Page 31 - Dizionario di Filosofia
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LO STORICISMO
Due sono i filoni tradizionali e propriamente detti che costituiscono lo
storicismo. Il primo si può caratterizzare come il filone idealistico: esso ha origini
lontane – per alcuni fin da Platone – e in sostanza accoglie le diverse, e via via più
raffinate, interpretazioni razionalistiche della storia, o, se si vuole, le varie filosofie
della storia. Vico è stato visto come il precursore, Hegel e l’idealismo tedesco
hanno rappresentato il momento di massima tensione e di maturità di questa tendenza,
Croce e il neoidealismo italiano una più recente ripresa. Se il tema centrale resta
quello di una ragione e di una legge razionale del divenire storico, lo sviluppo
interno della tendenza si può riconoscere nello sforzo di liberarsi da ogni
provvidenzialismo o piano divino e di impiantare un’analisi di tipo puramente
immanentistico, in breve di cancellare ogni sospetto di religiosità della storia e
quindi anche di imperscrutabilità del divenire. Questa laicizzazione si realizza nel
momento in cui, appunto con Hegel, si arriva ad affermare la possibilità di una
coincidenza tra realtà (l’accadere empirico) e razionalità (lo sviluppo ideale),
coincidenza regolata da una logica dialettica: cioè da un passaggio, a tutti i livelli
della realtà, dal più semplice al più complesso attraverso un processo di negazione-
inveramento. La ragione di tale processo non dipende da nessuno dei suoi momenti
empirici, ma è tutta interna al processo stesso, anzi è il processo.
Questo primo approccio, cui Hegel fornisce una definizione compiuta, vuole
essere certamente di tipo sostanzialistico. Lo storicismo è qui filosofia della storia in
quanto pretende di dire che cosa essa è: una complessiva visione del mondo che
pretende a una spiegazione esaustiva della realtà. La realtà è storia in sviluppo
dialettico e tale sviluppo è lo sviluppo della ragione che si autorealizza nel mondo,
liberandosi.
All’interno di tale filone si colloca, almeno contestualmente, il materialismo
storico nel tentativo di spezzarne l’involucro « mistico » e di dare contenuto
concreto alla razionalità e alla dialettica. È aperto ancor oggi il problema se il
materialismo storico si ponga o no come una filosofia della storia, in che modo
dunque esso sia l’erede della « filosofia classica tedesca ». Nella critica che Croce
rivolge al marxismo e nella risposta marxista che Gramsci propone, si può vedere un
momento caratterizzante di tale dibattito: due spiegazioni storicistiche della realtà,
l’una, quella di Croce, centrata sulla categoria totalizzatrice di Spirito e sulle sue
forme distinte e compresenti in un pur unico disegno razionale; l’altra, quella di
Gramsci, centrata sulla categoria concreta di prassi e sulla possibilità di un progetto
di liberazione dell’umanità intera a partire da un determinato blocco storico-politico,
cioè da uno specifico motore della storia.
Il secondo filone è rappresentato dallo storicismo tedesco in senso specifico. È
questa una corrente che si articola variamente al proprio interno, ma che copre un
ristretto periodo (fine Ottocento, primi decenni del nostro secolo) e un’area culturale
delimitata (quella appunto tedesca). Si intreccia con la rinascita del kantismo e
presenta di conseguenza carattere fondamentalmente metodologico. Dal tentativo di «
critica della ragion storica » di Dilthey volto a definire le caratteristiche