Page 299 - Dizionario di Filosofia
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contemporaneamente  materia  e  spirito).  L’idealismo  si  è  distinto  nell’idealismo

          soggettivo  (fiducioso  che  tutto  si  riduca  al  pensiero  individuale),  nell’idealismo
          oggettivo (che ritiene che tutto dipenda da uno Spirito o da una Idea universale, in tal
          modo  avvicinandosi  alle  posizioni  del  realismo  spiritualistico),  e  nell’idealismo
          critico (il quale sostiene che forse l’essere esiste al di là del pensiero, ma che il
          pensiero  non  lo  può  mai  conoscere  dato  che  esso  non  può  realizzare  altro  che
          rappresentazioni, « fenomeni »: è questa la posizione sostanzialmente agnostica di

          Kant, di Comte, ecc.).
          Dal  punto  di  vista  storico  queste  diverse  posizioni  si  sono  susseguite  in  questo
          modo:
          a) realismo materialistico (spontaneo), con i primi filosofi ionici e con Eraclito;
          b ) realismo  spiritualistico,  conseguente  alle  influenze  religiose  e  all’azione  dei
          sofisti  e  degli  scettici,  che  getta  il  seme  dell’idealismo,  anche  se  l’epoca  non  è
          ancora  matura  per  una  sistematizzazione  idealistica,  per  cui  l’esigenza  è  ancora

          genericamente  impregnata  di  religiosità  e  di  spiritualismo.  Da  ciò  la  curiosa
          posizione, tipica, ad es., di Platone, di un « realismo delle Idee », che ha un forte
          aspetto realistico in quanto viene ritenuta valida una realtà assoluta e oggettiva, ma
          che si colora di idealismo dato che tale realtà è in definitiva quella delle Idee;
          c) realismo dualistico (per es. nella tradizione cristiana, e quindi nella filosofia di
          Cartesio). Anche in questo tipo di realismo appare una certa tendenza idealistica in

          quanto  l’aspetto  spirituale  dell’essere,  Dio,  è  considerato  come  anteriore  e
          preponderante  rispetto  alla  sua  creazione  materiale,  il  mondo;  l’essere  originale,
          l’essere per eccellenza essendo di natura spirituale, si avvicina a quello concepito
          dall’idealismo  oggettivo. Alcuni  filosofi  infatti  ritengono  che  la  demarcazione  tra
          realismo  e  idealismo  tende  a  scomparire  quando  nell’idealismo  si  comprenda  il
          realismo spiritualistico e dualistico;
          d ) idealismo  soggettivo,  che  si  delinea  attraverso  il  dubbio  cartesiano  (peraltro

          soltanto  provvisorio,  dato  che  Cartesio  sfocia  poi  in  un  realismo  dualistico  di
          ispirazione  cristiana),  e  soprattutto  con  Berkeley,  che  nega  radicalmente  la  realtà
          materiale  esterna  (immaterialismo)  e  riconduce  tutto  al  pensiero  del  soggetto
          pensante (soggettivismo, solipsismo). Bisogna però sottolineare che Berkeley, nella
          sua ultima opera, Siris, conclude in un realismo spiritualista di stampo platonico;

          e) idealismo critico, la cui fondazione risale a Kant e che ebbe in seguito un vasto
          sviluppo;
          f) idealismo oggettivo, con Hegel in particolare: « L’idea nella sua totalità coincide
          con la natura ».
          Nessuna di queste posizioni oggigiorno può dirsi scomparsa, anche se qualcuna ha
          fatto il suo tempo. Il realismo materialistico continua nel materialismo dialettico di
          Marx; il realismo spiritualistico è sfociato nella concezione filosofica di Husserl; il
          realismo dualistico vive nella filosofia cristiana; l’idealismo oggettivo continua con

          gli  hegeliani  del  nostro  tempo;  l’idealismo  soggettivo,  frammisto  a  elementi
          hegeliani, si è risolto nella fenomenologia e nell’esistenzialismo; l’idealismo critico
          ha influenzato numerosi pensatori e ha dato vita al positivismo, al pragmatismo, al
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