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dottrina dell’emanazione, ma concepiscono la materia come essenzialmente
malvagia. Il dualismo è fondamentale: anche nell’uomo il corpo è il male stesso.
L’accettazione di questo principio spiega il rifiuto da parte della gnosi cristiana dei
dogmi della incarnazione e della resurrezione della carne. E spiega anche la
particolare natura dell’etica gnostica, che oscilla dall’ascetismo più rigoroso al più
totale amoralismo; infatti gli illuminati, i depositari della gnosi salvatrice, si sentono
situati al di sopra delle leggi morali, istituite da un demiurgo inferiore.
Non esiste in verità nella storia uno gnosticismo, ma tante e diverse forme di gnosi
sviluppatesi in ambienti religiosi assai diversi. In senso specifico, tuttavia, il termine
si applica a un gruppo di dottrine formatesi negli ambienti tardoellenistici, ai margini
del mondo spirituale cristiano ed ebraico. Lo gnosticismo cristiano ha avuto
innumerevoli ramificazioni proprio ai primordi del cristianesimo: si ebbero gruppi
legati a un fondatore (Simon Mago, Basilide, Carpocrate, Valentino, ecc.), oppure
sette designate da un nome collettivo (ofiti, nicolaiti, camiti, ecc.). Fino al 1946 gli
scritti degli gnostici erano noti solo attraverso le citazioni di sant’Ireneo. In
quell’anno fu scoperta presso Nağ Hammadi, nell’Alto Egitto, una vera e propria
biblioteca di scritti gnostici ed ermetici. Accanto a questo gnosticismo eterodosso
bisogna ricordare la gnosi cristiana « ortodossa » esposta da Origene. Il mandeismo
e l’ermetismo sono gnosticismi extracristiani, coevi del cristianesimo prìmitivo. Si
può parlare anche di uno gnosticismo ebraico (Filone Alessandrino, la cabbaia), di
uno gnosticismo islamico (teosofi ismailiti e drusi). Ci sono correnti di ispirazione
gnostica anche nell’induismo e nel buddhismo. Infine si possono trovare tracce di
gnosticismo in alcuni sottoprodotti della cultura occidentale, come l’occultismo e la
teosofia moderna.
Bibliogr.: W. Völker, Quellen zur Geschichte der christlichen Gnosis, Tubinga
1932; C. Schmidt, Koptisch-gnostische Schriften, Berlino 1954 (aggiornata a cura di
W. Till); W. Till, Die gnostische Schriften des koptischen Papyrus Berolinensis
8.502, Berlino 1956; J. Doresse, Les livres secrets des gnostiques d’Egypte.
Introduction aux écrits gnostiques coptes découverts à Khénoboskion, Parigi 1958;
sulla G.: E. Buonaiuti, Lo gnosticismo, Roma 1907; F. C. Burkitt, Church and
e
Gnosis, Cambridge 1951; E. De Faye, Gnostiques et gnosticisme au II et au III e
siècle, Parigi 1952; H. Leisegang, Die Gnosis, Stoccarda 1955; R. Mc Wilson, The
gnostic problem. A study of relations between hellenistic judaism and the gnostic
heresy, Londra 1958; Aa. Vv., Le origini dello gnosticismo, a cura di U. Bianchi,
Leida 1967.
Gnôthi sautón, espressione gr. equivalente a conosci* te stesso.
GOBINEAU (Joseph Arthur, conte DI), diplomatico e scrittore francese (Villed’Avray,
Versailles, 1816 - Torino 1882). Iniziò nel 1849 la carriera diplomatica che lo portò
a Berna, in Persia, in Grecia, in Brasile, a Stoccolma.
Autore di opere erudite e relazioni di viaggio (Tre anni in Asia, 1859; Trattato delle
scritture cuneiformi, 1864; Ricordi di viaggio, 1872), di un romanzo, Le Pleiadi
(1874) e della raccolta Novelle asiatiche (1876), è noto quasi esclusivamente per il