Page 318 - Dizionario di Filosofia
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FENARÈTE, in gr. Phainarétē, moglie dello scultore Sofronisco e madre di Socrate
          (v sec. a.C.). Il filosofo diceva di praticare la medesima professione della madre,
          che era levatrice, poiché, come essa aiutava le partorienti a mettere alla luce i figli,
          così egli con il ragionamento induceva gli interlocutori a trarre fuori da se stessi la
          verità insita nella loro anima. (V. MAIEUTICA.)

          FÉNELON  (François DE  SALICNAC  DE  La  Mothe-),  prelato  e  scrittore  francese
          (castello di Fénelon, Périgord, 1651-Cambrai 1715). Allievo del seminario di Saint-
          Sulpice,  fu  ordinato  sacerdote  probabilmente  nel  1675.  Si  occupò  di  problemi  di
          educazione  delle  fanciulle  e  compose  un  trattato  sull’Educazione  delle  giovinette
          (1687). Nel 1689 fu nominato precettore del giovane figlio del duca di Borgogna.
          All’inizio dell’ottobre 1688, egli fece la conoscenza di  Madame  Guyon, donna di

          nobile  carattere  e  interessata  ai  problemi  spirituali  più  sottili;  Fénelon  ritenne  di
          poter riconoscere nelle sue idee alcuni tratti della dottrina del quietismo, da poco
          condannata da Roma; ma non credette che tali idee fossero da censurare. In difesa
          del  «  quietismo  »  e  contro  Bossuet  compose  il  trattato  sulla Spiegazione  delle
          massime dei santi (1697) che segnò l’inizio di una polemica estremamente violenta.
          Il re stesso, Luigi XIV, prese posizione contro Fénelon, esiliandolo a Cambrai, di cui

          era  arcivescovo.  La  pubblicazione  del  romanzo Le  avventure  di  Telemaco
          (composto attorno al 1694), in cui alcuni sentirono una condanna del governo del re,
          non  fece  che  aumentare  l’ostilità  di  Luigi  XIV  verso  Fénelon.  Pubblicò  inoltre  le
          Favole  e  i Dialoghi  dei  morti  (1712),  che  aveva  composto  per  i  suoi  allievi.
          L’esame di coscienza d’un re e Le tavole di Chaulnes (1711) dimostrano che egli
          continuava a sperare di poter riformare il governo della Francia.

          Bibliogr.:  G.  Compayré, Fénelon  et  l’éducation  attrayante,  Parigi  1910;  E.
          Carcassonne, Fénelon,  l’homme  et  l’oeuvre;  R.  Spaemann, Reflexion  und
          Spontaneität. Studien über Fénelon, Stoccarda 1963.
          FENOMÈNICO.  Che  appartiene  al  mondo  dei  fenomeni: mondo  fenomenico,  nella

          filosofia kantiana, la realtà che è il risultato dell’esperienza di tipo scientifico, in
          contrapposizione al mondo noumenico, ovvero delle cose in sé o noumeni*.
          FENOMENISMO. Dottrina filosofica che sostiene che l’esistente è fenomeno, cioè che
          l’esistere delle cose si riduce al loro essere momenti di un’esperienza possibile.
          Poiché  essere  momento  di  una  esperienza  possibile  significa  più  o  meno  essere
          compreso in una coscienza, la storia del fenomenismo finisce per coincidere, almeno

          in parte con quella dell’idealismo soggettivo. Berkeley nega l’esistenza di sostanze
          materiali e riconosce reali solo le sostanze spirituali: l’esistenza delle cose si riduce
          perciò al loro essere percepite (esse est percipi) Hume nega anche l’esistenza delle
          sostanze  spirituali:  l’io,  come  la  realtà  naturale,  non  è  che  una  collezione  di
          rappresentazioni. L’ordine e la connessione di tali rappresentazioni sono il risultato
          di  abitudini  mentali,  di  tendenze  della  natura  umana  ad  associare  secondo  certe

          direzioni  i  dati  della  rappresentazione.  Per  Kant  la  mente  umana  conosce  solo
          fenomeni,  nel  senso  che  l’universo  della  conoscenza  è  il  prodotto  dell’attività
          organizzatrice dell’io, la quale si realizza secondo forme universali e necessarie. Al
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