Page 366 - Dizionario di Filosofia
P. 366

the trinity,  Roma,  1951;  S.  Vanni  Rovighi, La filosofia di  Gilberto  Porretano, «

          Miscellanea  del  centro  di  studi  medievali  dell’Università  cattolica  di  Milano  »,
          1956.
          GILSON (Etienne), storico francese della filosofia (Parigi 1884-1978). Insegnò nelle
          università  di  Lilla  (1913),  Strasburgo  (1919),  Parigi  (1920),  infine  dal  1932  al

          Collegio  di  Francia.  L’indagine  storica  del  Gilson  ha  avuto  come  nucleo
          problematico  centrale  la  ricerca  degli  antecedenti  medievali  della  filosofia
          cartesiana e come risultato quasi costante la rivalutazione del pensiero scolastico,
          del quale ha messo ih luce la modernità spesso sorprendente e (come nel saggio su
          Abelardo ed Eloisa, 1938) la ricchezza degli interessi e dei valori umani. Gilson è
          senza dubbio il più notevole degli studiosi di filosofia medievale della nostra epoca
          e in seguito alle sue ricerche il panorama tradizionale della civiltà del medioevo

          risulta  sensibilmente  mutato.  Opere  principali: Il tomismo  (1922), La  filosofia  di
          san Bonaventura (1924), San Tommaso d’Aquino (1925), Introduzione allo studio
          di  sant’Agostino  (1929), Cristianesimo  e  filosofia  (1936), Dante  e  la  filosofia
          medievale  (1939), La  filosofia  del  medioevo  (1944).  Dal  1925  ha  diretto  gli
          Archives d’histoire doctrinale et littéraire du Moyen Age.

          GIMNOSOFISTI. Nome dato dagli scrittori della Grecia classica ai membri della setta
          ascetica  indiana  dei  digambara,  che  rappresenta  la  forma  più  intransigente  del
          giainismo.  La  parola  greca  (da gymnós,  nudo  e sophistēs,  sapiente)  significa  «
          sapiente nudo », con allusione alla pratica della totale nudità dei digambara. I Greci
          conobbero  i  gimnosofisti  in  seguito  alla  spedizione  di  Alessandro  Magno  e  alle
          relazioni  degli  storici  che  lo  accompagnarono.  Onesicrito,  in  particolare,  filosofo
          cinico oltre che storico di Alessandro Magno, espose le loro dottrine, mettendone in.

          rilievo le affinità con gli ideali etici della scuola cinica.
          GIOBÈRTI (Vincenzo), filosofo e uomo politico italiano (Torino 1801 - Parigi 1852).
          Ordinato  sacerdote  ne)  1825,  divenne  cappellano  di  corte,  ma,  sospetto  di
          appartenere  alla  «  Giovine  Italia  »,  fu  arrestato  il  31  maggio  1833  dal  governo

          piemontese e poi esiliato. Nel 1846, ormai famoso anche per il successo del Primato
          morale  e  civile  degli  Italiani*  (1843),  che  aveva  segnato  il  culmine  della  sua
          produzione  letteraria  e  politica,  volta  a  teorizzare  il  neoguelfismo,  cioè  una
          soluzione federativa, moderata e guelfa del problema italiano, il Gioberti si stabilì a
          Parigi, dove rimase fino a quando le vicende politiche gli resero possibile un ritorno
          trionfale a Torino (aprile 1848).
          Nominato, dopo la sconfitta di Novara, ministro plenipotenziario del re di Sardegna

          a  Parigi,  lasciò  presto  anche  questo  incarico  ritirandosi  in  un  secondo  volontario
          esilio e si dedicò alla stesura del Rinnovamento civile d’Italia (1851), che contiene
          una revisione in senso unitario e democratico delle sue idee politiche precedenti.
          La  dottrina  del Primato si fonda sostanzialmente su un’interpretazione reazionaria
          della  storia  moderna,  desunta  in  gran  parte  dalla  cultura  controrivoluzionaria

          francese  della  Restaurazione,  secondo  la  quale  il  mondo  moderno  è  nato  dalla
          Riforma e l’Umanesimo, il soggettivismo filosofico, l’arbitrio morale, l’anarchismo
          politico  sono  conseguenze  legittime  di  quella  premessa.  La  novità  personale  del
   361   362   363   364   365   366   367   368   369   370   371