Page 293 - Dizionario di Filosofia
P. 293

buddhismo),  nelle  religioni  che  fanno  capo  a  un  fondatore  mitico  o  religioni

          misteriche  (come  l’orfismo  e  il  mitraismo),  nelle  cosiddette  religioni  storiche
          (islamismo, mazdeismo, ecc.) e soprattutto nell’ebraismo e nel cristianesimo. Nelle
          religioni  primitive,  l’escatologia  individuale  si  manifesta  particolarmente  nelle
          credenze  relative  alla  sopravvivenza  dell’anima  dopo  la  morte,  nel  culto  degli
          antenati,  in  pratiche  a  carattere  magico,  dirette  ad  assicurare  una  felice  esistenza
          nell’aldilà, e nella trasmigrazione. Nelle religioni evolute, si avvertì il legame tra il

          destino dell’individuo e quello di tutta l’umanità e dello stesso cosmo, per l’influsso
          di concezioni dualistiche, come nel mazdeismo e nel manicheismo, in cui il conflitto
          tra i due principi, del bene e del male, domina sia il destino individuale, sia quello
          del mondo, o come conseguenza di una concezione del mondo che fa perno su una
          determinata successione di età, come ad es. nel brahmanesimo, nell’ebraismo e nello
          stesso cristianesimo sebbene in modo diverso.
          Nell’ebraismo, l’escatologia collettiva, designata comunemente come messianismo,

          è estremamente importante, ha il sopravvento sull’escatologia individuale, e, data la
          profonda concezione del peccato che caratterizza la religione ebraica, è strettamente
          improntata  a  rigide  norme  etiche. Anche  nel  cristianesimo  primitivo  l’escatologia
          collettiva  prevalse  su  quella  individuale  data  la  diffusa  credenza  in  un  prossimo
          ritorno  del  Cristo  e  nell’inizio  di  una  nuova  età  dello  spirito.  Ma  a  poco  a  poco
          prese rilievo, invece, una escatologia di tipo individuale che determinò lo sviluppo

          delle dottrine cristiane relative alla morte, al giudizio, all’inferno, al paradiso e al
          purgatorio.  Rimase  tuttavia  ben  presente  al  cristianesimo  il  valore  insostituibile
          dell’escatologia collettiva, al centro della quale vi è il ritorno di Cristo o parusia,
          seguito dalla risurrezione dei morti, dalla fine del mondo e dalla sua trasformazione.
          ÈSCHINE di Sfetto, in gr. Aischínēs, filosofo greco, discepolo di Socrate (V-IV sec.

          a.C.). Nominato da Platone nell’Apologia e nel Fedone, visse miseramente in Atene
          e a Siracusa, quindi nuovamente ad Atene dopo la cacciata di Dionigi il Giovane.
          Scrisse dialoghi di tipo socratico, in cui cercò di delineare la figura del maestro, che
          furono molto apprezzati dagli antichi e di cui possediamo pochi frammenti.

          ESCLUSIONE. Relazione logica fra due classi o due caratteri che non hanno tra loro
          nulla in comune. (Si esprime mediante un giudizio disgiuntivo.)
          ESCLUSO.  Il principio del terzo escluso (terzo principio della logica formale, dopo
          quelli di identità e di non contraddizione) sul piano ontologico si formula così: « tra
          l’essere  e  il  non-essere  non  si  dà  nulla  di  mezzo  »  e  sul  piano  logico:  «  di  due
          proposizioni  contraddittorie,  l’una  è  vera,  l’altra  è  falsa  ».  Esso  è  in  realtà  un

          corollario di quello di non contraddizione.
          ESEMPLARISMO.  Concezione  metafisica  secondo  la  quale  la  realtà  sensibile  è
          ripetizione di modelli (exemplaria) forniti da una rea’tà ideale esistente in un mondo
          iperuranio (Platone) o nella mente di Dio (cristianesimo). [V. ARCHETIPO.]

          ESISTENZIALISMO.  Dottrina  filosofica  secondo  la  quale  l’esistenza  precede  e  crea
          continuamente l’essenza*. Esso si è in genere affermato come una reazione filosofica
          mirante  a  valorizzare  l’uomo  contro  le  astrazioni  delle  filosofie  idealistiche  e
   288   289   290   291   292   293   294   295   296   297   298