Page 320 - Dizionario di Filosofia
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come sviluppo della logica in una filosofia generale. Per ritrovare il senso delle
cose bisogna operare una « riduzione fenomenologica », vale a dire bisogna «
mettere tra parentesi » il mondo, realizzare un particolare stato di distacco (epoché),
in modo che la coscienza sia libera di volgersi all’esame di se stessa come
depositaria dei significati, come principio di tutto ciò che appare. La riduzione
trascendentale rivela la partecipazione del soggetto alla costruzione del mondo. Qui
la posizione di Husserl si collega, almeno per certi aspetti, con quella dell’idealismo
tradizionale. Ma gli inediti degli ultimi dieci anni segnano il ritorno a un certo
realismo dell’esperienza percettiva, descritta come il fondamento genetico di tutte le
operazioni della coscienza. L’accento batte in questa fase sulla contrapposizione fra
il mondo della vita (Lebenswelt) e la scienza come trasformazione-idealizzazione di
esso. Si può affermare che la fenomenologia di Husserl ha agito sul pensiero
contemporaneo prevalentemente come indicazione di un metodo fecondo di ricerca.
Heidegger, che se ne è valso nella costruzione della sua ontologia, lo ha
caratterizzato come il metodo che potrebbe avere per motto: « Alle cose stesse! ».
Queste « cose stesse » sono gli oggetti ideali, che si rivelano nella loro pienezza alla
coscienza ad essi intenzionata. Applicando il metodo della riduzione fenomenologica
a settori di indagine particolari, il filosofo costruisce quelle che Husserl chiama «
ontologie regionali » e scopre le strutture permanenti che sono presupposte da ogni
possibile modo di esperire. Questa almeno apparente disponibilità alla applicazione
nei campi più vari ha indubbiamente favorito il successo della fenomenologia, la
quale inoltre, con la prevalenza del momento descrittivo su quello esplicativo e con
il conseguente atteggiamento distaccato e neutrale di « filosofia aperta », sembra
armonizzare perfettamente con la delusa inclinazione al disimpegno, che caratterizza
la posizione di tanti intellettuali degli anni Sessanta. Esempi particolarmente
illuminati di indagini condotte col metodo fenomenologico si trovano in Sartre
(particolarmente L’essere e il nulla) e in Merleau-Ponty.
Bibliogr.: N. Bobbio, L’indirizzo fenomenologico nella filosofia sociale e
giuridica, Torino 1934; M. Farber, The foundation of phenomenology, Cambridge
(Mass.) 1943; L. Landgrebe, Phänomenologie und Metaphysik, Amburgo 1949; H.
Spiegelberg, The phenomenological movement, 2 voll., L’Aia 1960; Aa. Vv.,
Bilancio della fenomenologia e dell’esistenzialismo, Padova 1960; Aa. Vv.,
Realism and the background of phenomenology, Glencoe 1960; F. Costa, Cos’è la
fenomenologia, Milano 1962; P. Chiodi, Esistenzialismo ‘e fenomenologia, Milano
1963; La fenomenologia, a cura di C. Sini, Milano 1965; G. Piana, I problemi della
fenomenologia, Milano 1966; E. W. Strauss, Phenomenology pure and applied,
Lovanio 1964; S. Strasser, Phénomenologie et sciences de l’homme, Lovanio-Parigi
1967.
Sulla fenomenologia e la sua problematica attuale si veda il saggio di C. Sini
nella I parte di questo Dizionario.
FERÈCIDE di Siro, in gr. Pherekýdēs, scrittore greco (isola di Siro, Cicladi – Ionia