Page 380 - Dizionario di Filosofia
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Dragmaticon  philosophiae)  e  i  commenti  al De  consolatione  philosophiae  e  al

          Timeo (se ne hanno due redazioni).
          Bibliogr.:  T.  Gregory, Anima  mundi.  La  filosofia  di  Guglielmo  di  Conches  e  la
          scuola di Chartres, Firenze 1955; E. Garin, Studi sul platonismo medievale, Firenze
          1958.

          GUGLIELMO  di  Moerbecke,  domenicano  e  vescovo  francese  (presso  Grammont,
          oggi  in  Belgio,  1215  -  Corinto  [?]  1286).  Missionario  a  Tebe  e  Nicea,  nel  1278
          divenne arcivescovo di Corinto. Un villaggio greco, Merbaka, conserva il ricordo
          del  suo  nome.  Per  incarico  di  san  Tommaso,  di  cui  fu  collaboratore,  tradusse
          direttamente  dall’originale  opere  di  filosofi  greci,  fino  allora  conosciute  solo
          attraverso  la  versione  araba.  Da  ricordare  in  primo  luogo  le  sue  traduzioni  di

          Aristotele (Poetica; Retorica, l. XI della Metafisica, l. III-VIII della Politica; l. I-III di
          Sulle meteore;  l. III-IV  di Sul cielo;  quasi  tutti  gli  scritti  sugli  animali).  Tradusse
          inoltre  Proclo (Elementatio theologica,  e  parte  del  commento  al Timeo)  e  opere
          scientifiche di Ippocrate, Galeno, Tolomeo e Archimede.

          Bibliogr.:  M.  Grabmann, Guglielmo  di  Moerbecke,  il  traduttore  delle  opere  di
          Aristotele,  «  Miscellanea  historica  pontificia  »,  Roma  1946;  L.  Minio  Paluello,
          Guglielmo  di  Moerbecke,  traduttore  della  Poetica  di  Aristotele,  «  Rivista  di
          filosofia  neoscolastica  »,  1947;  G.  Verbeke, G.  de  Moerbecke  traducteur  de
          Proclus, « Revue philosophique de Louvain », 1953.
          GUGLIELMO di Occam o Ockham, filosofo e teologo inglese (Ockham, Surrey, tra il

          1295  e  il  1300  -  Monaco  di  Baviera  1349  o  1350),  soprannominato  dai
          contemporanei per la sua abilità dialettica Doctor invincibilis. Francescano, studiò e
          insegnò a Oxford; di un suo probabile periodo di insegnamento a Parigi non abbiamo
          invece  alcuna  prova  sicura.  Per  talune  dottrine  so,  spette  venne  citato  nel  1324  a
          comparire  davanti  alla  corte  papale  di  Avignone.  In  seguito,  fu  trascinato  nella

          controversia teologica sorta nell’ambito del francescanesimo sulla povertà di Cristo
          (e quindi dell’ordine), che divideva il generale dei francescani Michele da Cesena e
          il  papa  Giovanni  XXII,  e  nella  lotta  intrapresa  da  Ludovico  il  Bavaro  contro  lo
          stesso papa, da lui dichiarato eretico e usurpatore. Colpito da scomunica, Guglielmo
          si  rifugiò  dapprima  a  Pisa  (1328), quindi  a  Monaco  di  Baviera,  dove,  sotto  la
          protezione dell’imperatore, continuò con gli scritti la duplice lotta.
          Nel  1329  Michele  da  Cesena  venne  destituito,  nel  1331  Occam  fu  espulso
          dall’ordine  francescano;  tuttavia  il  primo,  continuando  ad  agire  come  se  fosse

          sempre  il  generale  dell’ordine,  gli  conferì,  prima  di  morire,  il  titolo  di  vicario
          generale  (1342).  Alla  fine  Guglielmo  si  sottomise  (1348),  inviando  al  nuovo
          generale, Guglielmo Farinier, il sigillo dell’ordine.
          Occam  espose  il  suo  pensiero  nel Commentario  alle  Sentenze  (Super  quattuor
          libros  sententiarum  snbtilissimae  quaestiones  earumdemque  decisiones),  nei

          Quodlibeta  septem  e  nel Centiloquium  theologicum.  Ultimo  e  più  autorevole
          sostenitore del nominalismo* (princeps nominalium), nella forma del terminismo*,
          egli nega recisamente l’esistenza oggettiva degli universali, sostenendo che la realtà
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