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contemporaneamente materia e spirito). L’idealismo si è distinto nell’idealismo
soggettivo (fiducioso che tutto si riduca al pensiero individuale), nell’idealismo
oggettivo (che ritiene che tutto dipenda da uno Spirito o da una Idea universale, in tal
modo avvicinandosi alle posizioni del realismo spiritualistico), e nell’idealismo
critico (il quale sostiene che forse l’essere esiste al di là del pensiero, ma che il
pensiero non lo può mai conoscere dato che esso non può realizzare altro che
rappresentazioni, « fenomeni »: è questa la posizione sostanzialmente agnostica di
Kant, di Comte, ecc.).
Dal punto di vista storico queste diverse posizioni si sono susseguite in questo
modo:
a) realismo materialistico (spontaneo), con i primi filosofi ionici e con Eraclito;
b ) realismo spiritualistico, conseguente alle influenze religiose e all’azione dei
sofisti e degli scettici, che getta il seme dell’idealismo, anche se l’epoca non è
ancora matura per una sistematizzazione idealistica, per cui l’esigenza è ancora
genericamente impregnata di religiosità e di spiritualismo. Da ciò la curiosa
posizione, tipica, ad es., di Platone, di un « realismo delle Idee », che ha un forte
aspetto realistico in quanto viene ritenuta valida una realtà assoluta e oggettiva, ma
che si colora di idealismo dato che tale realtà è in definitiva quella delle Idee;
c) realismo dualistico (per es. nella tradizione cristiana, e quindi nella filosofia di
Cartesio). Anche in questo tipo di realismo appare una certa tendenza idealistica in
quanto l’aspetto spirituale dell’essere, Dio, è considerato come anteriore e
preponderante rispetto alla sua creazione materiale, il mondo; l’essere originale,
l’essere per eccellenza essendo di natura spirituale, si avvicina a quello concepito
dall’idealismo oggettivo. Alcuni filosofi infatti ritengono che la demarcazione tra
realismo e idealismo tende a scomparire quando nell’idealismo si comprenda il
realismo spiritualistico e dualistico;
d ) idealismo soggettivo, che si delinea attraverso il dubbio cartesiano (peraltro
soltanto provvisorio, dato che Cartesio sfocia poi in un realismo dualistico di
ispirazione cristiana), e soprattutto con Berkeley, che nega radicalmente la realtà
materiale esterna (immaterialismo) e riconduce tutto al pensiero del soggetto
pensante (soggettivismo, solipsismo). Bisogna però sottolineare che Berkeley, nella
sua ultima opera, Siris, conclude in un realismo spiritualista di stampo platonico;
e) idealismo critico, la cui fondazione risale a Kant e che ebbe in seguito un vasto
sviluppo;
f) idealismo oggettivo, con Hegel in particolare: « L’idea nella sua totalità coincide
con la natura ».
Nessuna di queste posizioni oggigiorno può dirsi scomparsa, anche se qualcuna ha
fatto il suo tempo. Il realismo materialistico continua nel materialismo dialettico di
Marx; il realismo spiritualistico è sfociato nella concezione filosofica di Husserl; il
realismo dualistico vive nella filosofia cristiana; l’idealismo oggettivo continua con
gli hegeliani del nostro tempo; l’idealismo soggettivo, frammisto a elementi
hegeliani, si è risolto nella fenomenologia e nell’esistenzialismo; l’idealismo critico
ha influenzato numerosi pensatori e ha dato vita al positivismo, al pragmatismo, al