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gli ordini e si ritirò nel monastero di Marmoutier. È noto per un breve trattato, Liber
pro insipiente (l’insipiente è il biblico negatore dell’esistenza di Dio), scritto
appunto in difesa di chi resiste alla prova ontologica di sant’Anselmo. Le obiezioni
di Gaunilone sono fondamentalmente due: in primo luogo l’ateo non ha l’idea di Dio,
e dunque la prova ontologica non ha su di lui alcuna presa; in secondo luogo
dall’idea dell’essere perfettissimo non si può ricavare la sua esistenza, come
dall’idea di un’isola perfettissima non si conclude che questa esista.
GEMISTO PLETÓNE (Giorgio), in gr. Geórgios Gemistós Pléthōn, filosofo e
umanista bizantino (Costantinopoli 1355 circanel Peloponneso 1450 circa). Venuto a
Firenze nel 1438 al seguito dell’imperatore di Bisanzio Giovanni VIII, in occasione
di quel concilio che avrebbe dovuto porre fine allo scisma fra la Chiesa greca e
quella latina, vi diffuse il culto per Platone e persuase Cosimo de’ Medici a fondare
l’Accademia* platonica. Della sua ammirazione per Platone testimoniano l’opera
Differenza fra Platone e Aristotele, composta intorno al 1440, e il fatto stesso che
egli abbia aggiunto al suo nome l’appellativo di Pletone (in gr. pléthōn, che ha lo
stesso significato di gemistós, pieno), per la suggestiva assonanza col nome del
maestro. Peraltro il Platone tanto amato dal Gemisto è notevolmente contaminato da
elementi spuri derivati dal tardo neoplatonismo: le idee sono diventate, per es.,
personalità angeliche, disposte secondo una complessa gerarchia. Gemisto scrisse
anche un Trattato sulle leggi tenendo presente l’omonimo dialogo platonico. Si
interessò inoltre con competenza delle questioni sociali del suo tempo, come
attestano due sue memorie, recanti proposte di riforme per il Peloponneso.
Bibliogr.: F. Masai, Pléthon et le platonisme de Mistra, Parigi 1956; E. Garin,
Studi sul platonismo medievale, Firenze 1958; in generale sulla filosofia bizantina:
B. Tatkis, La philosophie byzantine, Parigi 1949.
GENERALIZZAZIONE. Secondo la logica classica la generalizzazione, insieme con
l’astrazione, è alla base della formazione del concetto.
Movendo da un certo numero di oggetti particolari, il pensiero ritiene solo le note
comuni a tutti gli oggetti considerati e trascura invece quelle che compaiono solo in
alcuni: questo è il processo di astrazione. Se poi il pensiero attribuisce idealmente
queste note a tutti gli oggetti, passati, presenti e futuri, nei quali presume che esse
siano state, siano o saranno presenti, si ha la generalizzazione. L’astrazione e la
generalizzazione si realizzano con l’aiuto della parola, in quanto questa è segno del
concetto.
Di generalizzazione si parla oggi con più preciso riferimento in matematica e in
fisica, alludendo al processo tipico per cui, introducendo nuovi simboli e nuove
ipotesi, si costruisce un campo più esteso, di cui quello originario appare un settore
particolare (in questo senso la meccanica relativistica è una generalizzazione della
meccanica classica, i numeri razionali sono una generalizzazione dei numeri naturali,
ecc.).
GENERE. Nella logica aristotelico-scolastica, il primo costituente della definizione,
la quale deve contenere l’indicazione del genere prossimo e della differenza