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Fratellanza! » si dimostrarono consapevoli del pericolo che quest’ultima, senza il
previo riconoscimento della dignità dell’uomo e dell’uguaglianza dei diritti, si
riducesse a una vacua e poco impegnativa inclinazione sentimentale. Questa è anche
l’idea che sta alla base della formulazione data da Kant dell’imperativo morale: «
Agisci in modo da considerare l’umanità, in te stesso e negli altri, sempre come fine
e mai come mezzo ». Le varie Dichiarazioni dei diritti dell’uomo esprimono
l’esigenza di tradurre in realtà politica l’ideàle della fratellanza degli uomini, con
quelli connessi della libertà e dell’uguaglianza.
FRAUENSTÄDT (Julius), filosofo tedesco (Bojanowo, Posnama, 1813-Berlino 1879).
Fu dapprima hegeliano militante e appartenne alla e destra » della scuola, come
attesta l’opera La libertà dell’uomo e la personalità di Dio (1838). Subì poi
profondamente l’influenza di Schopenhauer, ne diffuse le dottrine e, come erede dei
manoscritti, curò la prima edizione, peraltro assai difettosa, delle opere complete del
maestro (sei volumi, usciti a Lipsia fra il 1873 e il 1874).
FRECCIA (ARGOMENTO DELLA). Una delle prove addotte da Zenone di Elea per
dimostrare l’impossibilità del moto. Una freccia lanciata dall’arco percorre
apparentemente una certa traiettoria. Ma se si considera che in ogni istante la freccia
è ferma a occupare una determinata porzione di spazio, si deve concludere che per
tutto il tempo del suo moto la freccia è immobile e che il movimento è solo una serie
di stati di quiete. Esso risulta così contraddittorio, e poiché l’Essere è logos, cioè è
razionalità, non è reale. Questo argomento, insieme con gli altri celebri paradossi
zenoniani di Achille* e la tartaruga e della corsa nello stadio*, è discusso da
Aristotele nella Fisica. A proposito dell’argomento della freccia, Aristotele osserva
che esso si fonda sull’assunzione dell’istante come atomo di tempo senza durata. Ma
la premessa è a suo giudizio erronea, perché una frazione di tempo, per quanto
piccola, deve pur sempre avere una durata. La discussione sugli argomenti di Zenone
si è riaccesa di tanto in tanto nella storia della filosofia. Per il paradosso della
freccia la chiave va cercata, come del resto aveva già intuito Aristotele, nella
distinzione, usuale in matematica, delle grandezze continue da quelle discrete.
FREDEGISO o FRIDEGISIO, filosofo anglosassone († 834). Fu allievo di Alcuino di
York, che seguì in Francia, insegnò nella Schola palatina (800), succedette al
maestro nella carica di abate di San Martino di Tours (804) e fu infine (819-832)
cancelliere dell’imperatore Ludovico il Pio. Nel suo scritto Epistola de nihilo et
tenebris, movendo da un’interpretazione letterale del passo della Bibbia in cui è
detto che Dio creò il mondo dal nulla (ex nihilo), affermò la necessaria realtà del
nulla, che intese come un’entità indefinita, da cui l’atto creativo ha tratto tutte le
cose.
FREGE (Gottlob), matematico e logico tedesco (Wismar, Meclemburgo, 1848 - Bad
Kleinen, Meclemburgo, 1925). Fu professore all’università di Jena dal 1896. Fine di
tutte le sue ricerche fu quello di ridurre l’aritmetica a un capitolo della logica.
Rifiutandosi di considerare come primitivi i concetti fondamentali della matematica,
definì i numeri mediante la nozione di classe e di corrispondenza tra classi. A tal
fine introdusse un simbolismo piuttosto complesso che fu superato da quello più