Page 288 - Dizionario di Filosofia
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Epicuro, o « Giardino » (kêpos), era infatti un luogo di calma, un sereno rifugio dove
regnavano la frugalità e il lavoro, una sorta di oasi di felicità nel cuore della
tormentata società di allora; l’epicureismo, infatti, come lo stoicismo, spinge l’uomo
a trovare un rifugio nella propria interiorità, allo scopo di sottrarsi ai colpi del
destino (láthe bisas [vivi nascosto] è la divisa del saggio). In questo caso
l’individualismo non è certo compiacenza di se stessi, ma una difesa del singolo che
vuol realizzare la sua libertà interiore, e infatti un caposaldo dell’etica è per Epicuro
l’amicizia, che questa libertà facilita.
Bibliogr.: H. Usener, Epicurea, Lipsia 1887; C. Bayley, Epicurus. The extant
remains, Oxford 1926; in italiano: Epicuro, opere, a cura di G. Arrighetti, Torino
1960; C. Marx, Sulla differenza tra la filosofia della natura di Democrito e di
Epicuro (1841), trad. it. a cura di A. Sabetti, in appendice a Sulla fondazione del
materialismo storico, Firenze 1961; A. E. Taylor, Epicurus, Londra 1911; C.
Bayley, The greek atomists and Epicurus, Oxford 1928; E. Bignone, L’Aristotele
perduto e la formazione filosofica di Epicuro, 2 voll., Firenze 1926 (rist.: Firenze
1973); B. Farrington, The faith of Epicurus, Londra 1967 (trad. it.: Roma 1967); P.
Boyancé, Epicure, Parigi 1969.
EPIFENÒMENO. Fenomeno secondario che accompagna i fenomeni corporei. Alcuni
positivisti dell’Ottocento (Mandsley, Huxley, Le Dantec) considerarono tale la
coscienza. Secondo questi psicologi, alla base di un atto volontario non esiste né
deliberazione cosciente né libera decisione.
Gli animali inferiori vivono in un modo del tutto automatico: uno stimolo nervoso
aziona un riflesso nervoso, questo raggiunge un centro nervoso, si riflette e determina
contrazioni muscolari da cui deriva l’azione Nell’uomo e negli animali superiori il
meccanismo da cui dipendono le azioni è lo stesso ma durante il lavoro fisiologico a
livello cerebrale resta inutilizzata una quantità di energia che si trasforma in
rappresentazioni coscienti, deliberazioni, decisioni. Questi stati perciò sono soltanto
effetti e manifestazioni del lavoro cerebrale da cui derivano e su cui non influiscono
minimamente così come non influiscono sulle azioni che si compiono.
EPISILLOGISMO. Sillogismo in cui la premessa maggiore è costituita dalla
conclusione di un sillogismo precedente (prosillogismo), in una concatenazione
logica deduttiva detta polisillogismo.
EPISTEMOLOGÌA (gr. epistēmē, sapere, scienza e lógos, studio). La teoria della
conoscenza scientifica, con particolare riferimento alla matematica e alla fisica.
Mentre nella cultura anglosassone epistemology ha il senso di « teoria generale della
conoscenza » o gnoseologia, in italiano il termine è usato, almeno prevalentemente,
nella più ristretta accezione sopra definita. La storia dell’epistemologia così intesa
abbraccia tutto il processo di pensiero attraverso il quale la scienza moderna è
venuta acquisendo una consapevolezza critica sempre più raffinata della natura dei
suoi procedimenti. Già Leonardo e Galileo affrontarono il problema del nesso
particolare che lega nella ricerca osservazione e calcolo; Newton mise l’accento
sulla natura descrittiva, e non esplicativa, della scienza (hypotheses non fingo); Kant
mostro il fondamento trascendentale dell’universalità delle leggi scientifiche.