Page 375 - Dizionario di Filosofia
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empiriocriticistico,  accogliendone  il  principio  fondamentale  della  riduzione  della

          realtà  al  flusso  dei  dati  di  esperienza.  Opere  principali: Critica  dell’edonismo
          (1898), La concezione della vita dei filosofi greci e l’ideale della libertà interiore
          (1904), Dottrina della visione del mondo (Weltanschauungslehre), opera di sintesi
          filosofica,  nella  quale  sono  approfondite  le  nozioni  di  identità,  di  forma  e  di
          relazione  (2  voll.,  1905-1908), Il problema della libertà  (1907), Abbozzo di una
          filosofia della guerra (1915), La filosofia dell’India (1925).

          GÒRGIA, in gr. Gorgías, filosofo e oratore greco (Lentini, Sicilia, 483 circa a.C. -
          Larissa,  Tessaglia,  380  circa).  L’unica  data  certa  della  sua  vita,  da  cui  vengono
          ricavate  per  approssimazione  anche  quelle  della  nascita  e  della  morte,  è  il  427,
          l’anno in cui Gorgia venne ad Atene come ambasciatore dei suoi concittadini, con
          l’incarico di chiedere la protezione della città greca contro la minaccia di Siracusa.

          Ad  Atene  ebbe  subito  un  successo  strepitoso,  rivelandosi  maestro  insuperabile
          nell’arte della parola. Lisia, Alcibiade, Tucidide e Pericle parteciparono del comune
          entusiasmo.  Rimasto  in  Grecia  come  maestro  di  retorica,  accumulò  un’enorme
          fortuna, che gli consentì fra l’altro di dedicare una statua d’oro massiccio ad Apollo
          Delfico. Quello della ricchezza conquistata e goduta con ostentazione è uno dei tratti
          costanti della tradizione antica su Gorgia, insieme con l’altro della longevità. I pochi

          frammenti  rimasti  dei  suoi  discorsi  (dal Pitico,  dall’Olimpico,  dall’Epitafio  e
          dall’Encomio degli Elei), insieme con le due esercitazioni retoriche giunteci intere
          (Encomio  di  Elena  e Difesa  di  Palamede)  bastano  a  darci  un’idea  delle  sue
          predilezioni  stilistiche.  A  lui  risale  la  retorica  classica  con  le  sue  figure,  i  suoi
          accorgimenti  formali,  le  sue  scelte  ritmiche,  che  Gorgia  per  primo  individuò  e
          analizzò sistematicamente. Di Gorgia è anche un trattato filosofico dal titolo Del non
          essere, ovvero della natura, il cui contenuto ci è riferito da due fonti insieme con

          uno  schema  delle  argomentazioni.  Gorgia  dimostrava  in  quell’opera  che  niente
          esiste; che se anche qualcosa esistesse, l’uomo non potrebbe conoscerla; che, infine,
          se  anche  la  conoscesse,  non  potrebbe  parlarne.  È  stato  osservato  che  questo
          nichilismo radicale contrasta con tutti gli altri atteggiamenti di Gorgia, lo scolaro di
          Empedocle  che  ha  i  piedi  ben  saldi  sulla  terra,  il  sofista  che  crede  nella  forza
          persuasiva del discorso, nella virtù magica e catartica della parola. È nato così il

          problema  critico  dell’unità  del  pensiero  di  Gorgia,  del  quale  esistono  soluzioni
          tutt’altro  che  concordi.  La  più  persuasiva  appare  ancora  oggi  la  tesi  dei  Diels,
          secondo  la  quale  le  affermazioni  scettiche  di  Gorgia  vanno  lette  in  chiave
          parodistica.  Rifacendo  il  verso  a  Zenone,  di  cui  imita  il  linguaggio  e  la  tecnica
          argomentativa,  Gorgia  avrebbe  voluto  dimostrare  che  l’eleatismo  non  si  sottrae  a
          quelle conseguenze paradossali, che esso invece indica come tipiche delle filosofie
          del molteplice.

          Bibliogr.: V. SOFISTICA.
          GRAMSCI  (Antonio),  uomo  politico  e  pensatore  italiano  (Ales,  Cagliari,  1891  -

          Roma 1937). Fu portato a riflettere sulle condizioni delle classi diseredate sin dagli
          anni della prima giovinezza, quando i problemi politici e sociali che si imponevano
          alla sua attenzione erano quelli della nativa Sardegna. Nel 1911 si stabilì a Torino
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