Page 328 - Dizionario di Filosofia
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La Scienza  ebbe  una  grande  fortuna;  tradotta  in  francese,  in  tedesco,  in  spagnolo,

          essa fu anche una delle fonti ispiratrici del pensiero e dell’opera del ceto liberale
          meridionale, e in primo luogo dei « giacobini » della  Repubblica  Partenopea del
          1799.
          Bibliogr.:  Per  un’ampia  bibliografia,  confronta  le  pagine  che  precedono  la  scelta

          antologica contenuta in Illuministi italiani, tomo V, Riformatori napoletani, a cura
          di  F.  Venturi,  Milano-Napoli  1962.  Altri  studi  su  F.:  U.  Spirito, Il  pensiero
          pedagogico di G. Filangieri,  Firenze 1924;  S.  Cotta, G.  Filangieri e il problema
          della legge,  Torino  1954;  G.  Mongardini, Politica  e  sociologia  nell’opera  di  G.
          Filangieri, Milano 1964.
          FILANTROPISMO o FILANTROPINISMO. Movimento pedagogico promosso in Germania

          da J. B. Basedow sotto l’influenza della lettura di Rousseau.
          Il Basedow aprì nel 1774 a Dessau, con l’appoggio del principe di Anhalt, un istituto
          da  lui  denominato Philanthropinum,  nel  quale  venivano  messi  in  atto  metodi
          educativi  nuovi,  caratterizzati  dalla  mitezza  disciplinare,  dalla  pratica  del  lavoro
          manuale  e  dell’esercizio  fisico,  dall’impostazione  utilitaristica  dell’insegnamento
          delle  lingue  e  delle  scienze,  dalla  riduzione  in  posizione  subordinata  della

          grammatica e della retorica, dalla preminenza riconosciuta ai procedimenti intuitivi:
          il tutto in funzione di uno sviluppo equilibrato e armonico dell’uomo.
          FILANTROPÌA (dal gr. philêin, amare e ánthrōpos, uomo). Amore dell’uomo per gli
          altri uomini o per l’umanità nel suo complesso, che si manifesta nell’impegno pratico
          di promuovere il benessere e la felicità altrui. In Platone, in Aristotele e soprattutto
          nell’etica  stoica  il  termine  è  di  uso  frequente  e  indica  il  vincolo  naturale  di

          solidarietà  che  lega  gli  uomini  fra  loro,  in  quanto  parti  costitutive  di  un  unico
          organismo.  Nello  stoicismo  romano  (Seneca  e  Marco  Aurelio)  la filantropia  fu
          teorizzata  come  il  fondamento  etico  della  politica  del  buon  principe.  Nell’età
          dell’Illuminismo  la  nozione  riemerse  come  immediato  risvolto  pratico  della
          concezione dell’uguaglianza naturale degli uomini.  Se ne accentuò allora anche la

          contrapposizione  alla  carità  cristiana,  che  sembrava  implicare  un’accettazione
          rassegnata delle diversità di condizione e dell’infelicità e un riferimento limitato alle
          singole persone. In Inghilterra e negli Stati Uniti d’America fra il XIX e il XX sec., la
          filantropia  si  è  manifestata  in  un  complesso  di  iniziative  che,  movendo  dalla
          premessa  della  immodifìcabilità  delle  strutture  del  sistema  capitalistico,  si
          propongono  tuttavia  di  lenire  i  disagi  provocati  dal  suo  sviluppo  fra  i  ceti
          socialmente più deboli. Alla filantropia si ispira oggi anche l’atteggiamento di parte

          dell’opinione  pubblica  dei  paesi  economicamente  progrediti  verso  il  cosiddetto
          Terzo Mondo.
          FILODÈMO, in gr. Philodémos, poeta e filosofo greco della scuola epicurea (Gadara,
          Celesiria, 110 circa a.C. -† 28 circa a.C.). Venne a Roma intorno al 70 a.C. e visse

          per lo più a Napoli e ad Ercolano, in una villa donatagli dal suo amico e protettore
          L.  Calpurnio  Pisone.  Avversò  la  politica  di  Antonio  e  influenzò  in  senso
          repubblicano  i  giovani  intellettuali  romani  grecizzanti,  che  lo  frequentavano  come
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