tedeschi, risentendo dell’influenza di Reid e più profondamente di quella di Kant.
          Insegnò  all’università  di  Edimburgo  a  partire  dal  1821.  Nel  suo Saggio  sulla
          filosofia  dell’incondizionato  (1829)  sostenne  che  l’assoluto,  del  quale  la  mente
          umana non può negare la realtà, non è conoscibile e nemmeno pensabile: solo nella
          credenza esso si rivela all’uomo e perciò la fede è superiore alla ragione. Gli studi
          di  logica  dello  Hamilton  hanno  avuto  una  parte  importante  nello  sviluppo  della

          logica formale moderna. Del peso dello Hamilton nella cultura inglese del suo tempo
          fornisce  una  riprova  anche  il  volume  polemico  di  J.  Stuart  Mill: Crìtica  della
          filosofia di Hamilton.  Le sue opere maggiori sono: Discussioni sulla filosofia, la
          letteratura e l’educazione (1852) e le Lezioni di metafisica e di logica (postume,
          1858-1860).

          HAMPSHIRE  (Stuart  Newton),  filosofo  inglese  (Liverpool  1914).  Laureatosi  in
          filosofia a Oxford, insegnò per un certo tempo in questa università. Appartiene alla
          corrente  analitica  della  filosofia  inglese  moderna,  senza  tuttavia  credere  che  la
          filosofia  debba  limitarsi  a  distinguere  e  descrivere  i  diversi  tipi  di  linguaggio
          attuale. Egli sostiene invece che il filosofo deve chiarire le relazioni tra i concetti
          più  universali  (esistenza,  verità,  eoc.)  presupposti  dal  pensiero  e  dal  linguaggio

          umani. Opere principali: Spinoza (1951), La libertà dell’individuo (1965).
          HAN FEI, filosofo cinese (300-233 circa a.C.), autore dell’opera Han Fei tzû, nella
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