Page 304 - Dizionario di Filosofia
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probabilmente a  Mileto e fiorito a  Megara nella seconda metà del IV sec. a.C.  Fu

          discepolo di Euclide e suo successore nella direzione della scuola: la tradizione lo
          vuole  maestro  di  dialettica  di  Demostene  e  autore  di  una  perduta  opera  polemica
          contro Aristotele. Fu un tipico rappresentante della dialettica megarica (eristica*);
          fra  i  numerosi  paradossi  della  scuola,  celebri  nel  mondo  antico,  sette  venivano
          attribuiti  a  Eubulide:  il mentitore, l’Elettra,  il cornuto,  il velato,  il nascosto,  il
          sorite, il calvo.

          Bibliogr.:  V. MEGARICA  (scuola).  Su  E.  in  particolare:  J.  Moline, Aristotle,
          Eubulides and the Sorites, « Mind », 1969.
          EUCKEN  (Rudolf),  filosofo  tedesco  (Aurich,  Frisia  Orientale,  1846-Jena  1926).

          Iniziò la carriera accademica a Basilea nel 1871 e si stabilì poi a Jena dal 1874. Fu
          uno  dei  rappresentanti  della  reazione  al  positivismo  di  ispirazione  neoidealistica.
          Sosteneva  resistenza  di  un  regno  dello  spirito  trascendente  la  realtà  empirica  e
          rivelantesi  nell’attività  estetica,  filosofica  e  soprattutto  eticoreligiosa  delle  grandi
          personalità. Di qui il rilievo da lui dato al cristianesimo, guardato al di là di ogni
          determinazione  confessionale.  Opere  principali: Storia  e  critica  dei  concetti

          fondamentali  del  nostro  tempo  (1878), Il  contenuto  di  verità  della  religione
          (1901).
          Bibliogr.:  O.  Siebert, Rudolf  Euckens  Weltund  Lebensanschauung,  Langensalza
          1904;  R.  Gibson, Rudolf  Eucken’s  philosophy  of  life,  Londra  1906;  O.  Braun,
          Rudolf Euckens Philosophie und Bildungsproblem,  Lipsia  1909;  W.  T.  Jones, An

          interpretation of Rudolf Eucken’s philosophy, Londra 1912; M. Booth, R. Eucken,
          his philosophy and his influence,  Londra  1913;  W.  S.  Mc-Gowan, The  religious
          philosophy of R. Eucken, Londra 1914; A. Banfi, Filosofi contemporanei, Milano-
          Firenze 1961.

          EUCLIDE  di  Megara,  in  gr. Eukléidēs,  filosofo  greco,  fondatore  della  scuola  di
          Megara (Megara o Gela, 450 circa -† 380 a.C. circa). Divenne scolaro di Socrate
          dopo aver aderito all’eleatismo* e accolse poi nella sua casa di Megara i discepoli
          fuggiti da Atene in seguito alla condanna del maestro (399). La scuola da lui aperta a
          Megara fu frequentata anche da Platone. Euclide riconduce nei termini della filosofia
          di Parmenide il motivo socratico dell’unità del Bene. L’Essere eleatico è il Bene,
          chiamato  sì  con  molti  nomi,  come  saggezza,  dio,  intelligenza,  virtù,  ma  in  realtà

          estraneo  ad  ogni  molteplicità  e  ad  ogni  vicenda  del  nascere  e  del  perire.  Il
          molteplice è apparenza e le parole con cui si designano i vari aspetti dell’Essere
          sono  solo  convenzioni  umane.  Ne  segue  che  o  le  infinite  forme  dell’Essere,  che
          Euclide chiama idee, si fondono nell’unità di esso e diventano perciò indistinguibili,
          o  vengono  staccate,  e  allora  si  presentano  solo  come  nomi  accanto  a  nomi,
          incomunicabili fra loro. In ambedue i casi il discorso umano, con le sue ambizioni di

          articolazione  e  di  oggettività,  si  rivela  impossibile.  Il  tentativo  di  Platone  di
          costruire una dialettica* e di provare la connessione non convenzionale delle idee va
          visto in relazione a questa tesi negativa. Ma per la scuola di Euclide il compito della
          filosofia  si  esaurisce  nella  dimostrazione  dell’arbitrarietà  di  ogni  discorso,
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