Page 363 - Dizionario di Filosofia
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Dopo  alcuni  decenni  di  esperimento  fu  redatta  la  prima Ratio  studiorum  (1586),

          stesa poi nella forma definitiva nel 1599.  Il curriculum degli studi è diviso in tre
          corsi: l’umanistico,  di  cinque  anni;  il  filosofico,  di  tre;  il  teologico,  di  quattro.
          Dell’umanesimo  passano  nella  scuola  gesuitica  solo  gli  aspetti  più  estrinseci  e
          formali: tutto ciò che nei classici si presenta come stimolo al dubbio o come motivo
          di turbamento morale viene accuratamente trasformato o espunto. Il ritmo della vita
          didattica  è  rigorosamente  predeterminato,  nel  tempo  e  nei  modi.  Sul  piano

          disciplinare gli aspetti più tipici della scuola gesuitica sono l’esasperazione dello
          spirito  emulativo,  la  valutazione  positiva  della  delazione,  la  relativa  riluttanza
          all’impiego delle punizioni corporali, sostituite il più possibile con il pensum, cioè
          con  un  lavoro  scolastico  supplementare.  Nei  collegi  gesuitici,  destinati  negli
          intendimenti della Compagnia ai figli delle famiglie aristocratiche, ma non preclusi
          in linea di principio ai giovani provenienti dai ceti sociali più poveri, si è formata

          una buona parte della classe dirigente dei paesi cattolici, fino alla prima metà del XIX
          sec. e oltre. In genere il pensiero pedagogico moderno contesta alla scuola gesuitica
          tradizionale,  come  risultati  negativi  inevitabili,  l’assuefazione  dell’allievo  a  un
          comportamento  conformistico,  la  riduzione  della  cultura  letteraria  a  valore
          meramente esornativo, la compressione della creatività.

          GEULINCX  (Arnold),  filosofo  fiammingo  (Anversa  1624  -  Leida  1669).  Insegnò
          prima a Lovanio, poi a Leida. Difese le teorie di Cartesio scrivendo la Metaphysica
          vera, poi l’Ethica,  infine  la Physica vera, che furono pubblicate tutte dopo la sua
          morte.  La  riflessione  sul  dualismo  cartesiano  lo  condusse,  prima  ancora  di
          Malebranche,  ad  abbracciare  l’occasionalismo*.  Egli  nega  l’azione  reciproca
          dell’anima e del corpo e considera le due sostanze, usando una immagine che sarà
          poi  ripresa  da  Leibniz,  come  due  orologi  che  procedono  d’accordo,  pur  senza

          influire  in  nessun  modo  l’uno  sull’altro.  L’uomo  diventa  così  solo  spettatore  di
          eventi,  che  egli  non  può  più  illudersi  di  determinare.  Da  ciò  nasce  l’esigenza  di
          un’etica dell’umiltà e dell’abbandono a Dio, causa e principio di tutto, con la quale
          Geulincx, come Malebranche, ritiene di dover integrare il sistema cartesiano.

          Bibliogr.:  Opera  philosophica,  a  cura  di  J.  P.  N.  Land,  L’Aia  1891-1893;  in
          italiano: Etica e metafisica, a cura di I. Mancini, Bologna 1965; per la bibliografia:
          H.  J.  de  Vleeschauwer, L’opera  di  Arnoldo  Geulinx,  Torino  1958;  V.  Van  der
          Hagen, Geulinx: étude sur sa vie, sa philosophie et ses ouvrages, Gand 1886; C.
          Terraillon, La  morale  de  Geulinx  dans  ses  rapports  avec  la  philosophie  de
          Descartes, Parigi 1912; A. Ottaviano, Arnold Geulinx, Napoli 1933.

          GEYMONAT (Ludovico), filosofo della scienza italiano (Torino 1908). Laureatosi in
          matematica e filosofia, ha dato un notevole contributo alla conoscenza in Italia delle
          concezioni  neopositivistiche  del  Circolo  di  Vienna  e,  in  generale,  degli  sviluppi
          della  riflessione  critica  sui  fondamenti  della  conoscenza  scientifica.  In  seguito  ha
          definito  la  sua  posizione  teorica  richiamandosi  criticamente  alla  concezione

          materialista dialettica. Tra le opere: Studi per un nuovo razionalismo (1945), Saggi
          di  filosofia  neorazionalistica  (1953), Filosofia  e  filosofia  della  scienza  (1960),
          Scienza e realismo (1977).
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