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GHAZĀLĪ (Abū Hāmid Muhammad al-), citato dagli scolastici latini come Algazel,
filosofo musulmano (Tūs, Khorāsān, 1058-1111). Insegnò diritto e teologia a
Bagdad, chiamato dal ministro Nizām al-Mulk. La maturazione di una profonda crisi
interiore lo spinse verso il sufismo e la vita ascetica. Lasciò Bagdad, peregrinò per
nove anni fra la Mecca e alcune città della Siria e trascorse infine l’ultimo periodo
della sua vita nella città natale, attorniato da una piccola comunità di discepoli eletti.
Il sufismo moderato di Al-Ghazālī ha esercitato una grande influenza sull’evoluzione
della religiosità musulmana. Scrisse molto, sia come giurista, sia come filosofo. Il
suo Maqāsid al-falāsifa (I propositi dei filosofi), tradotto in latino nel XII sec. da
Domenico Gundisalvi, è una sintesi delle dottrine dell’aristotelismo arabo, redatta
come premessa alla loro confutazione, che è contenuta nel Tahāfut al-falāsifa
(L‘incoerenza dei filosofi), citato di solito nel medioevo latino col titolo di
Destructio philosophorum. L’esperienza mistica, come superamento della ragione
speculativa e del formalismo rituale, costituisce il tema della sua opera più celebre,
Ihyā’ ‘ulūm al-dīn (La vivificazione delle scienze religiose).
Bibliogr.: M. Asín Palacios, Algazel: dogmática, moral, ascética, Saragozza 1901;
B. Carra de Vaux, Gazali, Parigi 1902; H. Bauer, Die Dogmatik al-Gazzalis, Halle
1912; A. J. Wensinck, La pensée de Ghazali, Parigi 1940; M. Smith, Al Gazali, the
Mystic, Londra 1944; C. M. Farid Jabre, La notion de certitude selon Ghazālī dans
ses origines psychologiques et historiques, Parigi 1958.
GIÀMBLICO, in gr. Iámblichos, filosofo greco della scuola neoplatonica (Calcide,
Celesiria, 250 circa - † 330). Studiò, oltre al pensiero platonico e pitagorico, le
dottrine caldee ed egizie. Insegnò ad Apamea, dove fondò la scuola neoplatonica di
Siria. La sua opera principale era una Silloge delle dottrine pitagoriche, in dieci
libri, dei quali cinque sono giunti fino a noi, tra cui i più importanti sono una Vita di
Pitagora e Il protreptico (discorso esortativo). Possediamo anche il trattato Sui
misteri, testo di filosofia religiosa di grande interesse, che costituisce la
testimonianza di come, con lui, il neoplatonismo assume i caratteri di una religione
che si erge in opposizione al cristianesimo. Giamblico infatti rifiuta il discorso
razionale di Plotino e di Porfirio e, in una prospettiva teurgica e taumaturgica
piuttosto che filosofica, è convinto che l’uomo possa entrare in contatto con la
divinità per mezzo di riti occulti e di formule simboliche.
Bibliogr.: J. Bidez, La liturgie des mystères chez les néoplatoniciens, « Bulletin,
classe de lettres de l’Académie royale de Belgique », 1918; J. Bidez, Le philosophe
Jamblique et son ecole, « Revue des études grecques », 1919; F. Cumont, Lux
perpetua, Parigi 1949; E. R. Dodds, I greci e l’irrazionale, Firenze 1959; M. P.
Nilsson, Geschichte der griechischen Religion, Monaco 1961.
GIANNÓNE (Pietro), storico e scrittore politico italiano (Ischitella, Gargano, 1676-
Torino 1748). Esercitò l’avvocatura a Napoli. Appassionatosi alle questioni
giurisdizionali, sulle quali ferveva allora vivace il dibattito, si dedicò per un
ventennio (1702-1722) al loro studio, pubblicando nel 1723 un’opera di vasta mole,
l’Istoria civile del regno di Napoli, in cui le varie vicende del Mezzogiorno