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è sempre individuale ed è conosciuta mediante un atto intuitivo. L’ambizione di certi
filosofi di costruire prove razionali delle verità della fede è priva di ogni
fondamento. Dio potrebbe essere davvero conosciuto solo se ne avessimo una
esperienza diretta, purtroppo impossibile per l’uomo. Questa sua posizione radicale
da un lato segna il tramonto della scolastica, intesa come movimento di pensiero
impegnato a costruire le basi razionali della fede, dall’altro, negando la possibilità
della teologia come scienza, crea le premesse per la totale emancipazione della
filosofìa. Caratteristiche posizioni del pensiero di Occam sono inoltre la polemica
contro la postulazione di enti, quando essi non sono indispensabili per intendere la
realtà (principio dell’economia o cosiddetto rasoio di Occam), il concetto della
libertà come arbitrio di indifferenza, il concetto dell’assoluta libertà di Dio, il quale
decide fra l’altro, indipendentemente dai meriti e dalle colpe, della salvezza dei
singoli individui, la negazione delle cause finali, la rivendicazione dell’autonomia
della ricerca filosofica contro l’assolutismo papale, la concezione della Chiesa
come libera comunità di credenti, non governata da alcuna gerarchia. Con
l’affermazione radicale dell’individualità dell’esistenza, con il ricorso continuo
all’esperienza, con la riduzione della conoscenza alla percezione, con la negazione
infine della stessa metafìsica, Occam portò alle estreme conseguenze la tendenza
scientificoempiristica affermatasi in quegli anni nella scuola di Oxford e, nello
stesso tempo, diede l’avvio a quell’indirizzo schiettamente empiristico che rimase
tipico nella filosofia inglese.
Bibliogr.: Ockham, philosophical writings, a selection edited and translated by Ph.
Böhner, Edimburgo 1957; per la bibliografia: L. Baudry, Guillaume d’Ockham,
Parigi. 1950; F. Bruckmüller, Die Gotteslehre W. v. Ockham, Monaco 1911; N.
Abbagnano, Guglielmo d’Occam, Lanciano 1931; M. Rossi, Riflessioni sul rasoio
di Occam, « Logos », 1937; C. Guelluy, Philosophie et théologie chez G.
d’Ockham, Lovanio-Parigi 1947; C. Vasoli, Guglielmo d’Occam, Firenze 1953; F.
Corvino, Le « Quaestiones in libros physicorum » nella formazione del pensiero di
Guglielmo d’Occam, « Rivista critica di storia della filosofia », 1957; A. S. Mc
Grade, The political thought of William of Ockham, Nuova York 1974.
GUNDISALVI (Domenico), noto anche col nome spagnolo di Domingo González o
con quello latino di Dominicus Gundissalinus, filosofo spagnolo del XII sec., vissuto
a Segovia e a Toledo. Con l’aiuto di Giovanni Ispano (Johannes ibn Daud) tradusse
in latino alcune opere fondamentali della filosofia araba, creando così le premesse
per un nuovo corso del pensiero cristiano medievale. Per merito del Gundisalvi
furono resi accessibili agli studiosi cristiani il De scientiis di Al-Fārābī, I propositi
dei filosofi (Maqāsid al-falāsifa) di Al-Ghazālī e una parte del grande trattato di
Avicenna intitolato La guarigione (Al-shifā). Ispirandosi all’aristotelismo
neoplatonizzante degli autori arabi che egli veniva traducendo, Gundisalvi compose
anche alcuni trattati, fra i quali: De unitate, che riprende il tema aristotelico della
inscindibilità di materia e forma, De processione mundi, che tenta una conciliazione
fra creazionismo cristiano ed emanatismo neoplatonico, De anima, De immortalitate
animae, De divisione philosophiae, che contiene una proposta di integrazione del