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LO STORICISMO

                Due  sono  i  filoni  tradizionali  e  propriamente  detti  che  costituiscono  lo
          storicismo. Il primo si può caratterizzare come il filone idealistico: esso ha origini
          lontane – per alcuni fin da Platone – e in sostanza accoglie le diverse, e via via più
          raffinate, interpretazioni razionalistiche della storia, o, se si vuole, le varie filosofie
          della  storia.  Vico  è  stato  visto  come  il  precursore,  Hegel  e  l’idealismo  tedesco
          hanno rappresentato il momento di massima tensione e di maturità di questa tendenza,
          Croce e il neoidealismo italiano una più recente ripresa. Se il tema centrale resta

          quello  di  una  ragione  e  di  una  legge  razionale  del  divenire  storico,  lo  sviluppo
          interno  della  tendenza  si  può  riconoscere  nello  sforzo  di  liberarsi  da  ogni
          provvidenzialismo  o  piano  divino  e  di  impiantare  un’analisi  di  tipo  puramente
          immanentistico,  in  breve  di  cancellare  ogni  sospetto  di  religiosità  della  storia  e
          quindi anche di imperscrutabilità del divenire. Questa laicizzazione si realizza nel
          momento  in  cui,  appunto  con  Hegel,  si  arriva  ad  affermare  la  possibilità  di  una

          coincidenza  tra  realtà  (l’accadere  empirico)  e  razionalità  (lo  sviluppo  ideale),
          coincidenza regolata da una logica dialettica: cioè da un passaggio, a tutti i livelli
          della realtà, dal più semplice al più complesso attraverso un processo di negazione-
          inveramento. La ragione di tale processo non dipende da nessuno dei suoi momenti
          empirici, ma è tutta interna al processo stesso, anzi è il processo.
                Questo  primo  approccio,  cui  Hegel  fornisce  una  definizione  compiuta,  vuole
          essere certamente di tipo sostanzialistico. Lo storicismo è qui filosofia della storia in

          quanto  pretende  di  dire che cosa essa è: una complessiva visione del mondo che
          pretende  a  una  spiegazione  esaustiva  della  realtà.  La  realtà  è  storia  in  sviluppo
          dialettico e tale sviluppo è lo sviluppo della ragione che si autorealizza nel mondo,
          liberandosi.
                All’interno  di  tale  filone  si  colloca,  almeno  contestualmente,  il  materialismo
          storico  nel  tentativo  di  spezzarne  l’involucro  «  mistico  »  e  di  dare  contenuto

          concreto  alla  razionalità  e  alla  dialettica.  È  aperto  ancor  oggi  il  problema  se  il
          materialismo  storico  si  ponga  o  no  come  una  filosofia  della  storia,  in  che  modo
          dunque esso sia l’erede della « filosofia classica tedesca ». Nella critica che Croce
          rivolge al marxismo e nella risposta marxista che Gramsci propone, si può vedere un
          momento caratterizzante di tale dibattito: due spiegazioni storicistiche della realtà,
          l’una, quella di Croce, centrata sulla categoria totalizzatrice di  Spirito e sulle sue
          forme  distinte  e  compresenti  in  un  pur  unico  disegno  razionale;  l’altra,  quella  di

          Gramsci, centrata sulla categoria concreta di prassi e sulla possibilità di un progetto
          di liberazione dell’umanità intera a partire da un determinato blocco storico-politico,
          cioè da uno specifico motore della storia.
                Il secondo filone è rappresentato dallo storicismo tedesco in senso specifico. È
          questa una corrente che si articola variamente al proprio interno, ma che copre un
          ristretto periodo (fine Ottocento, primi decenni del nostro secolo) e un’area culturale

          delimitata  (quella  appunto  tedesca).  Si  intreccia  con  la  rinascita  del  kantismo  e
          presenta di conseguenza carattere fondamentalmente metodologico. Dal tentativo di «
          critica  della  ragion storica  »  di  Dilthey  volto  a  definire  le  caratteristiche
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