Page 332 - Dizionario di Filosofia
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ricchissima articolazione di temi schiettamente filosofici, che sono posti dal
confronto con la cultura islamica, dal recupero e dall’assimilazione della filosofia
classica e dal rinnovato e crescente interesse per discussioni su argomenti di logica,
di scienza, di etica, all’interno soprattutto delle Facoltà delle Arti. Con l’umanesimo
e il rinascimento il principio di autorità, sia esso teologico e filosofico, viene
rimesso in discussione e la filosofia, di nuovo autonoma, tende sempre più a «
laicizzarsi »: in particolare la filosofia naturale acquista un peso sempre maggiore
creando le condizioni per quella che sarà la rivoluzione scientifica del XVI sec.,
riprendono vigore le discussioni sulla teoria dello stato e’ del diritto, così come
progressivamente si avverte la’necessità di dare un’interpretazione filosofica della
stessa tradizione filosofica del passato. Sino al Settecento l’etichetta di « filosofo »
si applica tanto al moralista quanto allo scienziato naturale, senza che tematica
filosofica e scientifica presentino una separazione marcata, né dal punto di vista
istituzionale né per quanto riguarda la formazione culturale in genere. Figure come
Diderot e Voltaire sono l’esempio concreto di questa capacità enciclopedica tuttora
possibile. Soltanto con l’Ottocento e la fondazione di istituzioni culturali — le
università — la cui strutturazione in facoltà distinte è resa indispensabile
dall’impetuoso sviluppo delle conoscenze scientifiche, viene sancita la divisione del
lavoro intellettuale nelle due culture: umanistico-filosofica e scientificotecnica. La
responsabilità culturale di questa scissione è stata talora attribuita a Hegel e in
generale ai filosofi della natura romantici: la pretesa filosofica di fondare la totalità
del sapere si è scontrata con l’irriducibile divaricazione dei metodi di ricerca,
sempre più autonomi e differenziati, che caratterizza la specializzazione della ricerca
scientifica a tutti i livelli.
Se tuttora la filosofia si propone come attività di riflessione sul sapere in genere, con
l’obiettivo della tendenziale unificazione delle scienze, dall’Ottocento in poi questo
progetto non ha più potuto avere il carattere di imposizione di un sistema speculativo
cui le singole discipline dovessero adeguarsi, bensì si è venuto configurando come
analisi critica dei fondamenti epistemologici di esse, condotta soprattutto
dall’interno. Con ciò il campo dell’indagine filosofica autonoma pare restringersi
alle ricerche etiche, estetiche, di filosofia della storia della religione, del diritto, di
storia della filosofia, mentre anche scienze tradizionalmente all’interno del campo
filosofico acquistano uno statuto indipendente, come la psicologia, la pedagogia, la
sociologia, la linguistica, l’antropologia. Inoltre Marx ha criticato a fondo il
carattere astratto, ideologico, della concezione speculativa della filosofia, del tutto
inadeguato alla problematica della società capitalistica avanzata; affermando in sua
vece la necessità di una filosofia della prassi, in grado di diventare espressione
della coscienza critica e rivoluzionaria e strumento della liberazione degli uomini.
Se il pensiero di Marx ha segnato in maniera profondissima tutta la filosofia
successiva, aprendo nuove e fecondissime vie alla conoscenza storica e all’analisi
critica della realtà, influenzando larghissimi settori della cultura mondiale, non va
tuttavia dimenticato che il panorama filosofico dell’epoca attuale è estremamente
vario e contraddittorio. Nella misura in cui si vanifica sempre più la possibilità di