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GABELLI (Aristide), pedagogista italiano (Belluno 1830-Padova 1891). Seguace del
positivismo, ne respinse gli aspetti pesantemente materialistici ed evoluzionistici,
riallacciandosi allo sperimentalismo di Stuart Mill e al metodo galileiano e legando
l’idea di progresso a quella di ragione. Nel progresso razionale, infatti, vide il
principio stesso dell’educazione, cui diede come fine la formazione della coscienza
morale e nazionale. Nella didattica, fu assertore del « metodo intuitivo », ovvero
della necessità di adeguare l’insegnamento alle possibilità di apprendimento del
fanciullo e di basarlo sull’intuizione concreta e non sull’astrazione verbale. Perciò si
adoperò per l’introduzione del lavoro manuale e delle sperimentazioni nelle scuole
italiane.
La sua opera filosofica fondamentale è L’uomo e le scienze morali (1869), la
principale opera pedagogica L’istruzione in Italia, raccolta postuma (1891-1892)
dei suoi scritti migliori in materia.
Bibliogr.: L’uomo e le scienze morali, a cura di L. Credaro, Torino 1915; Metodo
d’insegnamento, a cura di Codignola, Firenze 1924; su G.: R. Miceli, Aspetti del
positivismo italiano, il Gabelli, « Archivio di storia della filosofia italiana », 1934.
GADAMER (Hans Georg), filosofo tedesco (Marburgo 1900). Al centro della sua
ricerca è la filosofia dell’esistenza, in particolare per quanto riguarda il rapporto che
essa vive tra la forza del linguaggio come intuizione e l’elaborazione concettuale
della, filosofia; da qui nasce l’esigenza di un approfondimento del problema
dell’ermeneutica. Dopo aver indagato sulla portata ontologica dell’arte, intesa come
momento di un processo incompiuto ma parte integrante di questo stesso processo,
egli afferma che è possibile riprendere il problema della storicità dell’esistenza in
quanto sintesi di passato e presente e contemporaneamente fusione di « orizzonti »
diversi. « Medium » di questa fusione di orizzonti è il linguaggio, cioè il processo
ermeneutico. Partendo dalla premessa che il linguaggio non è solo lo strumento del
pensiero ma la dimensione insostituibile dell’esperienza umana. Gadamer vede
nell’approfondimento dell’ermeneutica il mezzo per la soluzione del conflitto tra la
metafisica tradizionale e il tentativo heideggeriano di superarla. Tra le opere
principali si ricordano: Goethe e la filosofia (1947), Verità e metodo: lineamenti di
ermeneutica filosofica (1960), Il problema della coscienza storica (1963).
GALÈNO (Claudio), in gr. Kláudios Galēnós, medico greco (Pergamo 130 circa d.C.
- Roma o Pergamo 200 circa). Dopo aver approfondito le dottrine filosofiche del
tempo, si dedicò allo studio della medicina, passando dalla scuola della città natale
a Smirne, a Corinto e ad Alessandria, dove conobbe indirizzi e maestri diversi.
Divenuto medico di Marco Aurelio e dei suoi successori, rimase a Roma presso la
corte imperiale per circa un quarantennio (161–200).
Sensibile ai problemi filosofici e religiosi, portò nel campo della medicina esigenze
teoriche e teologiche. Pur conservando tecniche e concezioni tradizionali, come
quella ippocratica dei quattro umori, egli innovò notevolmente nell’impostazione