Page 373 - Dizionario di Filosofia
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dottrina  dell’emanazione,  ma  concepiscono  la  materia  come  essenzialmente

          malvagia.  Il  dualismo  è  fondamentale:  anche  nell’uomo  il  corpo  è  il  male  stesso.
          L’accettazione di questo principio spiega il rifiuto da parte della gnosi cristiana dei
          dogmi  della  incarnazione  e  della  resurrezione  della  carne.  E  spiega  anche  la
          particolare natura dell’etica gnostica, che oscilla dall’ascetismo più rigoroso al più
          totale amoralismo; infatti gli illuminati, i depositari della gnosi salvatrice, si sentono
          situati al di sopra delle leggi morali, istituite da un demiurgo inferiore.

          Non esiste in verità nella storia uno gnosticismo, ma tante e diverse forme di gnosi
          sviluppatesi in ambienti religiosi assai diversi. In senso specifico, tuttavia, il termine
          si applica a un gruppo di dottrine formatesi negli ambienti tardoellenistici, ai margini
          del  mondo  spirituale  cristiano  ed  ebraico.  Lo  gnosticismo  cristiano  ha  avuto
          innumerevoli ramificazioni proprio ai primordi del cristianesimo: si ebbero gruppi
          legati a un fondatore (Simon Mago, Basilide, Carpocrate, Valentino, ecc.), oppure
          sette designate da un nome collettivo (ofiti, nicolaiti, camiti, ecc.). Fino al 1946 gli

          scritti  degli  gnostici  erano  noti  solo  attraverso  le  citazioni  di  sant’Ireneo.  In
          quell’anno  fu  scoperta  presso  Nağ  Hammadi,  nell’Alto  Egitto,  una  vera  e  propria
          biblioteca di scritti gnostici ed ermetici. Accanto a questo gnosticismo eterodosso
          bisogna ricordare la gnosi cristiana « ortodossa » esposta da Origene. Il mandeismo
          e l’ermetismo sono gnosticismi extracristiani, coevi del cristianesimo prìmitivo. Si
          può parlare anche di uno gnosticismo ebraico (Filone Alessandrino, la cabbaia), di

          uno gnosticismo islamico (teosofi ismailiti e drusi). Ci sono correnti di ispirazione
          gnostica anche nell’induismo e nel buddhismo.  Infine si possono trovare tracce di
          gnosticismo in alcuni sottoprodotti della cultura occidentale, come l’occultismo e la
          teosofia moderna.
          Bibliogr.:  W.  Völker, Quellen  zur  Geschichte  der  christlichen  Gnosis,  Tubinga

          1932; C. Schmidt, Koptisch-gnostische Schriften, Berlino 1954 (aggiornata a cura di
          W.  Till);  W.  Till, Die gnostische  Schriften des koptischen  Papyrus  Berolinensis
          8.502,  Berlino  1956;  J.  Doresse,  Les  livres  secrets  des  gnostiques  d’Egypte.
          Introduction aux écrits gnostiques coptes découverts à Khénoboskion, Parigi 1958;
          sulla  G.:  E.  Buonaiuti, Lo  gnosticismo,  Roma  1907;  F.  C.  Burkitt, Church  and
                                                                                                 e
          Gnosis, Cambridge 1951; E. De Faye, Gnostiques et gnosticisme au II  et au III                      e
          siècle, Parigi 1952; H. Leisegang, Die Gnosis, Stoccarda 1955; R. Mc Wilson, The
          gnostic problem. A study of relations between hellenistic judaism and the gnostic
          heresy, Londra 1958; Aa. Vv., Le origini dello gnosticismo, a cura di U. Bianchi,
          Leida 1967.

          Gnôthi sautón, espressione gr. equivalente a conosci* te stesso.
          GOBINEAU (Joseph Arthur, conte DI), diplomatico e scrittore francese (Villed’Avray,
          Versailles, 1816 - Torino 1882). Iniziò nel 1849 la carriera diplomatica che lo portò

          a Berna, in Persia, in Grecia, in Brasile, a Stoccolma.
          Autore di opere erudite e relazioni di viaggio (Tre anni in Asia, 1859; Trattato delle
          scritture cuneiformi,  1864; Ricordi di viaggio,  1872),  di  un  romanzo, Le  Pleiadi
          (1874) e della raccolta Novelle asiatiche (1876), è noto quasi esclusivamente per il
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