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cosmologicamente fondata, cioè una « dialettica esistentiva ». Tra le sue opere
principali: L’essere, la verità, il mondo (1958), Il gioco come simbolo del mondo
(1960), Studi di fenomenologia 1930-1939 (1966).
FIORENTINO (Francesco), storico italiano della filosofia (Sambiase, Catanzaro, 1834
- Napoli 1884). Professore nell’università di Bologna, di Napoli e di Pisa, partecipò
come volontario ai moti garibaldini in Calabria (1860). Dopo un’iniziale adesione a
uno spiritualismo di tipo cristiano, rivolse la sua attenzione alla filosofia greca e, in
particolare, al pensiero rinascimentale italiano, in cui vide, sulle orme dello
Spaventa, l’origine di tutta la filosofia moderna europea, concludendo la sua
evoluzione in senso neokantiano.
Bibliogr.: Il panteismo di Giordano Bruno, Napoli 1861; Saggio storico sulla
filosofia greca, Firenze 1864; La filosofia contemporanea in Italia, Napoli 1876;
Scritti rari, Napoli 1876; Studi e ritratti della Rinascenza, a cura di G. Gentile,
Bari 1911; Ritratti storici e saggi critici, a cura di G. Gentile, Firenze 1935; su F.:
Aa. Vv., Onoranze a F. Fiorentino, Napoli 1935; A. Renda, Il pensiero di F.
Fiorentino, Catanzaro 1935; V. G. Galati, Interpretazione dell’opera di F.
Fiorentino, « Archivio di storia della filosofia italiana », 1936.
FISCHER (Kuno), filosofo e storico della filosofia tedesco (Sandewalde, Slesia,
1824-Heidelberg 1907). Professore dapprima ad Heidelberg, poi a Jena, quindi (dal
1872) di nuovo a Heidelberg, fu un hegeliano aperto all’influenza di altri pensatori,
particolarmente di Kant. Opere principali; Sistema di logica e metafisica (1852),
Storia della filosofia moderna (10 voll., 1854-1904), Critica della filosofia
kantiana (1883).
FISICA (gr. physikē, da phýsis natura). Scienza che studia le proprietà della materia e
della radiazione, intendendo per materia tutto ciò che ha massa e per radiazione ogni
fenomeno caratterizzato da una propagazione di tipo ondoso.
La fisica è essenzialmente una scienza sperimentale. Quando si studia un fenomeno
bisogna in primo luogo osservarlo correttamente, cioè notare con esattezza tutti gli
eventi che lo accompagnano; occorre in seguito saper distinguere, tra gli eventi,
quello che è fondamentale da quello che non lo è, o che addirittura è senza rapporto
con il fenomeno in esame. Per questa distinzione è indispensabile una serie numerosa
di osservazioni: in tal modo gli eventi inessenziali che si accompagnano al fenomeno
subiscono variazioni che possono essere apprezzate esattamente. Ma poiché
nell’osservazione del fenomeno le variazioni degli eventi inessenziali avvengono per
natura, è spesso difficile distinguerli da quelli importanti ai fini dell’osservazione
del fenomeno. Perciò il fisico ricorre all’esperimento, nel corso del quale egli
interviene attivamente per semplificare le condizioni in cui le esperienze vengono
fatte, e all’analisi statistica dei risultati sperimentali. Nell’osservazione come
nell’esperienza, i sensi dell’uomo, pur fondamentali, sono molto imprecisi, per cui è
sempre più necessario, col progredire delle scienze, aumentarne la potenza con
l’impiego di diversi strumenti. In certi casi si tratta di una semplice amplificazione
di effetti che si producono a una scala inaccessibile direttamente ai nostri sensi, o