Page 342 - Dizionario di Filosofia
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FRACASTÒRO  (Girolamo),  umanista  e  scienziato  italiano  (Verona  1483  -  Incaffi,
          Verona,  1553).  Dopo  aver  studiato  medicina  a  Padova,  dove  ebbe  maestro  il
          Pomponazzi e compagno Copernico, insegnò per qualche tempo logica, ma nel 1510
          si ritirò nella sua villa d’Incaffi in studiosa solitudine. Autore di opere di medicina,
          di geografia, d’astronomia e di teologia, ebbe grande rinomanza come poeta latino,
          soprattutto per il poema Syphilis sive de morbo gallico (1530).

          Nell’ultimo anno di vita il Fracastoro scrisse tre dialoghi filosofici: Naugerius sive
          de  Poetica,  testo  fondamentale  dell’estetica  del  Rinascimento, Turrius  sive  de
          Intellectione e l’incompiuto Fracastorius sive de Anima,
          Bibliogr.:  su  F.:  P.  Rossi, Il metodo induttivo e la polemica antioccultista in  G.

          Fracastoro, « Rivista critica di storia della filosofia », 1954.
          FRANCHI (Ausonio), pseudonimo di Cristoforo BONAVINO, filosofo italiano (Pegli,
          Genova, 1821 - Genova 1895). Ordinato sacerdote, abbandonò presto l’abito talare
          (1849) e abbracciò il razionalismo di stampo positivistico, divenendo professore di

          filosofia  all’università  di  Padova  (1860)  e  quindi  nell’Accademia  scientifica  di
          Milano (1863). Fece conoscere in Italia la filosofia criticistica del Renouvier. Opere
          principali: La religione del sec. XIX  (1853), Il razionalismo del popolo (1856) e
          Ultima  critica  (1889-1893),  in  cui,  tornato  alla  fede  cattolica,  sconfessò  le  sue
          antiche  teorie  filosofiche  per  riavvicinarsi  al  tomismo.  Postume  apparvero  le
          interessanti Lezioni di pedagogia.

          Bibliogr.: Letture su la storia della filosofia moderna,  2  voll.,  Milano  1863; La
          teorica del giudizio,  2  voll.,  Milano  1870; Saggi  di  critica  e  polemica,  3  voll.,
          Milano 1871-1872; su F.: A. Franzoni, L’opera filosofica di A. Franchi,  Cremona
          1901;  A.  Colletti, A.  Franchi e i suoi tempi,  Torino  1925;  V.  Suraci, A.  Franchi
          filosofo e pedagogista, I, L’apostata, Roma 1936.

          FRANCOFORTE  (SCUOLA  DI).  Sotto  questa  denominazione  si  raccolgono  alcuni
          studiosi che operarono negli anni Trenta presso l’Institut für Sozialforschung (Istituto
          di  Ricerche  Sociali)  di  Francoforte,  e  che,  all’avvento  del  nazismo,  proseguirono
          l’attività prima a Parigi e quindi negli Stati Uniti. Tra di essi, in particolare, vanno
          ricordati M. Horkheimer, T. W. Adorno, H. Marcuse, W. Benjamin e lo psicoanalista
          E.  Fromm.  L’importante  contributo  dato  da  questi  filosofi,  sociologi,  critici  può

          essere definito approssimativamente come l’elaborazione di una teoria critica della
          società, ispirata all’eredità hegeliana, ai testi del giovane Marx, a Storia e coscienza
          di  classe  di  Lukács,  oltre  che  ad  alcuni  aspetti  del  pensiero  di  Husserl  e  di
          Heidegger.  Molta  risonanza  ebbero  le  ricerche  collettive  compiute  sulla  «
          personalità autoritaria ».

          Bibliogr.: G. Therborn, Critica e rivoluzione, la scuola di Francoforte, Bari 1972.
          FRATELLANZA.  L’idea  che  tutti  gli  uomini  costituiscano  una  grande  famiglia  e  già
          presente  in  alcuni  pensatori  dell’antichità  classica.  Il  cristianesimo  affermò
          vigorosamente l’unità di tutti gli uomini, gentili e giudei, liberi e schiavi, e la loro
          spirituale fratellanza in quanto figli di Dio. I legislatori francesi del 1792 e i loro

          imitatori del 1848, inserendo la parola nel celebre trinomio: « Libertà! Uguaglianza!
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