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punto di vista metafisico l’essenza coincide con la struttura necessaria ovvero con la

          sostanza di una cosa (es. un triangolo può essere di legno o di altro materiale, ma non
          può non avere tre angoli per cui si può affermare che la « triangolarità » è l’essenza
          del triangolo).
          2.  Per  Cartesio e  Spinoza l’essenza e la sostanza sono due distinte realtà, perché
          l’essenza,  a  differenza  della  sostanza,  non  ha  una  sua  realtà,  ma  sta  alla  sostanza
          come  il  possibile  sta  al  reale;  l’essenza  cioè  definisce  l’essere  nella  sua  pura

          possibilità, mentre la sostanza lo realizza in concreto. Afferma Spinoza: « L’essenza
          è il primo principio interiore di tutto ciò che riguarda la possibilità di una cosa ».
          Per questi filosofi è la creazione divina che permette il passaggio all’esistenza di
          quelle essenze pure che la mente di Dio ha concepito.
          3. Per i filosofi moderni l’essenza si contrappone all’apparenza o fenomeno, che è
          solo la rappresentazione che il pensiero coglie di una data cosa, mentre l’essenza è
          l a cosa  in  sé  che  si  cela  dietro  il  fenomeno.  Questa  opposizione  tra  essenza  e

          fenomeno ha dato luogo a contrastanti teorie. Per il criticismo kantiano noi altro non
          conosciamo  che  i  fenomeni,  senza  mai  raggiungere  l’essenza  o cosa  in  sé  che  è
          inconoscibile;  l’idealismo  di  Hegel  considera  l’essenza  come  la  consapevolezza
          dell’essere che coglie le proprie relazioni. Per la filosofia realistica noi possiamo
          conoscere l’essenza attraverso i fenomeni che ne sono la manifestazione; la scienza
          pertanto  ci  permette  di  cogliere  sempre  meglio  la  profonda  realtà  della  natura

          (scientismo positivistico) e in definitiva il distacco tra essenze e fenomeni si riduce
          alla differenza esistente tra noto e ignoto.
          4.  L’opposizione  tra essenza             ed esistenza  è  fondamentale  nella  filosofia
          esistenzialistica, che afferma la priorità assoluta dell’esistenza rispetto all’essenza,
          contrariamente all’opposizione cartesiana tra essenza e sostanza. « Non c’è natura
          umana  —  afferma  Sartre  —  dato  che  non  c’è  Dio  per  concepirla;  l’uomo  non  è
          nient’altro che ciò che egli si fa ».  L’esistenza precede l’essenza. «  L’essenza —

          scrive  ancora  Sartre  —  non  è  nell’oggetto,  ma  è  il  senso  dell’oggetto,  la  ragione
          della serie di apparizioni che lo rivelano ».
          ESSERE. Esistenza pura, essenza non limitata da alcuna determinazione. Il problema
          dell’essere fu posto per la prima volta da Parmenide, il quale, contrariamente ai suoi

          predecessori, che avevano trovato il principio delle cose (arché) in elementi delle
          stesse (acqua, aria, ecc.), per primo si pose il problema della lealtà come puro e
          semplice « essere », senza determinazioni accidentali. « L’essere è ciò che è. » «
          Solo  l’essere  è  »:  a  tali  affermazioni  di  Parmenide  e  della  scuola  da  lui  nata
          (eleatica) si contrappose il pensiero di Eraclito: « Il non essere è » (V.  DIVENIRE),
          fissando i termini di un contrasto che è rimasto fondamentale in tutta la storia del
          pensiero.  Un  diverso  punto  di  vista  è  stato  espresso  dagli  atomisti,  che,  pur

          accettando il principio che l’essere è, ne hanno colto la molteplicità (atomi) in luogo
          dell’unità.  Infatti,  nonostante  la  sua  palmare  evidenza,  la  definizione  dell’essere
          come « ciò che è » ha aperto una controversia che si è protratta fino ai giorni nostri,
          e le risposte alla quale costituiscono altrettante correnti della storia della filosofìa.
          1.  Per  i  filosofi realisti  la  definizione  sopraccennata  è  esatta:  l’essere  è,  esìste
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