Page 291 - Dizionario di Filosofia
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Bibliogr.:  G.  S.  Kirk, Heraklitus.  The  cosmic  fragments,  Cambridge  1954;  in
          italiano:  G.  Mazzantini, Eraclito,  Torino  1945; Epistulae  Pseudo-Heracliteae,  a
          cura di V. Cappelletti, Roma 1960; Eraclito di Efeso: i frammenti di una perduta
          opera sulla natura seguiti dalla testimonianza di vari autori, a cura di C. Diano,
          Milano  1967;  su  E.:  O.  Spengler, Heraklit,  Halle  1904;  A,  Covotti, L’oscuro  di
          Efeso,  Napoli  1918;  V.  Macchioro, Eraclito,  Bari  1920;  O.  Gigon, Unterste

          chungen zu Heraklit,  Lipsia  1935;  K. Axelos, Héraclite et la philosophie.  Parigi
          1962; L. Wintrhaldes, Das Wort Heraklits, Stoccarda 1962.
          ERASTIANISMO.  Dottrina  politica  e  teologica che  risale  a  Thomas  Lieber  (1523-
          1583),  seguace  di  Zwingli.  In  generale  costituisce  un’affermazione  intransigente
          della  superiorità  dello  Stato  rispetto  a  qualunque  istituzione  ecclesiastica.
          All’ambito  istituzionale  religioso  non  viene  riconosciuta  alcuna  autonomia  nel

          campo della filosofia civile.
          ERDMANN  (Benno),  filosofo  tedesco  (Guhrau,  Slesia,  1851  -  Berlino  1921).
          Professore  nelle  università  di  Kiel,  Breslavia,  Halle,  Bonn  e  Berlino,  si  occupò
          principalmente di logica e di psicologia. Pubblicò studi di grande importanza per la

          storia  del  pensiero  tedesco  tra  cui: Martin  Knutzen  e  il  suo  tempo  (1876), Il
          criticismo di  Kant  (1878).  Tra  gli  scritti  teoretici  ha  rilievo  l’opera Gli  assiomi
          della geometria  (1876)  in  cui  diede  un’interpretazione  filosofica  della  geometria
          non euclidea.
          ERILLO di Cartagine (o più verosimilmente di Calcedonia), in gr. Hérillos, filosofo

          stoico del III sec. a.C. Discepolo di Zenone di Cizio ma con una certa indipendenza
          rispetto alle dottrine del maestro, « intellettualizzò » la morale stoica, riponendo il
          sommo bene nella sapienza (epistemē), ma ammise anche l’esistenza di un secondo
          fine, alla portata della gente comune, consistente nel godimento dei beni materiali.
          Scrisse tredici opere, il cui elenco è conservato da Diogene Laerzio.

          ERÌSTICA. V. voce seg.
          ERÌSTICO  (gr. eristikós,  da erízein,  disputare).  Che  o  chi  fa  della  logica  un  uso
          capzioso  e  astratto,  negando  e  affermando  indifferentemente  la  stessa  tesi,
          prescindendo da ogni criterio di verità.
          La definizione dei caratteri dell’eristica  e  dei  filosofi eristici appare più volte in
          Platone.  che  chiama  questi  ultimi  «  mercenari  di  parole  »,  particolarmente

          nell’Eufjdemo, in cui i protagonisti affermano e negano con la stessa disinvoltura la
          stessa tesi. In particolare, sono noti come « eristici » nella storia del pensiero greco
          antico i filosofi della scuola di  Megara, i quali, rifacendosi alla logica eleatica e
          nello  stesso  tempo  portando  alle  estreme  conseguenze  la  dialettica  sofistica,
          attraverso il loro virtuosismo logico-verbale tendevano a dimostrare l’incertezza e

          l’equivocità del linguaggio corrente.
          ERMETISMO.  Dottrina  filosofico-religiosa  espressa  in  un  gruppo  di  scritti  che
          circolarono nel mondo greco-romano agli inizi dell’era cristiana, ed erano attributi
          alla  rivelazione  di  Ermete  Trismegisto  (nome  dato  dai  Greci  a  Thoth,  dio  egizio
          della luna e della scrittura).
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