Page 26 - Dizionario di Filosofia
P. 26
conciliazione con l’esistente (nel fatto, con la realtà storica prodotta dalle
rivoluzioni borghesi); anzi alla sublimazione di esso. La dialettica demistificata e «
rovesciata », in quanto fondata non sull’Idea, ma sulle condizioni materiali
dell’esistenza, poiché concepisce sempre di « ogni forma divenuta » (storicamente)
anche il suo « lato transeunte » è invece, dice Marx, « critica e rivoluzionaria per
essenza ». “Critica” e “rivoluzione” sono, si può dire, le due supreme categorie del
marxismo, che nella sua unitarietà intende se stesso come « attività criticopratica ».
Esso è sorto, dunque, sul terreno dell’immanentismo e del laicismo moderni, che
dovettero, per affermarsi, combattere contro le religioni tradizionali. Oggi tuttavia
assistiamo a un assottigliarsi di questo contrasto: dal seno stesso delle religioni (non
solo quella cristiana) sorgono forze che pur senza abbandonare l’atteggiamento
religioso si rifanno alla concezione marxista della realtà sociale e della storia, nella
misura in cui essa aiuta non solo a « interpretare il mondo », ma anche a « mutarlo ».
CESARE LUPORINI